Mi si è spezzato il cuore. Come osano usare la foto di mia figlia down per vendere un test prenatale?

Di Benedetta Frigerio
18 Giugno 2015
Una madre ha scoperto che un'azienda le ha rubato la foto per sponsorizzare un prodotto con lo slogan: "Non permettere che capiti anche a te".

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In Inghilterra sono in forte aumento gli aborti di quei bambini che potrebbero essere affetti da sindrome di Down o altre malattie genetiche. Tra le cause principali ci sono nuovi test del sangue, disponibili sul mercato da pochi anni, che vengono presentati come «necessari per non mettere a rischio il bambino non nato». Solo se sano ovviamente. Come riportato dal dipartimento della Salute inglese, è l’alternativa all’amniocentesi, che prevede il prelievo con un ago del tessuto del bambino in grembo rischiando di ucciderlo.

CRESCONO GLI ABORTI. Se nel 2011, 2.300 donne hanno scelto l’aborto perché il bambino presentava malattie genetiche (soprattutto la sindrome di Down), nel 2014 il numero è salito a 3.100. Una crescita del 34 per cento.
Secondo gli esperti il test del sangue “fai-da-te”, venduto a 500 sterline e utilizzabile a domicilio, è diventato più popolare dell’amniocentesi grazie alla sua parvenza meno invasiva. Il test, però, ha anche un più alto margine di errore diagnostico.

POCO TRANQUILLI. Questi test possono dare tre possibili risultati: sano, malato, molto probabilmente malato. Ma c’è un problema, come ricorda Jane Fisher, direttrice della organizzazione Antenatal Results and Choice: «Le statistiche dicono che l’uso dei test più invasivi è calato drasticamente. È importante ricordare che questi nuovi test sanguigni non sono test diagnostici, indicano una probabilità. Quindi le donne che figurano ad alto rischio dovrebbero fare l’amniocentesi per confermare ogni possibile anomalia».

LA FOTO RUBATA. In questi giorni, la madre canadese di una ragazzina down malata di tumore si è scagliata contro l’azienda Genoma, che diffonde uno di questi test, “Tranquility”. L’azienda infatti ha usato come testimonial sua figlia, rubando la sua foto dal blog della madre: «Mia figlia è stata usata [in Spagna] nel poster pubblicitario di un test prenatale chiamato “Tranquility”. Messa lì come un ammonimento: “Non permettere che capiti anche a te”». La donna, che ha chiesto di rimuovere l’immagine, si è sentita rispondere dall’azienda che l’azione è legale. Pentita per aver utilizzata la foto online e perché «ho fallito nel proteggerla», ha spiegato: «Quando ho visto con i miei occhi il suo viso dolce su quel brutto banner, mi si è spezzato il cuore. Mentre la mia ragazza si batte con coraggio per la vita, questa azienda si chiede se quella stessa vita sia degna di essere vissuta o meno. Come osano?!».

«CAMPAGNA DENIGRATORIA». E poi, ha continuato la madre, «parliamoci chiaro, con un tasso di abortività del 90/95 per cento in questi casi, l’obiettivo principale di questi test non è la preparazione dei genitori (alla nascita del figlio, ndr). Lo trovo moralmente riprovevole». Se si sono ridotti a rubare una foto, secondo lei, è perché «non riuscivano a trovare un genitore disposto» a mettere la faccia di suo figlio su quel poster. Infine, spiega la donna: «La campagna è così denigratoria nei confronti di persone con la sindrome di Down che ha prodotto una valanga di reclami da parte dei genitori interessati e degli attivisti per i diritti dei disabili in Spagna».

@frigeriobenedet

Foto bambina da Shutterstock

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55 commenti

  1. Gianna

    Ma per carità…basta con questa ipocrisia e falso perbenismo: la sindrome di down, con tutto rispetto, è una malattia e checché se ne possa dire è così, e non tutti se la sentono di crescere un bambino down. Non vedo cosa ci sia di male e soprattutto non vedo cosa ci sia di offensivo nello slogan della pubblicità. Sono scelte

    1. giovanna

      ucci ucci, sento odore di trollucci !
      gianna-gianni-filomena-xwzwk….il vizio del nick d’appoggio non lo perdi proprio, eh !
      ultimamente pure prendendo il nick da altri !
      che figura maeschina !
      poi, i nick d’appoggio sono quelli che dicono le cose più disumane, più obbrobriose, più animalesche…come le mitiche lena e diamante !
      ma una bella curetta psichiatrica, possibile che non si trovi ?
      almeno, un’assistente sociale !

  2. leo aletti

    Questo è razzismo puro. Noi viviamo immersi dal prevalere di questi fatti, mi viene da chiedere fino a quando? Vi è una certezza non prevarranno.

  3. Valeria

    Capisco la sofferenza di questa madre, che cosa orribile!!
    Ma quello che mi viene da dire è: come osano usare la foto di chiunque per pubblicizzare un test prenatale? È come dire “se i genitori di costui avessero fatto questo test, questi non sarebbe mai venuto al mondo”. Che mancanza di rispetto.
    Ciò detto, da quanto ho capito qualcuno ha salvato la foto della bambina, l’ha caricata su una piattaforma online e da lì la compagnia di test prenatali l’ha scaricata. In un articolo americano ho letto che la compagnia si sarebbe scusata e avrebbe rimosso i cartelloni.

    1. SUSANNA ROLLI

      Almeno almeno le scuse, come minimo!

  4. To.ni

    Non ci si può meravigliare, se questi bambini li vogliono tutti abortiti che rispetto possono avere per i genitori o per una creatura che è sfuggita a questa mattanza.

    1. Ducato

      Lo stesso che hai tu per la tua coerenza quando questa presunta “mattanza”la finanzi con le tue tasse facendoti magari curare dagli stessi medici che la attuano. Convinti di fare il loro lavoro bene tanto per te quanto per le donne che abortiscono.

      1. To.ni

        Io con le tasse pago il Servizio Sanitario. Se lo Stato differenziasse le tasse per quota “aborto” e quota “cura … vera” sarei in grado di fare delle scelte e credo pure i cattolici veri, non quelli adulti. Se un medico è abortista lo evito e non lo considero medico.

        1. Ducato

          Ma guarda. Invece lo stato non differenzia, Tu lo paghi finanziando quella presunta “mattanza”, e se ti permetti di insultare un medico ti prendi una denuncia per diffamazione.
          ma perché perdo tempo? Quelli come te vivono di parole….

          1. Ducato

            E io uno come te, che vuoi farci, non lo considero un uomo.

          2. To.ni

            Non perdere tempo con me, continua a fumare quello che stavi fumando. Sei talmente deprimente che non vale coniare pensieri con uno come te… cadono le braccia per non dire altro.
            Cosa non capisci del fatto che uno non paga l’aborto e paga le tasse per un servizio per tutti i cittadini?
            Dove vedi l’insulto se io dico che un medico che pratica l’aborto per me non è un medico? Chi mi potrebbe denunziare? Parli con cognizione di causa?
            Il tuo stile lo conosco . Sei paperotto – helveticus? O sganarello? O un misto dei due? Se uno dovesse capire che sei un uomo da quello che sei in grado di scrivere le scimmie avrebbero titolo per insegnare nelle scuole.

          3. SUSANNA ROLLI

            aiuto!

          4. Un medico abortista commette omicidi, per quanto legalizzati, come pure tutti coloro che collaborano a questo fatto (dalla madre connivente sino ad anestetisti e compagnia cantante). Denunciami pure, ora.

        2. xyzwk

          Se un ginecologo non è abortista, non è un medico.
          Esattamente come un anestesista di terapia palliativa che si rifiuta di dare la morfina a un paziente, non è un medico.

          Nessuno ti obbliga a svolgere la professione di medico. Non si tratta della leva obbligatoria.

          Un medico obiettore è come un vegetariano che va a lavorare in macelleria e si rifuta di vendere carne ai clienti. Non sei obiettore, sei un boicottatore che vuole imporre a tutti il proprio pensiero.

        3. xyzwk

          Se il servizio sanitario differenziasse quota “malattie” da quota “malattie congenite”, sarei in grado di non spendere i miei soldi per chi decide consciamente di mettere al mondo un figlio, malato, con un aspettativa di vita di pochi anni, che grava sulle mie tasche.

          1. To.ni

            Chi ti guarda gemellini mentre produci questa cacca ? Valentina? Lena? Diamante? Giada?
            Curati non pensare solo che devi avere un mondo x copiare…. non è normale non è sano.
            Io pago volentieri il servizio sanitario per farti assistere e curare.

          2. To.ni

            Il post mi è finito giù ma era indirizzato all’accozzaglia di lettere. La fallita imbrogliona.

            La Bonino ci ha dimostrato che per essere un abortista basta avere una pompa di bicicletta. Ammazzare è più facile che curare. I falliti fanno sempre le cose che riescono meglio.

          3. To.ni

            Xyzwk

            Il “fallita”fa sempre ed unicamente , in tutte le mie discussioni, al fallimento umano. L’unico, e grave, che conta. Chiunque difende l’aborto, se non si è capito finora mi scuso per questo, è un fallito umano. La cosa e onnicomprensiva ed include tutte le sue dimensioni. Per esempio dice di amare una persona? No, è fallita e copula in maniera sterile con un contorno di una accozzaglia di cose emotive (nella migliore delle ipotesi).
            Per questo … curati… ed io pagherò “più tasse” per questo se me lo si chiede.

          4. SUSANNA ROLLI

            aiuto!

          5. To.ni

            “Copulare” non “copiare” anche se copia ed incolla è l’unica attività che riesci a fare.

          6. SUSANNA ROLLI

            E tutti gli imbecilli che nascono, crescono, si riproducono sulla faccia della terra ? Ci devon pensare i non imbecilli a mantenerli, forse? Devono gravare sulle loro spalle? AH, no!, bisogna che il S.S.N. si modernizzi e sia piu’ esplicito, che gli imbecilli mica tutti son disposti a mantenerli col proprio sudore!!

      2. SUSANNA ROLLI

        L’ Assoc. Comunità Papa Giovanni XXIII fornisce un modulo -per chi non lo sapesse- ove si dichiara che non si intende finanziare l’aborto con le proprie tasse, ma si può investire la stessa cifra -per es- per sostenere la stessa comunità che aiuta le donne a non abortire, con ogni mezzo (offrendo loro anche ospitalità, se non erro); Potete visitare il sito della Comunità, lo stesso Don Benzi diceva che era il minimo che si poteva fare presentare quel modulo al momento della dichiarazione dei redditi.Grazie.

        1. xyzwk

          Come si agisce per l’obiezione fiscale (dal sito indicato sopra: Associazione Papa GiovannXXIII ).

          “Chi vuole fare obiezione alle spese abortive (OSA) deve effettuare il versamento di una cifra (si suggerisce una cifra simbolica, in quanto non è l’entità della cifra che conta, ma il gesto in sé) a favore di una realtà opera in difesa della vita nascente. In particolare il versamento può essere fatto al servizio ‘Maternità difficile e vita’ della Comunità Papa Giovanni XXIII, che ha lo scopo di aiutare le gestanti tentate di abortire a riconsiderare la loro decisione e di sostenere le madri che incontrano difficoltà nel portare avanti la loro gravidanza. L’obiettore dovrà inviare una ‘dichiarazione di obiezione’ al Presidente della Repubblica e al presidende della propria regione pubblicizzando al massimo il suo gesto presso amici, conoscenti, stampa locale… Al momento del pagamento delle proprie imposte l’obiettore può effettuare un gesto di disobbedienza civile, trattenendo la cifra versata per la vita nascente dalle tasse dovute o chiedendone il rimborso se a credito.

          Chi sceglie di non pagare una parte delle imposte allo Stato dovrà nel tempo affrontare le conseguenze di tale decisione.”

          Per chi è interessato si legga bene l’ultima riga!!!!

          1. giovanna

            Xyzwk :troll in azione ! Non dategli da mangiare !

          2. To.ni

            Ma poi che imbecille: “Indicata dall’Associazione….” (noto documento della Chiesa) non come S. Tommaso d’Aquino (che ha detto tutto … anche in questo). Dato che c’era poteva mettere le direttive in materia date dalle “Giovani Marmotte…”

          3. To_Ni

            Vai a cambiare i pannolini ai gemellini invece di perdere tempo.

          4. SUSANNA ROLLI

            Infatti i cristiani coerenti han sempre subito qlcosa, è una novità? “Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi..” , ma non finisci in galera per questo; magari ci potresti finire in un eventuale prossimo futuro se il gender verrà obbligatorio (ma questo è un altro discorso).

        2. To.ni

          Cara Susanna,

          il mio dare dell’imbecille sotto non è assolutamente riferito a te, ma a chi come quel nick composto da una accozzaglia di lettere il quale indica soluzioni con l’intento malvagio che ha sempre contraddistinto i suoi interventi (tu non la conosci, io si, è una imbrogliona spudorata che ha mentito per mesi). Sebbene che un giudizio tale direzione è estendibile al Ducato che ha un pistone nella scatola cranica (ma neanche questa è collocata nel posto giusto).

          Ma voglio affrontare con te la discussione sul non pagare le tasse (perche questo si tratta:

          Una cosa è se si tratta dell’ipotesi di una tassa pensata unicamente al fine di sovvenzionare una attività eticamente malvagia (proprio intrinsecamente) . Se esiste questa tassa i cui proventi fossero destinati esclusivamente nell’aiutare le donne che vogliono abortire, correrebbe l’obbligo morale di astenersi dal versare simile tributo. Infatti in questo caso come cittadino opererei direttamente con i mie soldi a compiere malvagità.

          Diverso il caso quando una tassa include tutto . La tassa in questo caso non è concepita per aiutare solo le donne ad abortire ed io la pago in quanto non E’ ASSOLUTAMENTE MIA INTENZIONE aiutare chi abortisce ma solo per essere giusto nei confronti di tutti quei cittadini che hanno malattie vere e disperanti (pensa ai mali terribili che affliggono le persone) verso i quali non posso nascondermi dietro pretestuose trattenute (calcolabili chissà come ecc ) sulle tasse.

          Poi c’è un altro aspetto connesso. Se fosse legittimato un atteggiamento di questo tipo si costituirebbe un precedente che legittimerebbe qualsiasi atteggiamento di disubbidienza civile, anche la più infame. Riflettici su questa cosa, parti dall’evidenza che se abbiamo diritto noi l’hanno pure loro: Immagina per esempio una creatura dolce e delicata Xyzwk (sono molte come lei) , che odia dal profondo di se stessa la nostra Chiesa. Cosa gli impedirebbe di farsi la “trattenuta” sulle tasse scolastiche perché non vuole pagare l’insegnamento di religione nelle scuole o per le paritarie. Lei si farebbe trattenere i soldi anche nell’ipotesi di aiutare a desistere chi vuole abortire per motivi economici ( è cattiva) . Oppure, a fronte di un sussidio da parte dello stato, per le donne che scegliessero di crescere i propri figli, negli anni di maggiore bisogno, rifiutando ogni cultura filomenica ( Filomena è Xyzwk). Questa è brutta gente che ancora non ha espresso a pieno la loro potenziale crudeltà.

          1. SUSANNA ROLLI

            Capisco, e comincio a credere che sei un giurista. Un giurista buono. Eppoi -ad esser sinceri- col marasma che vige oggi anche nella sanità, che non si capisce oramai piu’ niente, si dovrebbe non pagare le tasse anche per le fecondazione artificiali ,per esempio (le quali, se non erro, sono invece gratuite) che mietono embrioni, e, a pensarci bene bene,potrebbe saltare fuori altro ancora..Mi balenano pure i trapianti a cuore battente, ma qui mi fermo, se no poi ne vedo troppe di tasse sanitarie da non pagare. Grazie, di nuovo.

          2. To.ni

            Solo una cosa: hai letto sotto il post della xyzwk? Lo vedi che volentieri non pagherebbe le tasse per i bambini down? Che alla fine la bambina della foto per lei poteva essere morta? Che puoi dedurre che per lei la madre è una parassita che si fa mantenere dai contribuenti? Che in fondo l pubblicità fatta per lei è giusta?
            Ma la cosa più importante: Lo vedi contro quali bestie dobbiamo combattere? Che squallore necrofilo? Che l’unico orizzonte della sua squallida vita è il suo zozzo ombelico? Che quando parla di civiltà una come lei fa vomitare?

        3. To.ni

          Ti ho scritto un post che è in moderazione

  5. mery

    ma niente paura. sicuramente nel mare magnum dell’enciclica ecologica, ci sarà spazio anche per l’ecologia dell’umano.

  6. MicheleL

    Sono contrario all’aborto e ritengo questa vicenda orribile perché non rispetta il diritto alla privacy e all’immagine. Ma credo che ogni lotta vada condotta con onestà. L’amniocentesi non preleva tessuto dal bambino, ma preleva il liquido in cui “galleggia”. È un esame che ha come ogni procedura medica dei rischi, ma uno studio su più di 37000 casi ha quantificato il rischio allo 0,031%. Si tratta di un esame che può essere essenziale per salvare la vita del bambino in casi in cui si può intervenire a livello prenatale con opportune terapie farmacologiche ad esempio.

    1. To.ni

      Infatti viene proposto sempre per salvare la vita al bambino

      1. Michele L

        Cosa c’entra? Ho solo fatto notare che nell’articolo c’è una grave imprecisione.

        1. To.ni

          Sono andato fuori tema? Io solo voglio dire che dietro l’amniocentesi spessissimo viene eseguita per vedere eventuali difetti ed abortire. Ora ci sono altri strumenti per fare esami in casa per l’identico fine … l’aborto. Io leggo questi fatti come una deriva … tu no?
          Poi dato che non ci facciamo mancare niente senza giungere alla sindrome di down di ortica l’aborto per un labbro leprino o per un difetto alle dita dei piedi (in entrambi i casi operativi). A te non risulta?

          1. MicheleL

            Certo che mi risulta, mi risulta tutto ed è sconcertante. Conosco i numeri da olocausto dell’aborto e ne sono sconvolto. Tuttavia non credo nella disinformazione, perché quando viene palesata è un boomerang che denuncia la debolezza di chi la usa e al tempo stesso può nuocere a chi della tecnica potrebbe averne bisogno per salvaguardare la salute del nascituro.

          2. Luca

            Ciao Michele,
            mi sembra però che l’articolo evidenzi come il nuovo test fai-da-te sia impreciso, non l’amniocentesi.

    2. SUSANNA ROLLI

      0,031 %..se ci fosse capitato lei in quella percentuale? Secondo i medici ero un poco anzianotta per avere il mio sesto figlio…la faccia infuriata di quel medico che insisteva che facessi l’amniocentesi!! “No, grazie, nessun ago trapasserà il MIO (come dicono le femministe) utero”. Ma ci pensa, Michele, se fosse andato male l’esame ed io non avessi avuto la mia stellina- ole avessi procurato io una invalidità con la mia curiosità? E probabilità di malformazioni di qua, e probabilità di là, e probabilità di sopra, e probabilità di sotto..Vuoi veder che tra qualche anno inventeranno un nuovo attrezzo che ci dirà se avranno probabilità di nascere scemi? C’è pur sempre l’aborto….

      1. Michele L

        Susanna, lei ha perfettamente ragione e comprendo e condivido la sua scelta. Ma si metta nei panni di una aspirante mamma che per il bene del bambino deve sottoporsi ad una amniocentesi evacuativa, o di una che ha forti indicazioni di incompatibilità materno-fetale e deve fare l’amniocentensi per sapere se iniziare o meno una terapia che potrebbe essere più pericolosa dell’amniocentesi stessa.
        Ci sono casi in cui una donna può dover fare l’esame per il bene del bambino. Non è giusto spaventare queste donne, già angosciate, dicendo loro che si prelevano parti del loro bambino o senza chiarire il rischio reale che stanno correndo.
        Una corretta informazioni rispetta tutti, mentre la disinformazione è un torto a sua volta e due torti non fanno un dritto.

        1. Giannino Stoppani

          Guarda guarda, ora l’aborto lo si pratica “per il bene del bambino”.

        2. To.ni

          Michele solo per capire e senza polemica: sarà pure vero che l’amniocentesi può essere eseguire per dare dei farmaci ed aiutare il bambino. Pure io so che con l’esame non si prelevano pezzi di bambino..Che tu dai queste corrette informazioni non ti si può che essere grati. Ma a me sembra che tu stai ragionando rispetto ad un tema generale, come la sedia elettrica nella pena di morte facendo osservare che la corrente elettrica serve per accendere le lampadine.

          1. MicheleL

            Lungi da me giustificare chi fa l’amniocentesi con prospettive abortiste. Tuttavia, per far capire, penso che la lotta all’aborto si vinca con la solidarietà e con il rispetto. Se ogni donna fosse rispettata anche nella scelta di non tenere un bambino, se la gravidanza fosse sostenuta economicamente e socialmente, avremmo meno aborti, perché sarebbe spontaneo dare piuttosto il bambino alla luce e affidarlo alla comunità, piuttosto che sopprimerlo. Purtroppo ci sono donne che non vogliono essere madri allo stesso modo delle altre e non c’è via per indurle a farlo. Il meglio che si può fare è accompagnarle, sostenerle concretamente lungo il percorso della gravidanza. Certo, lo scarto nel numero di aborti dal 1978 è agghiacciante, ma la natalità era già a picco dal 1974. Questo significa che nel 1977 o nel 1976 gli aborti si facevano comunque, ma clandestini, con tutta la drammaticità connessa. So che lei To.Ni non ha stima per la politica in Olanda, ma è tra gli stati del mondo con il tasso di aborti minore. Questo conferma un qualche modo la mia impressione che la via per salvare tante vite passi dalla solidarietà, piuttosto che dal biasimo, anche se confesso che non conosco bene la realtà olandese sul tema.

          2. ROLLISUSANNA

            O Michele, “se ogni donna fosse rispettata anche nella sua scelta di non avere il bambino”….C’è addirittura la 194, più rispettata di così!! Cosa intendi per più rispettata? U tappeto rosso sotto i piedi prima di entrare in clinica? O ti riferisci alle preghiere fatte dai cristiani fuori dalle cliniche abortive…Le preghiere – una piccola puntualizzazione- sono l’unico conforto ed anche possibile e concreta possibilità di salvezza per il bimbo, il quale, in codesto caso, risulta essere la VITTIMA principale. Oh!, come mi piacerebbe che qlc mente illuminata scrivesse, invece :”se ogni nascituro, vivo e vegeto, che se la passa al calduccio tra liquido amniotico e rumorini intestinali della mamma fosse RISPETTATO anche nella sua scelta di POTER USCIRE UN BEL DI’ DAL PANCIONE E VEDERE LA LUCE!!”,mangiare la pappa, al paro con gli amichetti, costruire un mostro con le Lego, giocare col micio, il bau bau, etc. etc. etc.

          3. To.ni

            “Purtroppo ci sono donne che non vogliono essere madri allo stesso modo delle altre e non c’è via per indurle a farlo. Il meglio che si può fare è accompagnarle, sostenerle concretamente lungo il percorso della gravidanza.”

            Domanda 1: Le donne che sono in gravidanza e non vogliono essere madri come li accompagniamo?

            Domanda 2: In Olanda sei sicuro che le basse stime sull’aborto non sono legate all’utilizzo di pillole del giorno dopo e/o relative varianti?

            (in l’Olanda, che detesto in toto politicamente, la cosa non mi sorprenderebbe.)

          4. Michele L

            Susanna: sono d’accordo con lei che se tutti rispettassero il nascituro come lo rispettiamo io e lei sarebbe bello, ma è come dire “volemose bene”…Per farlo bisogna essere in due e per salvare una vita bisogna che sia d’accordo anche la donna che porta la vita in grembo. Quella donna che è una barriera, non solo fisica, tra la società e il bambino, oggetto del rispetto.
            Cosa intendo quando parlo di rispetto? Beh, per iniziare non dovremmo biasimare le c.d. ragazze madri. O si nasconderanno, temendo di poter essere costrette (non rispettate). Come ho fatto notare ed è facile verificare con i dati demografici, prima del 1978 gli aborti non erano meno, erano solo nascosti.
            Rispetto vuol dire che se una donna è incinta non deve esistere che senta minacciato il suo posto di lavoro, deve avere la garanzia di potersi assentare e di poter ritrovare il suo lavoro.
            Quanto vale una vita umana? Ecco, quel valore dovrebbe essere tradotto in un “costo sociale” e in aiuti economici concreti ad ogni donna che pensi di ricorrere all’aborto per difficoltà economiche.
            Rispetto vuol anche dire che per una donna che dà il bambino in adozione non dovrebbe esserci biasimo, ma comprensione e un grande plauso per non aver optato per la morte: questo atteggiamento non esiste, non esiste un senso sociale di accudimento dei nascituri, per cui si avverte solo il biasimo, che è un torto e genera un torto ancora peggiore: l’aborto e la pretesa di ricorrervi.

            To.Ni: 1) vorrei essere minimamente provocatorio e forse un po’ paradossale: se ogni mancato aborto venisse ricompensato con 100.000€, quanti aborti avremmo? Io credo praticamente nessuno. Siamo pronti a sostenere un tale costo? Se non lo siamo dobbiamo ammettere la responsabilità dell’aborto, perchè viviamo in una società in cui una donna preferisce uccidere che “perdere” alcuni mesi della sua vita. Per fare cosa in alternativa a generare la vita? Il valore di quel “qualcosa” che la donna vuole fare è il problema, il punto a cui socialmente dovremmo levare valore per restituirlo alla vita.

            2) Mi sono un po’ informato, può trovare le ragioni qui: http://bit.ly/1BrXk47 che sono più legate a sistemi anticoncezionali che non distruggono la vita. Infatti la pianificazione familiare nell’interesse comune è stata efficace già negli anni 70, quando non c’erano sistemi abortivi “del giorno dopo” e comunque un tasso di aborti tra i più bassi d’Europa. Gli olandesi, ad di là dei difetti, hanno il pregio di uno spiccato senso sociale.

          5. To.ni

            Capisco la provocazione e ti dico che se servisse sarei disposto a spendere pure i 100.00 euro, ma non è questa la soluzione perche i motivi per non abortire sarebbero da ricercare in un “senso della vita” oggi perduto.

            Conoscendo l’Olanda, pianificazione o meno, aborti o meno, non credo che il motore di eventuali mancati aborti sia per “amore della vita” (contestualizzo considerando le loro “altre scelte” per eutanasia e droghe e prostituzione) . Credo anche se gli capita un “incidente” la pillola la prendono senza pensarci due volte.

          6. SUSANNA ROLLI

            “La 194 non dovrebbe nemmeno esistere” . Don Oreste Benzi.

      2. Giu

        Io non avrei mai abortito mia figlia, ma quando mi hanno prospettato, alla morfologica, la possibilità che avesse se non qualche problema cromosomico forse una malformazione cardiaca l’amniocentesi l’ho fatta lo stesso. Proprio per le ragioni che indica Michele, sapendo da cosa è affetta la bimba si può intervenire direttamente in gravidanza o alla nascita per fare in modo che sia accolta nel migliori condizioni possibili, come prepararsi ad accoglierla se non si sa di cosa avrà bisogno?
        Anche un primo parto naturale ha il 3% di possibilità di sviluppare, per esempio, rottura dell’utero ma non per questo è indicato passare drettamente al cesareo, visto che i rischi si abbattono a quelli “di una comune operazione”.
        Purtroppo c’è qualcuno che rientra in quelle percentuali, è l’incertezza del vivere, contro la quale non possiamo fare altro che affidarci alla nostra Mamma Celeste e all’Angelo Custode.

        1. SUSANNA ROLLI

          aiuto!

        2. SUSANNA ROLLI

          A me perchè ero anzianotta…ma ti par una ragione? sento odore di guadagno in dollari, e vorrei tanto sbagliarmi..

  7. SUSANNA ROLLI

    Io ormai non mi stupisco piu’ di niente..Cara signora, se mi legge -sarà fatica- innanzitutto provi a perdonarli, perchè quando si tratta di perdono Dio si fa avanti in modo del tutto particolare e lei pure ne trarrà beneficio, mi creda..PERO’ LI DENUNCI -se no troppo comodo per loro!, se puo’, per cortesia, perchè possa servire di lezione, e poi per la bimba che se si vedesse e riconoscesse -magari anche da adulta- sarebbe un troppo forte dolore…Mi scusi se mi son permessa.

    1. Michele L

      Temo che non sia possibile rivalersi legalmente perchè, per quanto possa suonare incredibile, la maggior parte dei siti è proprietaria dei materiali che ci pubblichiamo dentro. Quando si accetta la chilometrica lista delle condizioni, che nessuno ha il tempo di leggere, molto spesso è indicato ciò.
      Mi pare di capire che questa mamma ha pubblicato le foto di sua figlia in questo modo e così ha perso il diritto di opporsi al loro utilizzo per fini commerciali.
      Questo ci fa capire quando debole sia la difesa politica dei cittadini verso le grandi multinazionali delle tecnologie dell’informazione che spadroneggiano su internet, ovvero su quella che sempre più prepotentemente sta diventando una importante declinazione della vita di tutti noi.

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