
Minore a coppia gay di Palermo. Parla a tempi.it uno degli affidatari: «Ci siamo esposti per i ragazzi omosessuali prigionieri di paure»
Dopo la discussa decisione del Tribunale dei minori di Bologna di affidare una bambina di tre anni a una coppia di omosessuali, si è verificato un fatto analogo a Palermo. Il nuovo caso riguarda un ragazzo di 16 anni, inizialmente ospitato in una struttura di accoglienza e successivamente affidato dal Tribunale dei minori a Massimo De Trovato, 40 anni, operatore turistico, e ad Alessandro Savona, scrittore 46enne, conviventi da 5 anni: «Molti ragazzi gay sono prigionieri di paure. Noi abbiamo voluto esporci in questo modo per dire che possono camminare a testa alta. Tutte queste piccole cose che stiamo facendo servono a questo. Sono nati così, devono saperlo», spiega De Trovato durante l’intervista telefonica concessa a tempi.it.
Su quali basi vi è stato concesso questo affido?
Siamo insieme da 5 anni e ora siamo iscritti al registro delle unioni civili di Palermo, siamo una coppia di fatto.
Ma il registro delle unioni civili non ha valore giuridico.
Le leggo la sentenza che ho sottomano. Citando il caso di Bologna, la corte di Palermo «si basa sulla constatazione che l’istituto dell’affido eterofamiliare non presuppone uno stato di abbandono del minore (altrimenti sarebbe adozione), bensì un transitorio momento di difficoltà dei genitori, e non contiene un esplicito richiamo al matrimonio quale vincolo che unisca gli affidatari. Coerentemente con la possibilità espressamente contemplata di affidare il minore anche a una persona singola, purché idonea, da ciò se ne deve trarre la conseguenza che i potenziali affidatari possono anche essere due adulti non uniti in matrimonio, sempre che si apprezzi la presenza di una situazione di fatto paragonabile a un contesto familiare sotto il profilo accuditivo e di tutela del minore». È citata pure la nota decisione numero 601/13 della Corte di cassazione, in cui si sottolinea che l’eventuale rapporto del genitore con una persona dello stesso sesso non può di per sé impedire l’affidamento a questi del minore.
Non è il vostro caso. Inoltre come si giustifica l’espressione “contesto familiare” se le coppie omosessuali non sono considerate famiglia dalla legge italiana?
Il giudice ha tenuto conto del precedente di Bologna e di altre norme. Proseguo con la lettura della sentenza: «La circostanza in cui gli adulti abbiano il medesimo sesso non può perciò solo considerarsi ostativa all’affidamento eterofamiliare, tenuto conto per un verso della stessa normativa nazionale di una precisa disposizione a riguardo specificamente riferibile all’affido del minore che non versi in stato di abbandono e per altro dell’ampio concetto di legame familiare, quale elaborato con esplicito richiamo alle unioni omosessuali anche dalla giurisprudenza della Corte di Strasburgo 24.6.2010 (Schalk e Kopf vs. Austria), in aderenza ai dettami della carta di Nizza che impedisce le discriminazioni fondate sul sesso e sull’orientamento sessuale».
Perché il tribunale ha scelto voi?
Conoscevamo già il ragazzino e da tempo stavamo con lui, passava con noi diverse ore alla settimana. Questo perché circa un anno fa abbiamo cominciato a fare volontariato fra i bambini ospiti delle case famiglia. Da qui l’idea di prendere contatti con il centro affidi di Piazza del Noviziato. Ci è stato proposto un progetto di affido, dopodiché abbiamo sostenuto i colloqui con gli assistenti sociali e gli psicologi che ci hanno ritenuti idonei.
Nessuno mette in dubbio la vostra bontà, ma non crede che la psiche di un figlio, anche in affido, necessiti di una figura maschile e una femminile?
Se noi vogliamo fare parte di una civiltà evoluta ed europea che ci dà delle normative, allora anche in Italia bisogna tenere conto di queste. Anche io sono nato da un padre e una madre, ma le ideologie hanno appiattito culturalmente la massa: essere omosessuale non è negativo. Molti ragazzi sono prigionieri di paure. Noi abbiamo voluto esporci in questo modo per dire che possono camminare a testa alta. Tutte queste piccole cose che stiamo facendo servono a questo. Sono nati così, devono saperlo.
Diversi studi e anche le esperienze di cambiamento di diverse persone la smentiscono. Ed è questo oggi l’argomento tabù. Cosa ne pensa?
Beh, forse quelle persone si sbagliavano e non erano gay.
La decisone è definitiva?
Ci sarà una fase di prova per il minore, poi si deciderà.
E la famiglia d’origine del ragazzo?
Aveva delle sue problematiche, ma alla fine ha accettato.
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“Diversi studi e anche le esperienze di cambiamento di diverse persone la smentiscono”:
– Quali studi?
– esperienze di chi?????
“[…] come si giustifica l’espressione “contesto familiare” se le coppie omosessuali non sono considerate famiglia dalla legge italiana?”
da un punto di vista giuridico la domanda è scorretta, perchè l’espressione citata in domanda dalla sentenza evidenzia come nel nostro ordinamento giuridico esistano comportamenti, che seppur non ritrovino collocazione nel diritto sostanziale, sono dottrinalmente e giurisprudenzialmente riconosciuti come consuetudini, e come tali considerate vigenti nell’ordinamento.
nel contesto civilistico il fenomeno è noto in varie parti della materia commerciale (ad es il marchio di fatto), ma anche nel diritto di famiglia, negare ciò, equivarrebbe a cancellare l’esistenza dell’istituto del “more uxorio”(per certi versi vicina alla concezione moderna di “coppia di fatto”) di innegabile romanistica memoria
Basta, vi denuncio tutti, ve l’ho già detto!
Tiziano Tubertini, ma i neuroni specchio cosa c’entrano nel processo di costruzione dell’identità sessuale del bambino? Ma sai cosa sono? C’è la parola specchio ma non vuol dire mica che il maschio grazie a questi neuroni si specchia con l’altro maschio, e viceversa la donna. Ti prego!!! Il livello è quello pre verbale, pre linguistico, pre concettuale.
La scoperta dei neuroni specchio pone una base fisiologica all’empatia, spiega come avviene la comprensione dell’intenzione dell’altro e il suo stato emotivo.
Dice Gallese, docente di neurofisiologia all’Università degli Studi di Parma che fa parte del gruppo di scienziati che ha scoperto l’esistenza dei neuroni specchio:
“Nell’uomo come nella scimmia, la presenza dei neuroni specchio fa si che l’osservazione dell’azione altrui costituisca una forma di simulazione della stessa. La presenza di uno stato neuronale condiviso tra agente e osservatore, che sottende sia le azioni dirette verso oggetti che le azioni comunicative, costituisce uno spazio di senso intersoggettivo condiviso. Attraverso la simulazione incarnata, il corpo proprio diviene l’origine della funzione costitutiva e genetica dell’intersoggettività” (Gallese e altri 2006 pag. 305)
La scienza continua a dimostrare quanto sia importante per un bambino crescere con un padre ed una madre
15 gennaio 2014 alle ore 12.59
di Massimo Gandolfini, gennaio 2014.
Sono stati scienziati italiani a dimostrare la presenza nel nostro cervello di “Neuroni specchio”, studiando bambini affetti da autismo infantile. In questo importante studio del prof. Gandolfini Neuropsichiatra e Neurochirurgo si analizza l’importanza di questi specifici neuroni nello sviluppo neuropsicologico del bambino.
«Non è scientificamente sostenibile che l’abbinamento madre/maschio o padre/femmina non giochi un ruolo determinante nello sviluppo psicologico del bambino».
Il tema dello sviluppo psichico del bimbo, durante i primi anni di vita, va oggi affrontato alla luce della scoperta dei cosiddetti neuroni specchio (NS). Nel 1994/95, dopo studi sulle modalità di apprendimento nei primati, Giacomo Rizzolatti e la scuola neurologica di Parma individuavano una nuova famiglia di neuroni dotati di capacità cognitive.
Trasferita la ricerca sull’uomo, con tecniche di RMN funzionale, si giungeva alla dimostrazione che un simile pool neuronale era presente anche nel cervello umano. Venne adottata la denominazione di “neuroni specchio”, con l’intento di precisare che la loro funzione specifica è riconoscere e interpretare gli atti motori, compiuti da altri soggetti.
Si tratta, quindi, di neuroni motori, presenti in diverse regioni cerebrali, collegati attraverso una ricca rete sinaptica con tutte le aree cerebrali motorie e cognitive.
La loro caratteristica fondamentale è rappresentata dalla capacità di attivarsi non solo quando si compie una data azione (come fanno tutti i neuroni motori), ma anche quando si osserva un’azione compiuta da altri (proprio come se quell’azione venisse compiuta personalmente).
Non solo. Essi entrano in funzione anche quando semplicemente udiamo il racconto o immaginiamo una data azione, o quando percepiamo il rumore che essa usualmente provoca (una sirena, uno sparo, ecc.): il risultato finale è che, consentendo al cervello di confrontare i movimenti osservati o immaginati a quelli propri, rendono possibile comprendere non solo lo svolgimento meccanico, ma anche il significato dell’azione motoria, fino a individuarne la componente intenzionale.
Con una felice espressione, d’immediata efficacia, Rizzolatti ha coniato un aforisma definendoli neuroni “so quello che fai”. Date queste caratteristiche, si comprende quanta importanza giochino i NS in funzioni che vanno ben al di là del semplice atto motorio, fino a darci una nuova chiave di lettura delle cosiddette “funzioni simboliche superiori”, quali apprendimento, imitazione, linguaggio, emozioni, affettività ed empatia. Ciò non significa negare l’importanza dell’elaborazione specificamente cognitiva cui sono deputate strutture cerebrali diverse (lobo temporale, parietale, occipitale), ma la funzione d’interpretazione/comprensione immediata, quasi istantanea, di ogni atto motorio in senso lato (ad esempio, il riconoscimento e la comprensione dei volti e delle espressioni affettive che il volto media), precedente ogni altra mediazione culturale, concettuale o linguistica, si realizza attraverso il “sistema di rispecchiamento”.
Si può, quindi, facilmente immaginare la particolare importanza giocata dai NS nello sviluppo psicofisico del bambino. Ad esempio, è grazie al sistema di rispecchiamento che – va ripetuto e sottolineato, non richiede nessuna elaborazione concettuale – il bimbo è in grado di distinguere l’espressione di un volto (maschile/femminile; felice/triste; infantile/anziano; ecc.), strutturando il proprio assetto di “consonanza affettiva”, bimbo/madre e bimbo/padre.
Il bambino esperisce, impara ed elabora le sue prime relazioni sociali con i propri genitori, entro il nucleo familiare, in un legame primigenio di relazione affettivo-emotivo-cognitiva unico e irrepetibile.
Entro questo contesto si strutturano progressivamente le due caratteristiche fondamentali della personalità (concetto certamente, difficilmente definibile in termini rigidi, ma non per questo astratto o evanescente): la conoscenza di sé e la costruzione del senso d’identità, fra loro interagenti. Il bambino definisce sé stesso cercando risposta a una domanda interna, ancestrale e inconsapevole: “chi sono io?” e lo fa utilizzando il materiale che ha a disposizione, cioè il proprio corpo (patrimonio genetico, il patrimonio neurobiologico, di cui il sistema di rispecchiamento è componente essenziale, soprattutto nelle fasi iniziali della vita), interfacciato al patrimonio “ambientale” che ha a disposizione, cioè papà, mamma, fratelli, luogo sociale con tutte le sue variabili.
Questo delicato processo di costruzione della propria personalità è strutturale e globale: riguarda il corpo, con tutte le sue caratteristiche anatomo-funzionali, la cognizione (dall’affettività all’emotività, dal comportamento al pensiero), la socialità (dal sentimento di difesa e conservazione, all’autostima e alla gestione dell’alterità e della relazione), attraverso un lavoro complesso, graduale, continuamente rimodellato e influenzato da fattori della propria “biografia”.
Questa “conoscenza del sé” fa parte di quelli che lo psicologo americano Maslow definisce “bisogni primari”, che incidono profondamente sul benessere del bambino. Per “sentirsi bene” il bimbo – accanto al bisogno di nutrirsi, di dormire, di essere protetto, amato e accudito – ha bisogno di “conoscersi” a 360 gradi, nella sua componente somatica (conoscenza del proprio corpo) e nella componente cognitiva (emozioni, sentimenti, relazioni).
Questo processo richiede un lavoro di assemblaggio fra due opposte esperienze: da una parte assimilazione/ identificazione e dall’altra esclusione/differenziazione del proprio sé, corporeo e psichico, confrontando quanto lo identifica con il padre e quanto lo differenzia dalla madre, e viceversa.
Ritenere ininfluente o insignificante che la relazione con la figura materna sia esperita attraverso un soggetto maschio o, viceversa, che la relazione paterna sia gestita da un soggetto femmina è – al di là di ogni categoria antropologica – in contraddizione con tutto quanto acquisito in ambito neurobiologico e che il sistema dei NS ci ha rivelato.
Svolgendo questi un ruolo essenziale nell’apprendimento pre-concettuale, come dimostrato, non è pensabile che l’abbinamento madre/maschio o padre/femmina non giochi un ruolo determinante nello sviluppo psicologico del bimbo. Spesso ricorre l’espressione “quello che conta è l’amore”, certamente un po’ irenica, ma non del tutto priva di valore e di significato, ma stiamo parlando di ben altro e di tutt’altro: la corporeità (con la relazione affettiva che essa veicola) è struttura concreta, imprescindibile e non sostituibile, per lo sviluppo armonico del sé corporeo (e, successivamente, psicologico) del bambino, essendo stimolo diretto e primario, attivante il sistema di rispecchiamento. Anzi, è da considerarsi oggettivamente pericoloso che questo primo stimolo abbia le caratteristiche della “confusione” organica/somatica: come non pensare che – almeno in via di alta probabilità – non possa costituire un elemento turbativo nel processo di strutturazione intrapsichica del bimbo?
Quantomeno nell’ottica di un saggio principio di precauzione – considerato che tanto le Dichiarazioni Internazionali, quanto la legislazione nazionale italiana (legge 184/83) affrontano il delicato tema dell’adozione dei minori nella prospettiva “dell’interesse esclusivo” del bambino e del suo maggior benessere possibile – è decisamente auspicabile che siano garantite al minore tutte le migliori condizioni esistenziali possibili perché il suo sviluppo psicofisico possa avvenire nell’ambito della relazione genitoriale “eterosessuale” che il senso umano condiviso ha consolidato fin dai primordi della sua storia, al di là di ogni scelta morale o confessionale.
Massimo Gandolfini, nato a Roma il 31 agosto 1951, sposato, padre di sette figli e nonno di due nipotini. Laureatosi in Medicina e Chirurgia presso l’Università Statale di Milano nel 1977, nel 1981 si è specializzato presso la stessa università in Neurochirurgia e nel 1990 in Psichiatria presso l’Università Statale di Brescia. Attualmente è Associato di Neurochirurgia e direttore del Dipartimento di Neuroscienze della Fondazione Poliambulanza dell’Istituto Ospedaliero di Brescia.
Il suo campo specifico di interesse professionale (che oggi riveste una particolare attualità) è lo studio dei comi e delle tecniche di neurostimolazione cerebrale profonda talamica, che vengono applicate anche come tentativo terapeutico nello SVP. Infine, la ricerca clinica in ambito di terapia cellulare (cellule staminali adulte) nei tumori cerebrali. Dal giugno 2009 è membro del Consiglio esecutivo di Scienza & Vita.
Tubertini, purtroppo è come mi aspettavo. Hai letto un articolo di divulgazione scientifica, e mi spiace dirlo di pessima divulgazione scientifica, e non avendo mezzi per giudicarlo lo hai preso per oro colato senza una distanza critica.
I neuroni specchio consentono una conoscenza incarnata, non mediata concettualmente né linguisticamente, non basata sull’esperienza, del movimento finalizzato dell’altro. Prima di capire riflessivamente che il movimento del braccio dell’altro é finalizzato a mettere le chiavi nella toppa, prima di elaborarlo linguisticamente tanto da poterlo esprimere in una proposizione, i neuroni specchio mi fanno “mimare” il movimento dell’altro. Vivendo lo stesso movimento dell’altro, sentendolo nel mio corpo, ne capisco lo scopo.
Il discorso sui neuroni specchio che ne fa Gandolfini è per dare un’aura di scientificità, ma dopo una lunga premessa sul loro funzionamento, poi non ne specifica il ruolo nello sviluppo psicosessuale. E non potrebbe nemmeno, perché sarebbe del puro riduzionismo e dell’uso improprio di dati scientifici. La ricaduta sui vari impianti teorici delle varie psicologie, è ancora tutta da farsi e da testare.
L’unica esplicitazione che l’autore fa del modo in cui i neuroni specchio determinerebbero l osviluppo sessuale è questo:
Ad esempio, è grazie al sistema di rispecchiamento che – va ripetuto e sottolineato, non richiede nessuna elaborazione concettuale – il bimbo è in grado di distinguere l’espressione di un volto (maschile/femminile; felice/triste; infantile/anziano; ecc.), strutturando il proprio assetto di “consonanza affettiva”, bimbo/madre e bimbo/padre.
Questo passaggio non è corretto. Maschile e femminile, infantile anziano sono categorie concettuali, linguistiche, della sfera verbale. Mi spiace ma i neuroni specchio non possono in alcun modo c’entrare nel differenziare queste categorie, che in quanto categorie appartengono alla sfera concettuale. I neuroni specchio sono nella corteccia pre motoria. Mi spiace ma questa è cattiva scienza.
Vedo poi il curriculum di questa persona e con gran dispiacere, devo ancora una volta constatare che anche i cattolici pur di dimostrare quello che a loro interessa, perdono equilibrio e capacità di analisi.
E ancora una volta i nostri amici ellegibittisti, quando vengono sbugiardati, anziché dire “è vero, avevi proprio ragione”, si arrampicano sugli specchi e dicono che quell’articolo non va bene perché non gli da ragione. Un po’ come era capitato a Luca, che aveva detto tutto tronfio “andate a cercare su google le parole statistiche-pedofilia” e vedrete, vedrete…”Poi è saltato fuori questo: http://identità.com/blog/2013/06/18/omosessualita-pedofilia-e-omofobia-una-spiegazione-evolutiva/ e si è arrabbiato come un rinoceronte.
Questa è la più grande str*nzata che mi capita di leggere da tempo. Grazie per la segnalazione.
Omofobia trasmessa geneticamente come stratagemma innato per evitare che i cattivoni ricchioni (ovviamente tutti inevitabilmente pedofili) abusino e “gayizzino” la prole.
Ahahahahahahahah ammetta che sta scherzando!
francesco a dirla tutta il fenomeno dei neuroni a specchio si spiega molto bene per mezzo della meccanica statistica (discorso un po lungo), ma a occhio e croce hai ragione
Imperdibile, come sempre, Frigerio. “Nessuno mette in dubbio la vostra bontà, MA (c’e’ sempre un ‘ma’ ipocrita dopo queste frasi) non crede che la psiche di un figlio, anche in affido, necessiti di una figura maschile e una femminile?” Nel Marzo 2013 la American Academy of Pediatrics ha pubblicato un nuovo fermo e convinto comunicato ufficiale nel quale ribadisce il proprio totale sostegno al matrimonio accessibile anche alle coppie dello stesso sesso e adozione e affidamento, in quanto l’orientamento sessuale dei genitori non ha alcun collegamento con l’obiettivo (certamente di tutti) di voler garantire il benessere e sicurezza per i bambini.
“The AAP has long been an advocate for all children, and this updated policy reflects a natural progression in the Academy’s support for families,” said Ellen Perrin, MD, FAAP, co-author of the policy statement. “If a child has two loving and capable parents who choose to create a permanent bond, it’s in the best interest of their children that legal institutions allow them to do so.” A great deal of scientific research documents there is no cause-and-effect relationship between parents’ sexual orientation and children’s well-being, according to the AAP policy.
http://www.aap.org/en-us/about-the-aap/aap-press-room/pages/American-Academy-of-Pediatrics-Supports-Same-Gender-Civil-Marriage.aspx
Ma voi, tutte le volte che qualcuno vi fa una domanda, sapete sempre e solo rispondere con ‘”Argumentum ad populum” in combinazione con l’”Argumentum ad autoritate”e cioè che, una proposizione deve esser vera perchè molti o la maggior parte delle persone lo credono e lo dicono o solo perchè lo dicono autorità in materia, ma senza la benchè minima capacità argomentativa sul perchè e percome lo dicono,
Ma poi rispondimi a questo. Lo sai come si struttura la psiche di un bambino ? hai mai sentito parlare di IDENTIFICAZIONE e di NEURONI SPECCHIO ? Iniziamo da qui, sù, che vediamo se hai un cervello oltre le forbici per copincollare qualcosina. Sù….dai….
tiziano questo detto da un cattolico suona come una barzelletta!
ps io i neuroni specchio li conosco molto bene, credo che tu abbia bisogno di aprire un po di libri di meccanica statistica prima di parlare di queste cose….non credo che tu ne abbia capito un gran che
Da quando in qua i pediatri si occupano di matrimoni e di pedagogia? Non basta loro curare il morbillo?
Scusate ma stiamo parlando di un sedicenne, di un adolescente, magari sessualmente attivo, è da un pò che lo sa che esistono i gay
il personaggio intervistato afferma:”se noi vogliamo far parte di una società evoluta ed europea che ci da delle normative, allora anche in Italia bisogna tener conto di queste”…. pensiamoci quando ci saranno le prossime elezioni europee….. comunque io ricordo le parole di Giovanni Paolo II, quando non fu inserito nessun riferimento alle radici cristiane dell’Europa nella costituzione europea. Disse: “un albero non può tagliare le proprie radici…” Purtroppo i fatti gli stanno dando ampiamente ragione
Anche io avevo notato questa frase.
In nome di un progetto ideologico ed astratto di società civile, si nega l’evidenza e la natura delle cose.
L’evidenza: le coppie omosessuali esistono, si amano, sono fedeli l’un l’altro, hanno figli … (come le coppie etero)
La natura: provare attrazione/amore per una persona dello stesso sesso è naturale quanto provare attrazione/amore per una persona di sesso diverso.
Cmq per quanto riguarda le radici cristiane, credo che le radici dell’europa siano quelle greche e romane, mentre il cristianesimo è il tronco dell’albero
“hanno figli…”
Che falsità! (Progettto ideologico ed astratto, come dicevo)
Comprano figli fatti da altri, solo se ricche, prendono in affido figli fatti da altri.
fatti da persone non idonee ad essere genitori!
L’evidenza : che le coppie omosessuali abbiano figli come le coppie etero è un bel film che ti sei sognato di notte. Senza l’ausilio della SCIENZA siete sterili che più sterili non si può. Siete “il genere che non genera” per definizione….razionale….sempre che tu sappia cosa significa.
La natura: provare attrazione per una persona dello stesso sesso sarà pure naturale ma lo è come una qualunque altra patologia visto che la natura contiene tutto e il contrario di tutto.
Per “radici cristiane” si intende ciò che ha tenuto insieme l’occidente negli ultimi duemila anni.
Dai, Tiziano, non esageriamo, ausilio della Scienza, direi ausilio del Commercio !
Ma quale???????????????
Tutte le guerre tra regni cristiani, le carneficine, il colonialismo da Coilombo in poi, i compromessi politici, hanno “tenuto insieme l’Occidente???? o generato il razzismo , l’odio contro gli ebrei, i pogrom, le stragi di cristiani di diverse chiese o confessioni, le crociate…..
Se queste sono le radici cristiane……….. purtroppo la storia è diversa. Diciamo invece che il cristianesimo è miracolosamente sopravvissuto, e il Vangelo è più che mai attuale, NONOSTANTE gli errori di tanti (pseudo) cristiani e l aviolenza e l’odio consumati. Questa è la rdice della nostra vera fede: Cristo ci ama e perdona NONOSTANTE tutto e nonostante che il male abbia cercato di mettere RADICI inestirpabili nei nostri cuori e nei due milleni di storia dell’occidente.
Patologia è pensare cose del genere nel 2014.
Gli sterili e gli impotenti non hanno figli? Affari loro, ha deciso Natura, aboliamo le adozioni. Cancro terminale? Mi dispiace tanto, è Madre Natura, devi fartene una ragione e morire sereno. Parto con taglio cesareo? Giammai, è contro Natura! Medicine, pillole, siringhe, pacemaker, operazioni? Non scherziamo, l’ha deciso Natura e non si discute.
Abbiamo forse una concezione un po’ in bianco e nero di cosa sia naturale e cosa no? L’omosessualità cos’è, un prodotto da laboratorio?
Radici greco-romane? In società dove esisteva lo schiavismo? Dove il diritto di voto era solo per i maschi ricchi e figli dei padri fondatori? Dove se non adoravi l’imperatore venivi condannato per lesa maestà? Ma hai mai aperto un libro di storia?
La legge è (dovrebbe essere) uguale per tutti perché siamo tutti uguali di fronte a Dio, capisci perché le radici della nostra democrazia sono crisitane?
hai ragione ma perdi tempo. è tutto inutile. io non dovrei parlare dato che ancora sto qui a rispondere a della gente. ma prima o poi ce la farò a leggere e basta.
l’europa ha radici cristiane che affondano in abomini come la caccia alle streghe e agli ebrei!
per fortuna ci stiamo staccando da quelle cose
Ma che sei un robot? Spacchi il minuto tt le sere cn ste fregnacce.. cm fai? Dsi spieggacelo..
Ma che Luca sei un robot? Spacchi il minuto tt le sere cn ste fregnacce.. cm fai? Dai spieggacelo..
viv studiati un minimo di storia… cerca cerca Salem e Flagellanti e vedi quelli della tua pasta cosa fanno per via delle loro superstizioni!