Mattarellum o Porcellum o nessuno dei due? Guida per capirne di più

Di Chiara Sirianni
08 Settembre 2011
Fino al 25 settembre si può firmare a favore del referendum che abroga l'attuale legge elettorale, ribattezzata porcellum, e propone il ritorno al mattarellum. Il Pd è diviso tra chi appoggia l'iniziativa e chi la boccia. D'Alema fa parte di questi ultimi: «Voglio cambiare la legge elettorale ma non per tornare al mattarellum». Ecco che cosa cambia

Pochi sanno che cosa sono porcellum e mattarellum, ancora meno sono al corrente che fino al 25 settembre si può andare in Comune o in circoscrizione per firmare a favore del referendum che abroga l’attuale legge elettorale, ribattezzata porcellum, che consente in sintesi ai leader di partito di scegliere chi deve sedersi in Parlamento. Servono almeno 500.000 firme. Promosso dalla società civile e anche da alcuni esponenti di partiti (il coordinatore politico è Artuso Parisi, Pd), il referendum punta a reintrodurre i collegi uninominali.

Lo spiegano i promotori di Firmo, Voto e Scelgo sul loro sito: «Oggi i parlamentari italiani sono nominati dai segretari di partito. Non rispondono ai cittadini, ma sono fedeli a chi li ha candidati. La colpa è del porcellum, l’attuale legge elettorale, che prevede: liste bloccate per la scelta dei parlamentari possibilità di cambio di casacca in corsa per chi è pronto a tutto per conservare il posto regole diverse tra camera e senato, che determinano maggioranze instabili. Il referendum permette di tornare alla legge precedente, il mattarellum, che prevede: l’elezione dei parlamentari in collegi territoriali, eletti che rispondono ai cittadini, chiarezza del vincitore, in ogni collegio e in Italia».

E la politica? Il leader dell’Idv Antonio Di Pietro si è detto «assolutamente disposto a metterci la faccia» e ha ricordato che in occasione dello sciopero indetto dalla Cgil contro la manovra finanziaria saranno presenti nelle piazze i banchetti per la raccolta firme, segnalati da un porcellino rosa in cravatta, con una croce rossa sopra. Il Pd, invece, ha tentennato: Pier Luigi Bersani è dell’idea che della legge elettorale se ne debba occupare il Parlamento, e da mesi Parisi lamenta la mancata disponibilità a fornire uno spazio dedicato all’iniziativa nelle varie feste democratiche. Nonostante questo – e la scarsa copertura mediatica – il traguardo, secondo Parisi, è «a portata di mano». Intanto, il centrosinistra si conferma completamente disgregato: il presidente del Copasir Massimo D’Alema ha espresso posizione contraria – «Vorrei cambiare la legge elettorale, ma non per tornare al mattarellum» – e mentre il leader del Pd invita a lasciare spazio alla società civile, l’area legata a Dario Franceschini si dichiara pronta a gettarsi nella battaglia referendaria. «Il confronto sul referendum elettorale sta assumendo, all’interno del Partito democratico, toni eccessivi» ha scritto in una nota Marco Meloni, responsabile Riforma dello Stato della segreteria nazionale Pd.  Decisamente.

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