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Squalo chi legge

Natale in manicomio

Di Ubaldo Casotto
23 Marzo 2025
«Nessuno come il malato di mente sa cogliere l’essenza dell’avvento di questo Agnello che si sacrifica per l’uomo». Alda Merini, il ricovero tra i «pazzi» e l’incontro con «il mio io» nell’abisso del dolore
Ospedale psichiatrico
Ospedale psichiatrico Materdomini, al confine tra Nocera Superiore e Roccapiemonte, Salerno (foto Ansa)

Ospedale psichiatrico Materdomini, al confine tra Nocera Superiore e Roccapiemonte, Salerno (foto Ansa)
Dieci anni in manicomio che riemergono nella memoria oltre tre lustri dopo. Dieci anni che sono – usando le parole di Alda Merini – la prova «che è vero che un grande dolore può fare un grande scrittore». Un dolore che la grande poetessa non vuole esorcizzare con l’oblio.

«Temo per il mio dolore,come se la tua dolcezzapotesse farlo moriree privarmi così di quel paesaggio misteriosoche sono i ricordi».

Per leggere questo diario – «che non è solo una nomenclatura di torture e di stupri», ma in cui l’elenco di torture e violenze che subiva l’internato in manicomio prima della riforma Basaglia (1978) è materiale di ogni pagina – bisogna essere disposti allo straniamento.
Si viene posti di fronte a un mondo parallelo di cui la Merini stessa misconosceva la realtà pur essendo informata della sua esistenza: «Le sopercherie che vidi là dentro non si possono raccontare. Sono mostruose». Epp...

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