Meeting. Sorpresa: quanti “fili d’oro” nella giungla ostile dell’arte contemporanea

Di Luca Fiore
18 Agosto 2015
Una mostra a Rimini per provare a capire l'accadere dell'arte oggi. E magari, con un briciolo di curiosità e di fortuna, incontrare un nuovo Giotto

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Questo articolo è tratto dallo “Speciale Meeting” contenuto nel numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti). L’autore, Luca Fiore, è curatore della mostra “Tenere vivo il fuoco. Sorprese dell’arte contemporanea”, che sarà allestita alla fiera di Rimini da giovedì 20 a mercoledì 26 agosto 2015. 

L’arte contemporanea è un po’ come le divisioni a due cifre. Un attimo prima appaiono come completamente incomprensibili, poi, a un certo punto, qualcosa scatta nella testa, e si inizia a vedere e capire quel che prima non si vedeva e non si capiva. Ma che fatica arrivare a quel punto… Occorre impegno e un briciolo di curiosità.

La grande differenza tra le operazioni matematiche e l’arte è che quest’ultima non serve a niente. Ed è proprio per questo motivo che l’uomo, dai tempi delle incisioni rupestri, ne sente così tanto la necessità. L’arte è il luogo in cui l’uomo prova a fare un balzo oltre se stesso per arrivare in uno spazio imprevisto, gratuito. I desideri, le paure, le gioie cercano sempre un modo per esprimersi attraverso un gesto non necessario: un fiore all’amata, una carezza a un figlio. O un quadro, una scultura, una fotografia. Ne abbiamo continuamente bisogno. Anche oggi, ora. E l’energia che ci spinge a cercare qualcosa di superfluo che esprima ciò che di più indispensabile abbiamo è contemporanea a quella che sprona gli artisti a produrlo. Continuamente.

Tenere vivo il fuoco
È per questo che l’arte ha un solo tempo: il presente. È qualcosa che avviene continuamente. Anche se non sappiamo dove e come accadrà. La sorpresa è la sua arma di seduzione preferita. Pensare che ci siano canoni prestabiliti per riconoscerla sarebbe ingabbiare lo stupore.

La storia dell’arte è fatta di un continuo susseguirsi di istanti presenti, nei quali sono apparsi, da qualche parte, eventi sorprendenti e imprevisti. Anche l’arte antica, una volta è stata contemporanea. Anche Giotto… Che rivoluzione rispetto a Cimabue! Entrambi hanno una forza in grado di attraversare il tempo e raggiungerci e toccare quelle corde che non pensavamo che potessero più vibrare. Eppure anche per Giotto: che fatica capire il perché e il percome. Per noi oggi, ma anche per i suoi contemporanei. Non è molto diverso da quello che capita per gli artisti di oggi. Per incontrare quello che fanno occorre un’apertura di credito, senza la quale nessun tipo di comunicazione potrà mai avvenire.

anish-kapoor-ansaD’accordo, non bisogna nasconderlo: oggi il sistema dell’arte contemporanea ha mille difetti. Ci sono i furbi, gli spregiudicati e i cinici. Il denaro, spesso, sembra essere il punto di partenza, oltre che di arrivo, dell’opera. Eppure la sfida dell’incontro con l’uomo di oggi, così com’è, vale sempre la pena giocarla. Rinunciarvi sarebbe troppo rischioso: ne andrebbe di un pezzo della nostra umanità.

Per questo è nata la mostra “Tenere vivo il fuoco. Sorprese dell’arte contemporanea” per il Meeting 2015. È pensata come una via d’accesso a questo mondo che troppo spesso sentiamo come lontano e ostile. Il visitatore sarà accolto da un video che proverà, non senza ironia e un linguaggio accessibile, a mettere in ordine le idee nella giungla caotica degli artisti di oggi. Poi sarà la volta del racconto, tramite video, immagini e brevi didascalie, di sette opere di sette autori viventi (il più vecchio è nato nel 1946, il più giovane nel 1970). Uno solo usa tele e pennelli. Soltanto uno lo definiremmo, normalmente, “scultore”. Gli altri? Usano i linguaggi consegnati dagli ultimi cento anni di storia dell’arte: dalla performance alle installazioni.

Sono esempi. Li abbiamo chiamati “fili d’oro”, scoperti nel fango dell’arte di oggi. Pensiamo che testimonino un’autentica passione per l’umano. I nomi degli artisti? Venite a Rimini a scoprirli.

@lucafiore

Foto Ansa

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5 commenti

  1. SUSANNA ROLLI

    Di’, Giovanna, sarebbe bastato legger fino in fondo, vero? Che testa (che) ho!

    1. giovanna

      Susanna, sei così vera, e simpatica e umile !
      Naturalmente per me sono complimenti, meglio specificare, che per altri potrebbero essere insulti ! 🙂

  2. SUSANNA ROLLI

    Scorrendo la lettura una frase mi ha colpita :”l’arte non serve a niente”. E mi sono subito fermata.
    Per me l’arte “serve”: serve a chi compie l’opera (potrebbe voler mandare messaggi agli utenti, oppure potrebbe voler sfogarsi l’artista da uno stato d’animo positivo o negativo)
    Serve a chi guarda l’opera, si mettono in moto i neuroni, e l’anima!
    Michelangelo nella Pietà è più eloquente di tanti scritti, e quel Mosè che pure una martellata ha ricevuto -povero!- non è da meno…
    Come l’arte non serve a niente!, forse non ho capito.

    1. giovanna

      Cara Susanna, l’arte non serve a niente nel senso che non ha una utilità prettamente pratica, come invece le divisioni a due cifre !
      E infatti l’articolo ,poi, dice quello che dici tu :
      “L’arte è il luogo in cui l’uomo prova a fare un balzo oltre se stesso per arrivare in uno spazio imprevisto, gratuito. I desideri, le paure, le gioie cercano sempre un modo per esprimersi attraverso un gesto non necessario: un fiore all’amata, una carezza a un figlio. O un quadro, una scultura, una fotografia. Ne abbiamo continuamente bisogno..”
      Bell’articolo !

  3. giulia

    Quello che volete ma io in casa mia certe schifezze manco morta!!!

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