Lettere al direttore

Mattarella e la necessità di chiamare il comunismo col suo nome

Di Emanuele Boffi
22 Febbraio 2025
La lobby di Cl sul fine vita, il Nicaragua che tassa le offerte alla Chiesa e un voto in storia al nostro presidente della Repubblica. Lettere a Tempi
Il presidente italiano Sergio Mattarella con quello russo Vladimir Putin, Quirinale Roma, 4 luglio 2019 (foto Ansa)
Il presidente italiano Sergio Mattarella con quello russo Vladimir Putin, Quirinale, Roma, 4 luglio 2019 (foto Ansa)

E quindi, caro direttore, come scrive Repubblica, si sarebbe riformata la «lobby di Cl» per bloccare il fine vita in Lombardia?

Mirko Salvetti

Ma perché questi di Repubblica devono sempre buttarla in politica per spiegare le mosse altrui? Non ragionano mica tutti come loro. Capisco che per loro sia difficile da credere, ma esiste anche gente che si muove nella realtà senza fare sempre calcoli partitici o di consenso (anche perché, se li dovesse fare, su un tema come il fine vita gli converrebbe tacere o sposare la linea mortifera che va per la maggiore).

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Sempre peggio in Nicaragua. Il presidente Daniel Ortega vuole far pagare alla Chiesa cattolica le tasse sulle offerte e sulle elemosine!

Martina Serri

Come ci ha spiegato l’avvocata e attivista Martha Patricia Molina «Il Nicaragua è una grande prigione. Ortega sogna di eliminare la Chiesa».

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Caro direttore, una cosa che mi stupisce e capisco poco, ecco perché chiedo il tuo parere, riguardo allo scandalo con cui è stata accolta la reazione della Russia all’affermazione di Mattarella quando ha paragonato il regime di Putin al regime nazista. Mi sembra ovvio offendersi: ma come, dirà Putin, siamo quelli che in prima fila hanno combattuto il nazismo, quelli che hanno invaso l’Ungheria nel ’56, che hanno invaso la Cecoslovacchia nel ’68, poi l’Afghanistan, sottomesso mezza America Latina in nome del comunismo e ora arriva Mattarella che ci dà dei nazisti qualsiasi solo perché facciamo la stessa cosa con l’Ucraina? Eppure, qui da noi, tutti prostrati ai piedi dell’intoccabile Mattarella, che secondo me avrebbe meritato un 4- in storia. Boh! Sarà che è trendy essere antifa/nazi, e ci mancherebbe, ma chiamare il comunismo col suo nome, no? Nemmeno quando si ricordano le Foibe, occultate per 60 anni proprio dai comunisti italiani! Ma forse sono io a meritare un 4 in Storia.

Enrico Ventura

Caro Enrico, meriti un 8+.

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Carissimi amici di Tempi, è incredibile la pervicacia con cui i sinistri e cattocristianosinistri d’Europa non capiscano o non vogliano ammettere (per disperata convenienza politica o cattocristianoingenuità d’accatto) che siamo di fronte, anche sul piano politico, ad un gigantesco cambiamento d’epoca. Il tentativo forzato di globalizzazione fino all’annullamento delle identità nazionali, in atto dallo scioglimento dell’Unione Sovietica dell’8 dicembre 1991, ha prodotto una gigantesca reazione conservatrice in tutti i popoli. Si tratta di un fenomeno planetario che, salvo rarissimi casi (Russia), non ha (o non avrà) più nulla a che vedere con i vecchi nazionalismi aggressivi né con le cosiddette “destre estreme”. Lo ha ben capito la nuova amministrazione americana, che incoraggia nelle nostre nazioni europee partiti politici che sente a sé omogenei e alleati nello sforzo titanico di far virare la portaerei, come richiesto dai cittadini elettori. I modi della nuova amministrazione americana sono quelli richiesti dai tempi: parole di fuoco e fatti di riconciliazione (es: la tregua a Gaza è ancora in atto). Certo, il realismo con cui viene trattato Putin ci sta spiazzando ma è evidente che esso sia spinto dalla decisione strategica di staccarlo dalla Cina e dalla considerazione che, con una potenza nucleare con forti spinte apocalittico/palingenetiche si sia purtroppo costretti a trattare piuttosto che cercare di sfinirla alla distanza, con il rischio che prima o poi una bombetta atomica a qualcuno scappi. Ovvio che i primi abboccamenti siano tra i veri potenti (vedi Riad) e chi fa l’offeso lo sa bene. In ballo, similmente a Yalta, c’è il ridisegno di sfere di influenza tra Usa, Russia e Cina, con Francia e Gran Bretagna che non a caso volano a Washington la prossima settimana (ed ecco gli attuali 5 membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, tutti dotati di armi nucleari). Il ridimensionamento del peso politico internazionale dell’Europa prosegue dalla fine della Prima Guerra Mondiale: ci siamo massacrati da soli. La pace in Europa è stata mantenuta per 80 anni dagli Usa attraverso la Nato (ci ricordiamo degli euromissili di 40 anni fa?) e dalle iniziative di cooperazione europee, a partire dalla Ceca. Purtroppo l’Unione Europea è nata (1° novembre 1993) e si è sviluppata con vari trattati (desovranizzanti i singoli Stati) sotto una stella diversa, quella della globalizzazione livellatrice, che ora è in crisi. Un buon passo avanti sarebbe il cambio di maggioranza parlamentare a livello europeo, con l’alleanza del Ppe con tutte le destre, a seguito dell’alleanza in Germania di Cdu/Csu e Afd (le improvvide dichiarazioni di Merz sembrano escluderlo). Tutto ciò forse avvierebbe una stagione riformistica in senso confederale (poche cose essenziali insieme e il resto all’identità e autonomia di ciascuna nazione) e di riarmo all’interno della Nato, senza velleità terziste, per le quali abbiamo già dato nel decennio 1968/78. Ma torse purtroppo il nostro futuro è veramente la guerra, come dice Mario Mauro, con i soliti deficienti che isseranno le bandiere arcobaleno mentre piovono le bombe.

Guido Patrone

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