Contenuto riservato agli abbonati
Da quando è iniziata la campagna elettorale (ma in realtà la questione si ripropone ciclicamente da qualche tempo) assistiamo quotidianamente a uno strano paradosso: l’unica leader di partito donna in Italia deve giustificarsi per il suo essere donna. O meglio, per il suo essere donna non inquadrata tra le fila di chi si è autoproclamato unico difensore dell’uguaglianza e della gender equality.
La leader che non piace a giornaliste e influencer
Editorialisti, vicedirettrici di giornali progressisti, cantanti, attrici, cantanti-attrici e scrittrici femministe si alternano a spiegarci che sì, la presidente di Fratelli d’Italia è donna, ma in fondo non troppo. «Giorgia Meloni ha un problema con le donne?», si chiedeva qualche giorno fa Antonio Polito sul Corriere, spiegando che gli attacchi che la leader del centrodestra riceve da giornaliste e influencer testimonierebbero una sua lontananza dal mondo femminile. Meloni ha risposto il giorno dopo in modo convincente, anche se naturalmente...
Contenuto a pagamento
Per continuare a leggere accedi o abbonati
Abbonamento full
€60 / anno
oppure
Abbonamento digitale
€40 / anno