
Milano, settimana della moda: vale oltre 50 milioni il giro d’affari generato sul territorio

Ogni settimana della moda che si organizza a Milano vale oltre 50 milioni di euro, in termini di giro d’affari generato sul territorio, tra alberghi, ristoranti, eventi, allestimenti, servizi di agenzia e altro. Un fatturato prodotto dall’indotto di un settore strategico per l’Italia e che a Milano ha trovato, a partire dagli anni Ottanta, la sua naturale collocazione soprattutto per quanto riguarda il pret à porter.
COME NEW YORK E PARIGI. Una ricaduta importante considerato che si tratta di un solo evento, che ormai non ha nulla da invidiare alle manifestazioni del fashion che si svolgono a Londra, New York e Parigi. Le due settimane apicali della moda a Milano, a ottobre e a febbraio (quest’anno in programma tra il 22 e il 27 febbraio con 70 sfilate per un totale di 174 collezioni), alimentano un giro d’affari stimato in oltre 100 milioni di euro al quale vanno aggiunte alcune decine di milioni di euro generati dalle manifestazioni minori che si tengono durante il resto dell’anno.
INDOTTO PUÒ AUMENTARE. Il dato, fornito dall’assessorato per le politiche del lavoro, attività produttive, moda e design guidato da Cristina Tajani, rende l’idea del peso di un settore in grado di attivare “effetti collaterali” in termini di ricchezza prodotta sul territorio. Tali effetti, come hanno sottolineato stamattina durante la presentazione a Palazzo Marino la stessa Tajani e Carlo Capasa, presidente della Camera nazionale della Moda, potranno aumentare quando la settimana della moda riuscirà finalmente a riunificare tutti i comparti della filiera (abiti donna e uomo, accessori e scarpe).
Un progetto che va incontro alle esigenze dei clienti, soprattutto i grandi buyer, al quale Comune e Camera della Moda stanno lavorando da qualche tempo insieme con il ministero dello Sviluppo economico e che sarà presentato a Milano il 21 febbraio.
Foto Ansa
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