Mondiali di calcio. Se Infantino vuole cambiare il sistema, cominci dal Qatar

Di Leone Grotti
02 Aprile 2016
Secondo un nuovo rapporto di Amnesty International, i lavoratori migranti che a migliaia sono impiegati nei cantieri subiscono «violazioni dei diritti umani»

«Ci sono delle riforme da mettere in atto, un’immagine ed una credibilità da riguadagnare». Così ha parlato Gianni Infantino dopo essere stato eletto, il 26 febbraio, a capo della Fifa. Per raggiungere l’obiettivo è inutile parlare di Mondiali a 40 squadre, moviola in campo, calcio femminile e trasparenza. L’unico modo per recuperare credibilità è bloccare lo scempio dei Mondiali concessi al Qatar per il 2022.

VIOLAZIONI DIRITTI UMANI. Come evidenziato da Amnesty International nell’ennesimo rapporto di denuncia, i lavoratori migranti che stanno costruendo gli stadi dove si giocherà il torneo di calcio più importante del mondo subiscono un «trattamento spaventoso». La ong ha intervistato 132 dipendenti di quattro aziende impegnate nella costruzione del Khalifa International Stadium nella capitale Doha e altri 102 che lavorano al complesso sportivo che circonda lo stadio.
Tutti hanno subito violazioni dei diritti umani: chi ha dovuto pagare il pizzo al datore di lavoro per essere assunto, chi è stato costretto a vivere in container fatiscenti, chi si è visto confiscare il passaporto, chi è stato minacciato e chi non è stato pagato o è stato pagato meno di quanto pattuito. Tutte queste pratiche sono in teoria vietate dalla legge del Qatar.

LA KAFALA. Nell’ultimo anno sono stati impiegati nella costruzione degli stadi 4 mila lavoratori, che nei prossimi due anni diventeranno 36 mila. La maggior parte degli intervistati si è visto confiscato il passaporto, come prevede il sistema della Kafala: i dipendenti, cioè, sono vincolati al datore di lavoro. Una volta assunti, vengono privati di ogni diritto e del passaporto, che finisce nelle mani del datore, che lo può tenere a tempo indeterminato. Senza il suo permesso, i lavoratori non possono licenziarsi, lasciare il paese o sporgere denuncia per eventuali abusi. Pena l’arresto o la deportazione. «La vita qui è come una prigione», sintetizza un lavoratore.

7 MILA MORTI. Amnesty critica soprattutto la Fifa, «che non ha preso nessuna azione significativa per affrontare la situazione. Non abbiamo molte speranze che la Coppa del mondo 2022 lasci dietro di sé un’eredità positiva piuttosto che una striscia di miseria umana». Secondo una stima dell’International Trade Union Confederation, almeno 7 mila lavoratori migranti saranno morti tra il 2012 e il 2022 nei cantieri del Qatar a causa dei pessimi standard di sicurezza applicati nel paese. Joseph Blatter, ex presidente della Fifa, è stato accusato di essere un corrotto e di aver venduto i Mondiali al Qatar. Se Infantino vuole cambiare il sistema, cominci da qui.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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3 commenti

  1. Livio

    Questi ricchi paesi islamici sono uno schifo

    1. Perché, quelli poveri no?

  2. underwater

    Concordo con articolista. Ritirare la concessione del Mondiale al Qatar subito! I soldi delle tangenti della Fifa potrebbero essere arrivati persino al califfato.

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