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Su Dagospia si scrive: «Che fosse tagliata fuori dai giochi, irrilevante e fastidiosa come una ronzante mosca estiva, Giorgia Meloni doveva ficcarselo in testa quando l’altro giorno ha chiamato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, per fermarla sulle contromisure europee al "dazismo" trumpiano. Lo scambio telefonico tra le due signore ha avuto accenti piuttosto aspri. La Thatcher della Garbatella ha insistito sulla necessità di "scongiurare in tutti i modi una guerra commerciale" applicando dei contro-dazi. L’ex portaborsette di Angela Merkel, che Starmer e Macron hanno trasformato nella Kaiser di Bruxelles, le ha risposto con piglio teutonico che non solo i "parassiti europei" (copy Vance) avrebbero dovuto imporre dei dazi prima del "Giorno della liberazione" Usa, ma che la decisione finale sulla politica commerciale dell’Unione appartiene solo a lei. Come a dire, "a Cosetta, non t’allarga, qui comando io…"».
Gli antimeloniani franco-torinesi sono molto cauti perch...
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