
Morte Martini: o Augias non sa l’italiano oppure è solo ideologico
La «sedazione profonda» richiesta dal cardinale Carlo Maria Martini prima di morire, il 31 agosto, non implica né «macchine da staccare», come scritto dal fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari, che ha innescato subito polemiche, né «staccare la sua presenza mentale dal suo corpo», come scritto da Vito Mancuso, redarguito poi dal direttore di Avvenire Marco Tarquinio.
«LA SEDAZIONE NON È EUTANASIA». A ricordarlo con una lettera a Corrado Augias pubblicata su Repubblica è il professore Giorgio Tubere, medico che «da circa 20 anni lavora nell’accompagnamento dei pazienti a fine vita». Il medico gli scrive: «La sedazione palliativa in fase terminale è spesso considerata erroneamente come “un intervento medico che pone la fine alle sofferenze accelerando la morte”. Non è così. (…) È una misura terapeutica di scelta estrema in casi di sofferenza intollerabile e viene praticata con un farmaco ipnotico» che causa «la soppressione della coscienza». Ancora: «Viene eseguita negli ultimissimi istanti di vita (24-36 ore), il consenso del paziente è irrinunciabile» e «ovviamente non è eutanasia». Conclusione: «Si tratta quindi di lasciare che la morte arrivi normalmente ma dormendo».
AUGIAS NON CAPISCE. Augias, davanti alla spiegazione, si barcamena come può: «ringrazia il professore», ricorda che effettivamente non c’era nessuna spina da staccare, come erroneamente scritto da Scalfari, che Martini «ha chiesto di essere sedato» e che però «a me pare, giudicando da profano, che tra queste informazioni diciamo tecniche e quanto scritto da Vito Mancuso ed Eugenio Scalfari non ci siano diversità di sostanza».
IGNORANZA O IDEOLOGIA? Ora, avendo Scalfari scritto che «quando si è nello stato di salute in cui era Martini, la sedazione è un eufemismo che significa darsi la morte» e avendo il medico Tubere affermato che la sedazione non è «un intervento medico che pone la fine alle sofferenze accelerando la morte» e «non è ovviamente eutanasia» ma «lasciare che la morte arrivi normalmente», ci sono solo due ipotesi: o Augias non conosce il significato di «diversità di sostanza» oppure è semplicemente ideologico.
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11 commenti
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Sappiamo che Augias è un personaggio che fa dell’ignoranza, della menzogna o di un misto tra le due (questo lo sa solo lui) la base e la sostanza delle proprie argomentazioni.
Per quanto riguarda il card. Martini quello che più mi spiace è che, come previsto, diviene per l’ennesima volta la base d’appoggio per esprimere idee e dottrine contrarie a quelle del Magistero della Chiesa. Non so cosa davvero pensasse il cardinale dei tanti temi controversi sui quali si è espresso, delle idee di personaggi sul filo (ed oltre) dell’eresia come Mancuso e da lui legittimati. Quello che però ho sempre constatato è stata la sua amiguità che ha reso possibile ogni interpretazione ed oggi la sua laica canonizzazione.
Oremus pro eo.
Che pena, che tristezza vedere nel mondo cattolico tanto astio e tanta arroganza. Con persone come il cardinal Martini, forse, sarebbe stato possibile un incontro tra laici e cattolici, con chi resta no certamente. Purtroppo sono sempre i migliori a morire.
Augias ?
Cos’è ?
i signori di tempi dovrebbero sciaquarsi la bocca con l’acido prima di dare giudizi su Augias
brava carla, sottoscrivo alla grande, avesse Tempi giornalisti di cultura ed esperienza come Augias, disicuro scriverebbe articoli meno ridicoli; ma che sto dicendo se un giornalista è un minimo intelligente e capace è lui stesso che sta lontano da Tempi.
sempre molto affabili certi commenti
Signora Carla forse a lei l’acido dalla bocca le è passato direttamente nel cervello
Leggendo il suo commento, lei l’acido deve averlo deglutito e adesso ha dei rigurgiti.
ma non era a libro paga dei servizi di spionaggio Cecoslovacchi?
Contro l’Italia, ovviamente.
Perché porsi il problema? Augias è un povero fessacchiotto borioso e pieno di sé. Anche quando viene messo di fronte alle proprie castronerie (cioè sempre) pur di non ammettere di aver detto una scemenza nega anche l’innegabile con l’aria di chi, con grande sforzo, sta esprimendo un profondo concetto (e mi domando: esprimerà lo stesso sforzo intellettuale anche quando defeca al cesso?). Che poi su Famiglia cristiana qualcuno lo trovi un fine e colto intellettuale è solo la riprova della sindrome di Stoccolma che alberga nel cuore di tanti cattolici.
Oppure è un idiota.
E ora mi arresteranno per aver ESPRESSO la mia opinione.