Milano. Il “caso Sumaya” e il “problema islamico” nel Pd

Di Redazione
15 Giugno 2016
Se vincesse Sala, l'esponente del mondo islamico entrerebbe in consiglio. Ma lei non è l'unica a imbarazzare il Pd milanese

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Milano. Continua a far discutere il caso di Sumaya Abdel Qader, sociologa musulmana di origini giordano-palestinesi. Nel caso in cui al ballottaggio vincesse Beppe Sala, Sumaya entrerà in consiglio comunale. Come si ricorderà, la sua candidatura aveva allarmato diversi esponenti del mondo cittadino milanese perché nella famiglia d’origine della giovane non si nascondono simpatie nei confronti di organizzazioni come Hamas. Anche ieri, il consigliere Matteo Forte (Ap) è tornato ad attaccare, invitando i cittadini a farsi un giro sui profili dei social network della madre di Sumaya, dove si trovano numerosi messaggi in cui «si inneggia alla resistenza palestinese». In un post compaiono uomini incappucciati in tuta in mimetica, armati di mitra e lanciarazzi, in un altro i leader storici di Hamas, in un altro ancora l’ex presidente egiziano Morsi. Informato, ieri Sala ha preso tempo: «Non ho visto e per rispetto a Sumaya fatemi verificare prima di commentare».
Sono dati di fatto che dovrebbero far riflettere, così come il fatto che a Milano fra le due candidate musulmane del Pd Sumaya ha raccolto più voti di Maryan Ismail, somala, un profilo decisamente più moderato. Ma Maryan, anche se Sala vincesse, non entrerà in consiglio.

DISTRUGGI ISRAELE. Sul Foglio oggi in edicola, Cristina Giudici racconta un altro paio di cose interessanti. Innanzitutto che «solo pochi giorni fa Sameh Meligy, giovane informatico egiziano membro dell’alleanza islamica d’Italia (di cui il presidente dell’Ucoii Ezzedine Elzir è membro del Consiglio dei saggi) è riapparso pochi giorni fa in un mercato rionale con Sumaya Abdel Qader, Majorino e Beppe Sala mentre distribuiva volantini per sostenere la battaglia del ballottaggio. Meligy era stato epurato dalla lista del Pd per il consiglio di zona 4 dopo che il Foglio aveva pubblicato un suo post in cui appare abbracciato a Tareq Suwaidan – il predicatore yemenita rifugiato in Kuwait noto per le sue invocazioni a favore della distruzione di Israele».

SUMAYA E L’ARCIGAY. Il secondo fatto raccontato dal Foglio riguarda una gaffe di Sala che, due giorni fa, alla fiaccolata in onore delle vittime di Orlando ha presentato Sumaya agli esponenti dell’Arcigay: «Per i prossimi cinque anni dovremo lavorare con lei». Nota giustamente il Foglio: «Non si pretende che lui (Sala, ndr) conosca il Corano, ma l’alleanza del Pd con l’anima ultraconservatrice e islamista della comunità musulmana che invoca la situazione di Israele e punisce l’omosessualità resta un enigma».

Foto Ansa

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5 commenti

  1. Menelik

    Ma il problema di quelli (Galasi e compagnia) è che sono incrollabilmente convinti che tutto gli andrà sempre liscio come l’olio, si sentono dio in terra, che non ci saranno mai più guerre almeno in Italia perché loro non le hanno conosciute da quando sono nati dunque non gli potrà succedere mai di trovarsi in mezzo ad una, sono convinti che il progresso gli consentirà di superare la sofferenza di qualunque tipo, anzi, sono convinti che il progresso annullerà la sofferenza, e se restasse un pelo di sofferenza, con un po’ di droga libera ti passa.
    Finchè arriva la legnata sui denti e allora finiranno a panza per aria e si chiederanno anche cosa è successo a cambiare così.
    Per lui e quelli come lui togliere i Cristiani di mezzo significa un altro passo verso l’annullamento del dolore ed il raggiungimento della felicità e della possibilità di trasformare ogni loro desiderio in realtà.
    E sono convinti di essere tanto intelligenti e noi siamo molto stupidi.
    In fin dei conti fanno anche pena.
    Saranno anatroccoli che si faranno sbranare dagli islamici che hanno chiamato a casa nostra….nostra purtroppo, di noi e quelli come Galasi e quelli che fanno trollaggio qua.
    Noi saremmo capaci anche di morire per difendere la nostra identità, loro non potranno che essere sottomessi agli islamisti.

  2. Ferruccio

    Tutti i teologi dell’Islam sono concordi nell’affermare che dove la sharia è applicabile legalmente in quanto sussiste una maggioranza di musulmani è lecito emettere sentenze di morte per gli omosessuali. Quindi se Galasi vuole morire non dovrà fare altro che promuovere i diritti degli immigrati e la politica dell’accoglienza…

  3. Antonio

    Sumaya è l’avanguardia degli islamici che barattano voti in cambio di libertà di avere quartieri, negozi e spazi tutti loro, come a Molenbeck in Belgio dove la bassa politica del sindaco locale socialcomunista ha creato un’enclave di terroristi proprio scambiando voti con gli islamici.
    Vogliamo un enclave di terrorismo islamico pure a Milano?
    Galasi come al solito si fuma troppe canne! Se prendono il sopravvento gli islamici, gli arcobaleni come lui finiscono giù dai tetti, non sono come noi cattolici che può offenderci come vuole e noi poi preghiamo per la sua conversione.

  4. Sebastiano

    Al divertente Galasi:
    “Israele è un errore storico, politico, una truffa. In caso di errore che crea danno, sai cosa si fa a casa mia? Ctrl+Alt+Canc!”
    Detto da Abdallah Kabakebbji, che di Sumaya Abdel Qader è il consorte. Dici che si parleranno tra loro, almeno in casa?

    P.S.: sei scaduto come una mozzarella di due anni, il link che scodelli (credendo di fare uno sgoob), l’aveva già segnalato Tempi:
    https://www.tempi.it/pisapia-teme-per-il-dialogo-interreligioso-a-milano-cominci-a-guardarsi-in-casa#.V2GNwTJf2Ah

    Distrattone…!

    1. Susanna Rolli

      A Sebà…graaande!! Aggiungo che il problema dell’islam nel PD sono l’islam e il PD.

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