Alessandro Chierici, presidente di Russia cristiana, declina al presente due lezioni chiave del fondatore padre Scalfi: amare quel paese «nonostante tutto» e mai disperare nella possibilità della conversione. Innanzitutto la nostra
Padre Romano Scalfi (12 ottobre 1923 - 25 dicembre 2016) durante la celebrazione
di una liturgia nel rito bizantino (foto Gianluca Castagna)
La ferita di un dialogo interrotto tra russi e occidentali è di urgente attualità, ma è possibile scommettere su una speranza alternativa all’annichilimento reciproco. L’orizzonte di questa sfida è stato al centro di un convegno internazionale che si è svolto a Milano il 21 e 22 settembre, organizzato dalla Fondazione Russia cristiana. Il presidente Alessandro Chierici ci ha spiegato quale ipotesi di ascolto e conversione regge di fronte al dramma attuale.
Il titolo di uno degli incontri del vostro convegno parla di un respiro comune tra Russia e Occidente. Oggi la Russia è un interlocutore ostile, il nemico di fronte a cui si alzano più muri possibili. Com’è possibile pensare a qualcosa di comune e addirittura alla vicinanza di un respiro?
È la sfida che ci troviamo ad affrontare. Russia cristiana nasce negli anni Sessanta come luogo per far conoscere la ricchezza del patrimonio culturale, artistico e religioso della Russia in Occidente nel momento di una repressione molto f...