
Movimento popolare, Invernizzi: «Meglio restare nel centrodestra»
«Penso che sia assolutamente necessario dare al risveglio spirituale, avvenuto soprattutto dopo Medjugorje, una cultura. È importante che dalla fede nasca un giudizio sulla storia, la politica e la realtà. Ma non so se lo strumento del Movimento popolare sia il più adatto». Dice così Marco Invernizzi, responsabile di Alleanza cattolica e studioso del movimento cattolico in Italia, commentando l’appello di Antonio Socci, lanciato da Tempi.it, che propone di rifare il Movimento popolare.
«Il Movimento popolare – dichiara Invernizzi a Tempi.it – divenne una corrente della Democrazia cristiana. Ma allora la situazione politica era diversa da quella di oggi: prima c’era un sistema di voto proporzionale, oggi maggioritario. Adesso un movimento politico che non voglia far parte di una delle due coalizioni, centrodestra e centrosinistra, non ha senso».
Sarebbe meglio, insiste, «andare nella coalizione di centrodestra, che è quella che più tiene in considerazione i valori non negoziabili di cui parla la dottrina sociale della Chiesa, per far sì che vengano presi sul serio e rispettati». In un’epoca che, ricorda papa Benedetto XVI, ha bisogno di una nuova evangelizzazione, «i cattolici, che sono ormai minoranza in Europa, se pur cospicua, devono portare la fede e la cultura che nasce dalla fede negli ambienti che non la riconoscono, prima di tutto».
Secondo Invernizzi, «questo non vuol dire che non possa essere utile uno strumento di collegamento e confronto ma allora preferirei l’Opera dei Congressi al Movimento popolare. Infatti, se ci fosse, non succederebbe più che padre Zanotelli dice una cosa e benedice l’acqua in san Pietro mentre noi ci battiamo per fare andare la gente al mare. Queste divergenze non fanno bene alla Chiesa».
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