
Negri pone una questione educativa. E quelli che fanno? Organizzano il “Postribolo Night”
«…O Ferrara,
Quando più i duchi fra le mure tue
Dimoreranno, decadrai e i tuoi
Palazzi senza vita non saranno
Che ruine sgretolate, e la ghirlanda
Di un poeta sarà la tua corona
Unica…»
Suona come una triste profezia quella che scrisse nel lontano 1817 il poeta britannico George Byron riferendosi, ne Il lamento del Tasso, alla città degli Estensi. Ma il tema della decadenza (e non solo dal punto di vista architettonico) di una città di provincia come Ferrara è ritornato prepotentemente nella bocca di tutti a causa di una dichiarazione del suo arcivescovo Luigi Negri al giornale diocesano locale La Voce.
Raccontando di essere ritornato in città a tarda ora, l’arcivescovo ha denunciato la situazione di degrado (consentito passivamente da adulti e istituzioni) di molti giovani della diocesi che si riuniscono sul sagrato del Duomo per dedicarsi a sbronze di alcol e droga. Con un linguaggio tutt’altro che politically correct (che da sempre lo contraddistingue), ha poi affermato di non voler più consentire che la piazza della Cattedrale possa servire «a queste vicende che sono postribolo a cielo aperto».
Sono parole pesanti, che fanno parlare. E riflettere. Giornali e media locali sono sommersi da lettere e dichiarazioni di esponenti di ogni parte politica e di ogni realtà sociale immersa nel territorio. Non ultima la creazione del “Postribolo Night”, un evento previsto per il prossimo mercoledì (la serata universitaria ferrarese per eccellenza) con lo scopo di «dimostrare a monsignor Negri quanto si sbagli sul conto di giovani ed universitari».
Ma siamo così sicuri che sia così necessario dimostrare tutto questo? In un incontro a Milano, presentando il suo libro Contro i papà, Antonio Polito affermava che «se si vogliono affrontare i problemi culturali del nostro Paese è necessario rimettere l’accento su una parola ora in disuso: educazione». Ma come è possibile riconoscere l’autorità di un padre se non ci si lascia sfidare fino al proprio intimo da quello che ci propone? L’impressione è che l’arcivescovo abbia finalmente posto fine ad un laisser faire istituzionale, chiedendo il riconoscimento di questa paternità così faticosa da trovare.
In tutto questo movimento, tra le strade percorse, fra gli altri, da Ariosto, Bassani e Rossetti (architetto della famosa Addizione Erculea) si sta definendo una nuova ipotesi di cammino. Un cammino che trovi nella piazza principale, tra il Duomo e Palazzo Municipale, il suo punto di partenza. Avendo come base condivisa l’interesse al vero bene comune di tutta la città.
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6 commenti
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Macchè schiettezza!!! E’ solo un sepolcro imbiancato. Per anni ha difeso e invitato a votare il nano di Arcore che organizzava orge tutte le sere. Sempre orge erano, anche se non le faceva davanti alla chiesa.
Tu nel privato di casa tua decidi di fare quello che vuoi ma in pubblico l’educazione credo ci dica di comportarci in certe maniere e questa è offensiva e “stupida”.
e poi , se facessero questo davanti al municipio il sindaco cosa direbbe ?
Quando si parla di povertà e mitezza a proposito della Chiesa, non si vuol certo dire che debba essere stupida o succube!
esatto! abbiamo frainteso.
mi associo a Tossani e ad Aletti
le PALLE non sono una variabile indipendente
😀
Negri for president dei vescovi italiani. Grazie Mons. Vescovo Luigi Negri.