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Mostra – L’imprevisto che ha reso Frida Kahlo l’artista che noi conosciamo
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Frida Kahlo (1907 – 1954) non avrebbe voluto essere la Frida Kahlo che conosciamo, almeno all’inizio. Se oggi, a sessant’anni dalla sua morte, abbiamo modo di apprezzare sue le creazioni pittoriche di un gusto moderno che mai lascia da parte il sapore della cultura e delle tradizioni messicane, è perché appena diciassettenne, la promettente studentessa di Coyoacan (un piccolo villaggio di Città del Messico) ha dovuto abbandonare i propri sogni per colpa di un terribile incidente. Era il 17 settembre 1925 quando Frida, diretta in città per frequentare un corso che le avrebbe consentito di accedere all’università di medicina, si trovò su un autobus sfortunato. Coinvolto in un incidente che costò la vita a tre persone, la futura pittrice rimase viva per miracolo, ma il prezzo da pagare fu caro: tre fratture al bacino, undici alla gamba destra e una ferita profonda provocata da un corrimano di metallo che le aveva perforato il fianco sinistro lesionandola fino all’utero. Abbandonati i progetti universitari, Frida fu costretta a letto per un lungo periodo, e proprio in quei momenti qualcosa cambiò. Fu allora che decise di divenire pittrice: fece istallare uno specchio sul tetto del suo letto a baldacchino nella Casa Blu, oggi museo a lei dedicato, e cominciò a dipingere se stessa.
Ecco che l’arte le consente di risvegliarsi e di riaprirsi alla vita. La sua è una pittura viscerale e personalissima, ma che allo stesso tempo riflette alcuni temi fondamentali per l’uomo moderno: il contrasto tra individuo e società, l’identità nazionale, l’importanza delle radici, l’amore e il dolore, la realtà e la trascendenza. E viscerale fu anche il rapporto con il marito, Diego Rivera, la cui fama di muralista fu lentamente superata dalla notorietà raggiunta dalla moglie, che lui stesso fece soffrire a causa di numerosi tradimenti. Ma il rancore di Frida non faceva altro che tramutarsi in quegli splendidi dipinti che possiamo ammirare, fino al prossimo 31 agosto, presso le Scuderie del Quirinale a Roma. Attraversando le sale dell’esposizione intitolata Frida Kahlo, si ha la possibilità di entrare direttamente a contatto con il mondo della pittrice, di respirare la sua forte identità nazionale, di immergersi negli usi e costumi del suo paese, che ella stessa mette a confronto con i modernissimi States nella bellissima opera Frida al confine tra Messico e Stati Uniti. L’amore, la passione e la maternità – mancata nel caso di Frida, che ebbe un aborto mentre si trovava a Detroit con il marito – vengono presentate attraverso opere come L’amoroso abbraccio dell’universo, la terra (Messico), io, Diego e il signor Xolotl o come Moses o Nucleo Solare. E’ una retrospettiva completa, che ambisce a non tralasciare alcun aspetto della vita della protagonista e che si chiude con una selezione di nature morte dipinti da Frida dagli inizi degli anni ’50, quando, percependo l’arrivo della fine di una vita piena, ci racconta, dietro l’apparenza variopinta di frutta e verdura, il suo personale memento mori.
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