Mosca. Code chilometriche per le reliquie di san Nicola: «La fede in Russia è forte»

Di Redazione
05 Giugno 2017
Le reliquie di san Nicola sono arrivate a Mosca da Bari tre settimane fa e oltre 300 mila persone si sono messe ordinatamente in fila per 10 ore per baciarle

Russia Awaiting A Miracle

Le reliquie di san Nicola sono arrivate a Mosca da Bari tre settimane fa e oltre 300 mila persone si sono messe ordinatamente in fila per baciare la teca posta all’interno della Cattedrale dedicata a Cristo salvatore. Le code sono immense e durano anche 10 ore, ma i fedeli non sono per nulla scoraggiati: l’evento, infatti, è storico.

EVENTO STORICO. È la prima volta in 930 anni, da quando le reliquie sono state portate in Italia da una spedizione barese, che i 13 centimetri della costola sinistra del Santo arrivano in Russia e possono essere venerati dai cristiani. La Chiesa cattolica ha accordato il permesso al trasferimento dopo lo storico incontro tra papa Francesco e il patriarca Kirill, il primo tra le due massime cariche della Chiesa cattolica e ortodossa dopo il grande Scisma del 1054. Il vescovo di Myra (Turchia), vissuto a cavallo del III e IV secolo, è venerato in tutto il mondo ed è il santo più popolare nella Chiesa ortodossa russa grazie ai suoi miracoli.

«LA FEDE È FORTE». La reliquia sarà visitabile a Mosca e poi a san Pietroburgo fino alla fine di luglio. Uno dei primi a baciare la teca è stato il presidente Vladimir Putin e guardando le file chilometriche di fedeli, il patriarca Kirill ha commentato: «Se qualcuno ha la forza di stare in piedi sette, otto ore o anche di più per strada, sotto il caldo, il freddo o la pioggia significa che la sua fede è davvero forte». E nell’evento il patriarca di Mosca e di tutte le Russie vede una rinascita della fede nel paese devastato dal comunismo sovietico.

Russia Putin

QUESTIONE IDENTITARIA. Nella Russia che per 70 anni ha insegnato nelle scuole l’ateismo scientifico, oggi gli atei e gli agnostici sommati insieme sono solo il 5 per cento della popolazione, mentre coloro che si definiscono cristiani ortodossi sono addirittura il 71 per cento, contro il 37 per cento del 1991 e il 17 per cento degli anni Ottanta. Il risorgimento della fede è più una questione identitaria che religiosa: secondo un recente sondaggio del Pew Research, infatti, l’adesione al cristianesimo per il 52 per cento dei russi è dettata dalla volontà di sentirsi in sintonia con la storia e la cultura del proprio paese e della propria famiglia. I praticanti, a Mosca e dintorni, non superano il 7 per cento.

PRIMA SOVIETICI, ORA ORTODOSSI. Secondo Lev Gudkov, direttore del centro indipendente di rilevazioni statistiche russo Levada Center, i dati si spiegano così: «L’identità delle persone è cambiata, anche se in modo superficiale: sono russo, quindi ortodosso», spiega all’Associated Press. «Siamo passati dall’identità sovietica a quella etnica russa e religiosa».

Foto Ansa/Ap

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