
Monza, tre ministeri a Villa Reale. Bossi: «Inizia il decentramento»
Tre stanze in circa 150 metri quadrati all’interno della Villa Reale di Monza. È qui che la Lega Nord ha compiuto quello che considera il primo passo verso il più ampio progetto di decentramento di amministrazioni, autorità e ministeri. Inaugurati stamane (con tanto di tappeto verde e targhe all’ingresso), gli uffici distaccati dei ministeri delle Riforme, dell’Economia e della Semplificazione normativa non saranno operativi prima di settembre. Alle tre scrivanie (di Umberto Bossi, Roberto Calderoli e Giulio Tremonti) presto ne sarà aggiunta una quarta per il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, in prima fila insieme ai colleghi all’inaugurazione.
«Abbiamo iniziato il decentramento», ha rivendicato il leader della Lega Nord, al suo arrivo. «Abbiamo dovuto iniziare, potevamo farlo, dando alle Regioni le competenze, però in un Paese dove non si vuol cambiare niente, nessuno ha la forza di fare nulla, si doveva pur cominciare». Il senatùr ha subito chiarito che l’operazione è stata «a costo zero» per lo Stato. E Calderoli ha spiegato che ogni ministro ha dovuto pagare per la sua scrivania (340 euro a testa), rigorosamente “made in Brianza” (e non , come si era detto nei giorni scorsi, prodotta nel Catanese). L’inaugurazione ha fatto insorgere il Pdl romano. Ma i leghisti non fanno una piega. «Son contenti al Nord», ha risposto il ministro delle Riforme a chi gli faceva notare i mal di pancia diffusi nella Capitale. E, comunque, Calderoli è stato chiaro: due dei quattro ministri che si insedieranno negli uffici sono del Pdl (Tremonti e Brambilla): è il segno che il partito «condivide ampiamente il progetto».
Il coordinatore delle segreterie del Carroccio ha progetti ambiziosi per le tre stanze attrezzate al piano terra della Cavallerizza: uno “sportello aperto ai cittadini” per evitare “viaggi della speranza a Roma”, seminari, incontri tra i ministri e rappresentanti del mondo associativo. L’obiettivo dichiarato è di avvicinare il governo al territorio. Quando Tremonti e Bossi (che, alla prima uscita dopo l’intervento alla cataratta, indossava un paio di occhiali con lenti scure) hanno lasciato Villa Reale, Calderoli ha accompagnato i giornalisti in un breve tour degli uffici, ancora poco attrezzati (mancano i telefoni, c’è solo qualche computer). Entrando all’interno della Cavallerizza, subito sulla destra, si trova la stanza di Bossi. Sulla sinistra, quello che Calderoli ha definito l’ufficio “pluri-ministeriale”, dove è stata allestita una scrivania per il ministro della Semplificazione normativa e una, di fianco, per Tremonti. Calderoli ha spiegato che, a breve, aggiungeranno un’altro tavolo per la Brambilla. In entrambe le stanze, sono stati attaccati alcuni arazzi e quadri che raffigurano il giuramento di Pontida e la battaglia di Legnano, momenti-icona del Movimento, ma vi sono anche il Tricolore e la bandiera dell’Unione europea e, vicino a una piccola foto incorniciata del leader del Carroccio, anche un’immagine del presidente della Repubblica e un Crocifisso. Sui tavoli di Bossi e Calderoli, infine, anche una piccola statuetta di Alberto Da Giussano. In fondo, invece, vi è un’altra stanza destinata alle segreterie.
La cerimonia è iniziata con due ore di ritardo rispetto all’orario annunciato, a causa del ritardo di Bossi. Fin dalla mattina davanti alla Villa, blindata, il comitato “La villa reale è anche mia” ha organizzato un presidio per protestare contro l’iniziativa e i giovani dell’Udc distribuivano volantini. (“Leghisti a casa loro, giù le mani dalla Villa”). Secondo il sindaco di Milano Giuliano Pisapia «abbiamo assistito ad una buffonata, non certo ad una applicazione del federalismo».
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