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Carissimo direttore, gli ultimi decenni hanno visto i politici cattolici, o presunti tali, candidarsi con partiti di varia estrazione. L’elettorato cattolico ha reagito in modo vario, chi domandando il perché di tale divisione, chi accogliendola come circostanza dei tempi attuali, chi salutandola come forma di nuova libertà dei cattolici in politica. Oggi, rispetto agli anni Novanta, in cui, ancora ragazzo, andavo nei palazzetti di Milano a sentire in cosa consistessero la sussidiarietà e la parità scolastica, sembra essere tramontato il substrato culturale che si concretizzava in una presenza politica. Mi sembra che sia possibile portare in politica una vita da cui trae origine tutto il proprio impegno sociale e politico e che può aver generato un’idea imperfetta o perfettibile oppure che si possa essere convinti che le proprie idee porteranno alla risoluzione dei problemi del Paese? Da qui nasce la mia domanda: cosa chiediamo noi alla politica e quindi agli “amici” politic...
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