
Negri: «Papa Francesco ha davanti a sé non solo una sfida religiosa ma di governo»
«Il nuovo Papa non lo conosco personalmente. Da quello che si può leggere si tratta di un uomo con una grande fede e una grande carità». Di Jorge Mario Bergoglio, papa Francesco, parla Monsignor Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara-Comacchio. «Francesco si è presentato a tutti noi in maniera molto semplice e si è subito affidato alla preghiera, ricordando Benedetto XVI».
«Cari fratelli e sorelle, buonasera» sono state le sue prime parole.
Si è rivolto ai romani e a tutti quelli che lo stavano guardando quasi come un parroco, nonostante sia il capo della Chiesa Cattolica.
Già qualcuno – soprattutto gli intellettuali e i giornalisti – chiedono la “svolta” del Papa “progressista”.
Questa è una rivendicazione di carattere culturale e ideologica fatta da chi ragiona come il mondo. Da quello che ho visto, mi pare che Francesco abbia la volontà di caratterizzare pastoralmente la guida della Chiesa universale, di guidare la Chiesa nell’unità e nella comunione.
Il Papa si è definito semplicemente “vescovo di Roma”. Perché?
Ha sottolineato il valore del legame con la sua diocesi. Al contempo però sa che dovrà essere la guida tutta la Chiesa Cattolica. Penso sia questo il senso della citazione delle parole di Sant’Ingnazio di Antiochia, per il quale il vescovato di Roma «presiede alla carità, che ha la legge di Cristo e porta il nome del Padre».
Cosa dovrà affrontare il nuovo Papa?
Quello che lo attende è non solo una sfida religiosa ma di governo. Dovrà guidare la Chiesa a quell’unità di cui parla Ignazio, traducendo la sua missione in termini “operativi”. Anche in questo momento storico abbiamo bisogno di una grande comunione e di una guida sicura. Se non c’è la comunione, come dice Benedetto XVI, «entra la politica», e allora la Chiesa si fa dominare da ragionamenti che hanno poco a che fare con Cristo.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!