
Napster ci riprova con la musica, ma questa volta è tutto legale
Napster è di nuovo online, ma questa volta non c’è nulla di illegale dietro il celeberrimo logo del gatto con le cuffie. Del programma programma di file sharing creato da Shawn Fanning e Sean Parker, che alla fine degli anni Novanta ha rivoluzionato per sempre il mondo della musica, non è rimasto che il nome e il logo. Oggi Napster si presenta agli utenti come una piattaforma da venti milioni di canzoni da ascoltare ovunque, su pc, tablet e smartphone. Il tutto, al costo di 9,95 euro al mese.
COMPETITOR. Il servizio di Napster, però, sbarca in Italia con notevole ritardo rispetto al suo maggior competitor, Spotify, partito lo scorso febbraio e con una carta in più: la versione per pc è totalmente gratuita, mentre Napster offre agli utenti un mese di prova prima di sottoscrivere un abbonamento. A breve, poi, farà il suo ingresso nel mercato della musica in streaming anche Apple: da mesi si parla insistentemente di iRadio, il servizio che il colosso di Cupertino è pronto a presentare agli utenti e che potrebbe diventare leader in brevissimo tempo.
RITARDO. La Rhapsody, società che ha acquistato le ceneri di Napster, spera di distinguersi dai suoi diretti avversari per la qualità del servizio, che punta a una forte localizzazione dei contenuti, pensati e costruiti in maniera diversa per ogni singolo paese. Ma la partenza in ritardo, la fidelizzazione degli utenti di Spotify e l’attesa per lo sbarco di iRadio rischiano di oscurarne il ritorno.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!