Milano, quei profughi accolti in chiesa ad Affori e i musulmani che chiedono al prete: «Padre, mi benedica»

Di Elisabetta Longo
07 Agosto 2014
Le persone da aiutare sono tante: 309. Ma le porte della chiesa dell'Annunciazione, una parrocchia di Affori nella zona Nord di Milano, si sono aperte per accogliere i profughi

Le persone da aiutare sono tante: 309. Ma le porte della chiesa dell’Annunciazione, una parrocchia di Affori nella zona Nord di Milano, si sono aperte per accogliere i profughi che attendono per le vie della città di avere delle prospettive per il proprio futuro. Risposte che don Vittorio Marelli e don Maurizio Lucchina non possono dare loro, ma possono fare molto dal punto di vista dell’aiuto materiale e del conforto.

UN PIZZICO DI INCOSCIENZA. Arrivano dalla Siria, dall’Eritrea, da Gaza, da diverse zone teatro di conflitti e sono stati condotti qui dopo che l’assessore Marco Granelli ha chiesto ai due preti se li potessero ospitare, conoscendo l’ampiezza della palestra adiacente alla chiesa e dei locali dell’oratorio. Loro hanno risposto prontamente, come spiegano ad Avvenire: «Con un pizzico di incoscienza, ma sollecitati dal Vangelo abbiamo subito risposto con un sì».

L’AIUTO DEI VOLONTARI. I due preti non sono soli, ma supportati dalla Casa della Carità, una fondazione che si occupa di sostegno alle persone in difficoltà. Dei cinque operatori della Fondazione che sostengono la parrocchia, due di loro sono mediatori linguistici, perché la maggior parte dei profughi parla lingue arabe. Fiorenzo De Molli, della Casa della Carità, spiega: «Oltre a noi, dal 22 luglio, giorno in cui è partita questa iniziativa, si sono alternati un centinaio di volontari, giovani, madri di famiglia, nonni, chiunque potesse dare una mano a servire loro la colazione, pranzo e cena, per pulire gli ambienti e donare loro un sorriso».

VIA VERSO LA SPERANZA. Non è detto che la permanenza dei profughi nei locali della chiesa dell’Annunciazione sia lunga. Talvolta dormono per una notte o due, poi cercano di andare nei Paesi del Nord, dove è più facile e veloce ottenere asilo politico. «Il momento più toccante è quando uno di loro mi chiede di chiamargli un taxi. È il momento tanto atteso per loro per poter ripartire verso i luoghi della speranza, verso una nuova vita. Ognuno di loro quando arriva il taxi mi guarda negli occhi, mi abbracciano e mi baciano per il bene che gli ho voluto e mi chiedono di benedirli, pur essendo musulmani», afferma don Marelli.
Si può immaginare lo stupore di un prete cattolico di fronte a una simile richiesta: «Mi rispondono “Dio è uno!” È significativo che tutti questi profughi dormano sotto il tetto di una chiesa. Il pane che spezziamo durante la Messa si fa vita un piano più sotto, ci trasforma in dono per gli altri ci rende capaci di amare come Gesù».

Articoli correlati

14 commenti

  1. Franz

    Commenti agrodolci? No, no, c’è tanto bene in questa notizia! Perché tutto è fatto a gloria di Dio e per la salvezza delle nostre anime. Taxi compreso.

    1. jadexxx

      Appunto la salvezza delle nostre anime. dobbiamo chiederci se diamo loro ciò di cui hanno bisogno o quello che noi vogliamo dare loro. Non sono bambini da accudire.

  2. Cisco

    Bellissima descrizione di un incontro cristiano, penso che questi musulmani non dimenticheranno mai quello sguardo che hanno ricevuto, proprio come Giovanni e Giacomo di fronte a Gesù.
    C’è da sperare che nei paesi dove troveranno asilo incontrino la stessa umanità.

  3. Alberto

    Non capisco. Cinque commenti tutti agrodolci oppure decisamente acidi. Ma perché dobbiamo sempre sottolineare il negativo di fronte a una delle poche notizie belle a nostra disposizione? Abbiamo cosi tanta paura di sentirci fratelli di chi soffre?

    1. Lorella Facioni

      Bravo Alberto!!

    2. giovanni

      alberto, conosco italiani che a milano non possono permettersi di prendere il taxi perchè costa, e per questo si accontentano di spostarsi con tram o metro……….sono certo che la parrocchia di affori sarebbe disponibile a chiamare il taxi anche a loro…….

    3. jadexxx

      Parlo solo per me: ho l’impressione che noi non diamo agli immigrati ciò di cui realmente hanno bisogno, cioè la possibilità di integrarsi, di lavorare, di pagarsi un’abitazione confortevole, ma diamo solo assistenzialismo inutile, abituandoli ad avere tuto facilmente. Lo dimostra il fatto che i “migliori” di loro, cioè quelli che sono intenzionati a costruirsi una vita fuori dai loro Paesi, non lo vogliano fare qui. Mancano serie politiche di integrazione. Un modo simpatico per iniziare sarebbe quello di chiedere agli immigrati assistiti di collaborare nei limiti del possibile al riordino dei locali in cui alloggiano. Invece sento cose assurde, tipo gli scout che vanno a cucinare per uomini adulti. Non sono d’accordo. E ci vedo anche un pochino di maschilismo, se posso permettermi… non è che un uomo adulto perde la dignità quando sparecchia o si rifà il letto, anzi… una volta che avrà una casa sua, come si gestirà? I problemi, appunto, sono altri.

  4. Jadexxx

    E’ senza dubbio un bel gesto, ma non potrebbero essere loro stessi, se in buona salute, ad aiutare a tenere pulito e a riassettare? Una cosa che non ho mai capito è perché l’assistenza a queste persone passi sempre attraverso le pulizie e la cucina. Mi sembra una forma di assistenzialismo francamente superflua, mentre probabilmente loro hanno bisogno di mediazione culturale, aiuto nel disbrigo delle varie pratiche amministrative, l’apprendimento della nostra lingua, l’avviamento al lavoro, per dirne solo alcune…

    1. giovanni

      In fondo noi cristiani siamo come i comunisti, non possiamo fare a meno dei poveri

      1. Charlie

        C’è di buono che non ci hanno insegnato ad usarli come piedistallo.

    2. Lilla

      Già. Il principio di sussidiarietà.

  5. Franz

    “Il pane che spezziamo durante la Messa si fa vita un piano più sotto”: spero di aver capito male.

    1. michele

      L’Eucaristia, Dio che si dona agli uomini, spinge alla comunione fraterna con i bisognosi.

  6. daniperri

    Taxi?!

I commenti sono chiusi.