
Memoria popolare
Il Movimento Popolare a Padova, una storia di persone e opere

La storia del Movimento Popolare a Padova risente ovviamente molto di come è stata vissuta la comunità di Comunione e Liberazione negli anni Settanta e inizio anni Ottanta: una comunità cioè in gran parte nata nella realtà universitaria, con i primi adulti che, a partire dal 1978, avevano finito l’università e si erano fermati a Padova formando famiglie; alcuni di questi adulti sono stati alla guida del movimento a Padova, in particolare il sottoscritto Mario Dupuis (che ha avuto la responsabilità anche regionale dal 1976), Graziano Debellini e Igino Gatti.
La Sacchetti, il Murialdo, l’ostilità della Cgil
Agli inizi del 1976 nasce il Centro studi intitolato a Giuseppe Sacchetti, giornalista esponente padovano di primo piano dell’Opera dei Congressi, la principale organizzazione del movimento cattolico in Italia tra il 1874 e il 1904. L’esperienza dell’Opera dei Congressi e delle altre realtà che ne presero il posto dopo il 1904 erano in quel momento il punto di riferimento ideale per coloro che diedero vita al Movimento Popolare. Il Centro ospitava la Redazione culturale, che era luogo di incontro delle esperienze di presenza significative in città quali i Cattolici Popolari attivi in università e alcune opere sociali, prima tra tutte una cooperativa di servizi che di lì a breve prenderà anch’essa il nome “Giuseppe Sacchetti”. Guidata da Graziano Debellini, inizierà proprio in quegli anni l’esperienza della gestione di case e strutture ricettive per le vacanze delle comunità di Cl di tutta Italia.
L’assunzione del primo impegno significativo a livello di opere avviene nel 1980, con l’acquisizione del Collegio universitario Murialdo (oggi Residenza universitaria Murialdo) che viene dato in gestione alla Cooperativa Giuseppe Sacchetti. Memorabile fu in quel periodo la battaglia per la gestione diretta di una mensa universitaria pubblica dentro il Collegio, che veniva contestata dalla Cgil e dai movimenti studenteschi della sinistra contrari all’affidamento deciso dal Consiglio di amministrazione dell’università. Per la prima volta un’opera sociale universitaria non veniva gestita direttamente dall’ente pubblico, ma si valorizzava l’intrapresa sociale di gruppi e associazioni.

L’apertura della Dc e la “stagione degli esterni”
La presenza nel sociale degli universitari e delle prime realtà adulte di ciellini che avevano dato vita a Mp all’interno della città non mancò di suscitare attenzione anche nell’ambiente strettamente partitico della Democrazia cristiana. Si apriva perciò la possibilità che alcuni esponenti del Movimento Popolare entrassero nelle liste che la Dc preparava per le elezioni comunali e regionali (era iniziata la cosiddetta “stagione degli esterni” nella Dc). Così, in occasione delle elezioni comunali e regionali del 1985, alcuni esponenti di Mp si candidarono per il Comune di Padova e uno anche per le regionali. La scelta cadde su di me, che da qualche anno avevo lasciato il ruolo di responsabile regionale di Cl.
Naturalmente il Veneto era una realtà dove la Dc e le sue varie correnti erano presenti e attive capillarmente. La raccolta e la spartizione delle preferenze erano studiate “scientificamente” a tavolino, per cui era chiaro che, soprattutto per le regionali, si trattava di una candidatura simbolica “di testimonianza”. Ma quella campagna elettorale si dimostrò invece una grande occasione di incontro capillare nelle parrocchie e nelle sezioni di partito in tutte le località della provincia: adulti e universitari lavorarono “pancia a terra” per un mese per far conoscere non appena ovviamente il candidato, ma l’esperienza da cui proveniva. La loro dedizione suscitò un inaspettato consenso, tanto che io ottenni più di 12 mila preferenze e solo per qualche centinaio di voti non venni eletto. A ottobre dello stesso anno Roberto Formigoni mi chiamava a Milano per affidarmi la responsabilità del settore scuola del Movimento Popolare.
La scuola Gianna Beretta e il Forcellini
Dopo il Collegio Murialdo la seconda grande opera che nacque a Padova fu la scuola elementare intitolata a Gianna Beretta, che fu fondata nel 1985. A quel tempo la mamma di Magenta, che morì dopo il parto avendo rifiutato l’asportazione di un fibroma per non mettere in pericolo la vita del nascituro, non era stata ancora beatificata (avverrà nel 1994) né tanto meno proclamata santa (2004), ma era parente dell’insegnante che a Padova cominciò la scuola e fu lei a proporre di mettere il nuovo istituto sotto la sua protezione. Si trattava a Padova della prima scuola non statale gestita da un gruppo di laici, perché le altre erano tutte scuole gestite da ordini religiosi; nel 1987 la scuola ottenne la parifica dal ministero della Pubblica Istruzione.
Un ulteriore impulso della presenza di opere sociali in città fu quando la Cooperativa Sacchetti ebbe la possibilità di prendere in gestione un secondo collegio universitario detto “Verbiti” perché era stato gestito dall’Istituto religioso maschile “Società del Verbo Divino” (oggi Residenza universitaria Forcellini). Accanto al collegio, dotato di ampi spazi esterni, si cominciarono a costruire ambienti per tutte le opere sociali, con un centro congressi che fu intitolato a papa Luciani e che tuttora è molto attivo.
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