Maurizio Costanzo, il maggiordomo del potere

Di Emanuele Boffi
05 Marzo 2023
Commenti unanimi per la morte del famoso giornalista, poche voci fuori dal coro. Ma ciò che ci ha davvero colpito è l'indignazione per i selfie con la De Filippi alla camera ardente
Maurizio Costanzo e Maria De Filippi 10 aprile 2015 (Ansa)
Maurizio Costanzo e Maria De Filippi 10 aprile 2015 (Ansa)

«De mortuis nil nisi bonum» si dice in latino, però, caro direttore, non le pare che con Maurizio Costanzo si sia un pochino esagerato? Sono rimasto impressionato dalla mole di commenti sulla scomparsa del famoso giornalista, una serie di peana cui non si è sottratto nessun esponente di un qualche rilievo della nostra società (politici, cantanti, giornalisti…). Una tale unanimità di giudizi positivi non l’ho vista nemmeno quando è morto il Papa (anzi).

Lorenzo Schernicola

In realtà, qualche voce fuori dal coro, l’abbiamo trovata. Filippo Facci ha scritto che fu «un banalizzatore». Marco Lodoli ha detto che fu responsabile «di una sorta di omologazione culturale […] Tutti diventavano simpatiche marionette tra le mani abili e sornione di Costanzo, tutto era uguale a tutto purché ci accompagnasse senza scosse verso il sonno». Aldo Grasso lo ha fatto elegantemente a fette parlando di «vacuità del banale». Su Tempi abbiamo pubblicato il corsivo di Davide Rondoni. Io penso che su Costanzo aveva già detto tutto Luca Doninelli in uno strepitoso romanzo di qualche anno fa, Talk Show. Costanzo è stato un maggiordomo del Potere, che ha blandito per esercitarlo a sua volta con un estremo cinismo spacciato per bonarietà.

Comunque, sì, anche io, come lei, sono rimasto esterrefatto dalla mole di commenti per la sua morte. Ma ancora di più mi ha colpito l’indignazione che si è sollevata contro quelle persone che hanno chiesto un selfie a Maria De Filippi nei giorni della camera ardente. Un profluvio di articoli sdegnati e indignati per l’insensibilità di quelle persone che, pure a pochi passi da una bara, a cosa pensavano? A farsi un selfie col personaggio famoso (che, tra l’altro, si concedeva senza troppi turbamenti). Ma di cosa ci sorprendiamo, dicevo tra me e me, se, dopo aver creato la società dell’immagine, poi la gente non abbia più un minimo senso di pietà, avendo perso da tempo il senso della realtà? Video ergo sum. Quindi, l’unico commento azzeccato sulla vicenda, lo ha scritto Massimiliano Parente: «Ma chi sono questi coglioni che si fanno i selfie con una vedova al suo funerale? Si chiamano telespettatori».

***

Caro Direttore, ho conosciuto Elly Schlein quando militavo nella Sinistra Universitaria all’Unibo. Ero all’epoca così sciocco da credere alla possibilità del compromesso storico. Eravamo gli avversari dello Student Office, legato a Comunione e liberazione, che riuscimmo a sconfiggere alle elezioni universitarie alla facoltà di giurisprudenza.

Persona brillante e intelligente, caparbia e dotata di ampie risorse finanziarie (non scorderò mai che in preparazione di un viaggio a Roma per una manifestazione, in cui prenotammo diverse carrozze, Elly era in viaggio dalla Svizzera con la sua auto, una Smart se non ricordo male), la Schlein incarna il pensiero più estremo dei liberal americani.

Ed in questo è un politico estremista, di cui tutti dovremmo preoccuparci. Ritengo che la Schlein, se arrivasse al potere, non esiterebbe a scatenare una persecuzione anticristiana, attraverso l’adozione di leggi ideologiche e liberticide che farebbero eco alla violenta cultura woke che sta purtroppo spadroneggiando nel mondo anglosassone. Esempio ne è lo sponsor del segretario del Pd alle proposte di legge di Alessandro Zan.

Lo stesso modo di fare politica, ne è esempio l’utilizzo della tragedia di Crotone, dovrebbe far riflettere su come il movimento progressista di cui la Schlein è espressione, al pari di Conte e del M5s, abbia le caratteristiche di quei movimenti totalitari che descrive Hannah Arendt ne L’origine del totalitarismo, di cui sia il partito nazista sia il partito comunista italiano dell’immediato dopoguerra sono un esempio.

Non è questa la sede per fare una analisi, ma bisognerebbe approfondire la problematica perché gli spettri del passato si potrebbero incarnare, con gli opportuni adattamenti all’epoca attuale, in persone in carne e ossa e, ciò che è più grave, in politiche liberticide e disumane.

Filippo Maltese

Guardi, non lo so se, come scrive lei, Schlein, arrivata al potere, «scatenerebbe una persecuzione anticristiana» e ci andrei molto cauto sull’accostare la sua azione politica al totalitarismo. Di sicuro, come abbiamo già scritto, ciò che ci preoccupa delle sue idee è che esse incarnano molto da vicino quella “dittatura dei desideri” di cui parlò Benedetto XVI.

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