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Mostra – Milano riporta sotto i riflettori il pittore lombardo Bernardino Luini
Al culmine della sua carriera, intorno agli anni ’20-’30 del Cinquecento, pare che Bernardino Luini (Dumenza, 1481 – Milano, 1532) fosse il migliore pittore operante a Milano. Forse perché gli altri – da Vincenzo Foppa a Zenale, da Bramantino ad Andrea Solario – erano già morti. Ma la carriera di questo pittore lombardo è costellata di saliscendi: era uno dei pittori preferiti da Federico Borromeo – che raccolse molte sue opere nella Pinacoteca Ambrosiana – e fu molto apprezzato nel XVII secolo, per essere poi considerato un pittore di serie B fino al Novecento, quando fu rivalutato e reinserito nell’Olimpo degli esponenti della scuola lombarda di spunto leonardesco. E adesso la capitale meneghina lo celebra con una ricca retrospettiva che ne ripercorre l’intera carriera artistica, raccontandoci i suoi punti di forza e le sue peculiarità, e mettendolo a confronto con gli altri protagonisti della scena rinascimentale italiana – dalla scuola veneta e Leonardo da Vinci – che in un modo o nell’altro lo influenzarono.
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Aperta fino al prossimo 16 luglio presso il Palazzo Reale, Bernardino Luini e i suoi figli offre al pubblico la visione di tele come la bellissima Madonna del Roseto (1510 ca.), di casa a Brera, il tenerissimo Gesù Bambino con l’agnello (1510 -1515 ca.) dell’Ambrosiana, il mesto Sant’Antonio da Padova (1510-1512) del Museo Poldi Pezzoli, l’elegante Ritratto di Signora (1525 ca.), volato fin qui dalla National Gallery of Art di Washington, e l’opera tagliata, come si usava un tempo per esser adeguata alle dimensioni della stanza che l’avrebbe ospitata, Susanna e i vecchioni (1515-1516) proveniente dalla collezione Borromeo dell’Isola Bella. Numerosi anche gli affreschi staccati, come quelli da villa La Pelucca – oggi in gran parte conservati a Brera – commissionati all’artista dal nobile milanese Gerolamo Rabia per la sua dimora nei pressi di Monza: spiccano tra questi le Ragazze al bagno (1513-1514 ca.) e il Corpo di santa Caterina dl’Alessandria trasportato dagli angeli (1520-1523).
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