Contenuto riservato agli abbonati
«La nostra politica non è indirizzata contro un paese o una dottrina, ma è contro la fame, la disperazione, il caos. Il suo fine dovrebbe essere la rinascita di un’economia funzionante nel mondo, in modo da permettere l’emergere di condizioni politiche e sociali in cui possono esistere istituzioni libere». Il 5 giugno del 1947, all’Università di Harvard, George C. Marshall presentò con queste parole la nuova strategia degli Stati Uniti che da allora è universalmente nota come il suo “Piano”, che gli è valsa tra l’altro un Premio Nobel per la Pace nel 1953 e un posto nella storia per sempre. Il “Piano Marshall”, a lungo giustamente studiato per il suo impatto sull’Europa e sullo svolgimento della Guerra fredda, è diventato oggi quasi una formula passepartout da riesumare ed esibire a favore di taccuino o di telecamera per ogni emergenza che necessiti un impegno finanziario straordinario (magari a stelle e strisce); purtroppo è tanto citato quanto poco approfondito per la sua g...
Contenuto a pagamento
Per continuare a leggere accedi o abbonati
Abbonamento full
€60 / anno
oppure
Abbonamento digitale
€40 / anno