«Mio padre vuole vivere». Ma i medici inglesi: in stato vegetativo, non vale la pena rianimarlo

Di Leone Grotti
01 Ottobre 2012
Il signor L., musulmano osservante inglese, è stato colpito da due attacchi cardiaci e i medici non vogliono più rianimarlo perché «prolungheremmo la sua vita non degna». Ma la famiglia sostiene che migliora.

Per rispettare la sua privacy, la Corte di protezione inglese ne parla come del signor L., che insieme alla sua famiglia ha portato in tribunale il Pennine Acute Hospitals NHS Trust perché vuole vivere e non essere condannato a morire. Il signor L. ha 55 anni, è musulmano osservante, originario della regione indo-pakistana del Kashmir e vive con la moglie, i figli (uno, di spalle, nella foto) e i quattro nipoti nell’area di Manchester, dove è emigrato fin da giovane.

«NON GUARIRÀ MAI». La famiglia ha portato in tribunale l’ospedale perché i medici hanno sentenziato che il signor L., in seguito a due arresti cardiaci che hanno gravemente danneggiato il suo cervello, ha così poche possibilità di «guarire in modo significativo» che in caso di nuovo arresto non deve essere rianimato. Hanno ordinato quindi il DNR (“do-not-resuscitate”): il signor L. è perciò ora un paziente “da non rianimare”.

STATO VEGETATIVO PERSISTENTE. A maggio i dottori hanno infatti affermato che il paziente è in stato vegetativo persistente e non avendo «significative» possibilità di guarire, rianimarlo nel caso di nuovo arresto cardiaco significherebbe «prolungare la sua morte e la sua vita senza dignità».

MA IL SIGNORE L. RIDE. Ma da maggio a ottobre i suoi familiari, che lo vanno a trovare una o due volte al giorno, hanno notato segnali di miglioramento: «Quando mia mamma gli parla – ha dichiarato il figlio di 25 anni   al  The Independent  – lui la riconosce, perché si fa subito attento e guarda dalla parte dove si trova mia mamma. Una volta poi lei ha fatto una battuta e lui si è messo a ridere». «A noi – continua il figlio – non importa delle sue nuove condizioni: lo ameremo sempre comunque».

«MIO PADRE NON VUOLE MORIRE». A causa dei progressi dimostrati dal signor L., un gruppo di medici indipendenti ha certificato che il suo non è uno Stato vegetativo persistente, ma uno stato di minima coscienza. «Quando ce l’hanno detto, l’abbiamo percepito come un miracolo. Mio padre è un uomo pieno di vita e non vuole morire».

DECIDE IL TRIBUNALE. Ora sarà il tribunale a decidere se il signor L. deve essere condannato a morire, anche se non vuole, oppure no. Oggi si terrà la seconda udienza del suo caso e, come afferma Helen Lewis, il legale della famiglia, «oggi la corte ascolterà prove ulteriori che attestano che il signor L. sta migliorando. Speriamo di riuscire a convincere il giudice che non solo è nell’interesse del signor L., ma che se anche le sue condizioni dovessero peggiorare, lui vorrebbe essere rianimato».

@LeoneGrotti

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14 commenti

  1. Corrado

    Egregio sig. Lu8051
    Lui, ha alle spalle una famiglia che lo ama, non vuol vederlo ne soffrire ne, soprattutto, morire ucciso da leggi e/o regole amministrative troppo stesse pedestremente applicate da personaggi che non vedono l’ora di timbrare il cartellino in uscita.
    Le auguro di cuore che, nel caso le succedesse, al suo fianco ci siano persone così, e che non le capiti, da cosciente ma totalmente immobile, come già più volte successo e documentato, di sentire un camice bianco dire ad un altro:” questo qui – sta parlando di lei – è uno spinacio (vegetale? ) (!) non sprechiamo tempo e risorse.
    Con tutto il mio rispetto, le auguro buona serata.

    1. lu8051

      per chi non vuole capire, io mi auguro di avere alle spalle una famiglia che segua i miei desideri, qualunque essi siano. I miei desideri, non quelli dei miei famigliari, dei medici, della redazione di Tempi, del Papa di turno all’epoca, anche se tutte queste persone fossero in perfetta buona fede.

      Rifaccio la domanda, quali sono i desideri di ques’uomo ? Fino a che non si risponde a questa domanda, tutto il resto sono opinioni personali (aspetti “legali” a parte ovviamente).

      1. gmtubini

        “Rifaccio la domanda, quali sono i desideri di ques’uomo ? Fino a che non si risponde a questa domanda, tutto il resto sono opinioni personali”
        E finché la scienza non riesce a trovare il modo di comunicare direttamente con l’anima del malcapitato che, a causa del suo stato, non può esprimere il proprio cogente punto di vista, che si fa?
        Lo si sopprime in via cautelativa?

        1. lu8051

          Non mi faccia rispondere che non si può comunicare con delle entità inesistenti, su, che non se ne esc. E cerchi di capire che, a lei che crede tutto ciò, io non presuppongo certo di imporre niente. Qualora le dovesse capitare (non è un augurio …) lei potrà continuare a restare in stato vegetativo per tutti gli anni che la scienza medica le consentirà.

          Io no.
          Io questo, per me, non lo voglio.

          Si riesce a capire che io voglio solamente poter esprimere, anche in via preventiva, la mia volontà riguardo a me solo ?

          1. gmtubini

            Io credevo che tu ti riferissi al caso trattato nell’articolo, non al tuo personale.
            Se per te l'”anima” non esiste, basta che tu ti rilegga il mio postato precedente sostituendo tale sostantivo con quello teologicamente più neutro di “coscienza”.
            Se il malcapitato in questo momento non è in grado di esprimere un parere sulla propria condizione, lo vogliamo far fuori in via preventiva (così non costa nulla la sua assistenza)?
            Se tu ti senti perfettamente in grado di esprimere un parere dettagliato e DEFINITIVO su cosa vorresti e non vorresti fare della tua vita prima che certi tragici eventi si verifichino, io non posso che ammirare la tua determinazione e fermezza, ma temo che di certe cose uno non sappia nulla finché non ci si trova invischiato di persona.

          2. Alberto

            Da vent’anni in poi la vita dell’uomo è in costante decadimento psico-fisico e ciononostante nessun quarantenne si sogna di considerare inutile la propria esistenza “menomata”. La pretesa di decidere a x anni cosa si penserà di noi stessi quando ne avremo x+y o x+z è solo una cosa da sciocchi ideologizzati.

          3. lu8051

            Alberto, lei sa benissimo che non è questo che chi la pensa come me sta dicendo, quindi non sposti il discorso con sciocche e sbaglaite semplificazioni.

          4. Alberto

            No caro, sei tu che sposti il discorso dalla verità.
            Tu stai proprio dicendo che esiste una vita non degna di essere vissuta e che la soluzione sia porre fine ad essa.
            La cosa grave, che tu fingi di non capire, è che ammettendo la ragionevolezza della praticabilità di una “soluzione finale” (le parole non sono scelte a caso!), si finisce su un piano inclinato che porta diritto ai vagoni piombati per il lager. Questo perché logicamente non si può circoscrivere solo a “certi casi” l’uso dell’omicidio per porre fine a vere o (anzi soprattutto) presunte sofferenze.

          5. lu8051

            Ma rispetto al caso in questione, quello che intendevo dire è che non conoscendo (nè io nè lei o altri) la volontà (eventualmente espressa in precedenza) da questa persona, la risposta non può che rispecchiare la propria opinione personale, cioè quello che io (o lei o altri) vorrei venisse fatta a me in quella situazione.

            Non posso che concordare sull’ultima frase, e (nel mio caso) sono disposto ad assumermi il rischio.

  2. Giuliano

    attendiamo ansiosi che si pronuncino, per la sua condanna a morte, i vermi di sinistra pro eutanasia. Forse non si sono ancora accorti dell’articolo, o forse li trattiene il fatto che il paziente condannato è un islamico

    1. lu8051

      Se lui non vuole morire, è giusto che viva. Lui ha espresso un qualche desiderio in un senso nell’altro ?

      Caro Giuliano, quando non sapete cosa dire, non è con le offese personali si ottengano risultati maggiori. Tra l’altro, per potermi sentire offeso dovrei riconoscere qualche valore a lei o alle sue idee, ma non è questo il caso.
      Stia tranquillo, non sto a mia volta cercando di offenderla, non ne ho nè intenzione nè interesse, per gli stessi motivi di cui sopra.

      Auguri di buona salute.

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