Matrimonio e omosessualità. Prof Galimberti, si legga Thomas Mann

Di Osvaldo Ottaviani
28 Febbraio 2016
Al sociologo che ha accusato i cattolici di farsi portavoce di «un'idea materialista della convivenza», andrebbe riproposto un bel testo dello scrittore tedesco

Nelle discussioni degli ultimi giorni sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso, è capitato di ascoltare di tutto. Compreso il professor Umberto Galimberti, che rinfaccia ai cattolici che difendono la famiglia fondata sull’unione tra uomo e donna di farsi portavoce, parole sue, di una «idea materialista della convivenza», riproponendo in tal modo una contrapposizione tra lo spirito e la carne, dove – stando al ragionamento del professore – la simpatia del cristiano dovrebbe andare al primo invece che alla seconda.

A parte la strana idea che Galimberti sembra avere del cristianesimo, è interessante notare che una secca smentita delle tesi sue (e di altri) era già stata pronunciata in un bellissimo testo del 1925 di Thomas Mann, la lettera Sul matrimonio (leggibile in una vecchia edizione Feltrinelli nella versione di Italo Alighiero Chiusano). In quel testo, lo scrittore tedesco osservava che, nel matrimonio, «si tratta non solo di fondare la carne nello spirito, ma anche, viceversa, lo spirito nella carne, e questa è anzi la cosa principale», giacché «ciò che vi è di più mirabile nel matrimonio è proprio che in esso un sogno e un’ebbrezza come l’amore col fondarsi sulla fedeltà si trasforma in azione umana, in una sorprendente avventura procreativa nell’ambito del reale».

È sorprendente osservare con quanta precisione Mann, spirito laico e (almeno stando ai biografi) non alieno da pulsioni omoerotiche, individuasse il discrimine oggettivo tra la realtà del matrimonio e la natura dell’amore omosessuale. Riconosceva che «da un punto di vista generosamente umano, emancipatorio, antiutilitario e perciò intimamente antinaturale, non c’è nulla da eccepire contro questa tendenza sentimentale», ma che nella pratica le cose stavano diversamente: «Tutto ciò che è il matrimonio, vale a dire durata, istituzione, procreazione, avvicendarsi di generazioni, responsabilità, l’amore omosessuale non lo è affatto». Alla base dello scritto di Mann c’era l’equiparazione tra il matrimonio e l’arte, entrambi espressioni eterne dello spirito umano (laddove l’amore omosessuale era equiparato all’estetismo, allo spirito dell’art pour l’art), entrambi fondati su ciò che chiamava «una coraggiosa accettazione della vita». È sconfortante notare che mentre la natura del matrimonio fosse ben chiara a un laico come Mann (che citava a suo sostegno autori quali Hegel e Hermann Cohen), mentre oggi sembra sfuggire anche a molti cattolici “adulti”.

Considerazioni di altri tempi, si dirà, legate a una visione ancora ottocentesca del matrimonio, che, se già mostrava delle crepe al tempo in cui Mann scriveva, oggi è sul punto di andare definitivamente in frantumi – anche se ancora troppo lentamente, come nota con amarezza Alberto Melloni, biasimando il persistere dell’odiosa dottrina aristotelica dei “fini naturali” del matrimonio. E invece no, protestava Mann: definire il matrimonio una «istituzione borghese» significa renderlo oggetto della «più micidiale ingiuria del nostro tempo», ossia la confusione tra ciò che è propriamente borghese e ciò che «è un dato primordiale, un fenomeno puramente umano, al di fuori del tempo e perciò incapace di invecchiare».

Perché, continuava Mann, l’istituto matrimoniale è legato a doppio filo alla natura umana, e «la messa in questione di ciò che è eternamente umano, di un’istituzione originaria, ad opera del nostro tempo, non potrà mai essere altro che una transizione, non già una vera fine». Non è un caso, allora, che l’attacco contro l’idea del matrimonio (come istituzione “patriarcale”, si direbbe oggi) giunga proprio da coloro che vogliono abolire l’idea stessa di una “natura umana” da rispettare e preservare.

All’epoca, Mann poteva chiudere il suo scritto con considerazioni tutto sommato ottimistiche: come può ciò che è “eternamente umano” finire per sempre, solo perché una determinata epoca storica si arroga la presunzione di dichiararlo oramai impossibile? Basterà questo a salvarci dalla retorica dilagante degli arcobaleni, degli appelli in nome del “diritto d’amore” e dalla cieca volontà di annullare tutte le differenze, anche quelle oggettive, col pretesto di una malintesa lotta contro le discriminazioni?

Foto Ansa

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49 commenti

  1. Tomas

    Si sì … omofobia interiorizzata…e tra poco si dirà che l’ amore eterosessuale è reazionario e violento.
    Tra poco l’asino vola e si potrà fare l’amore a tre a quattro e tutto sarà legale anzi liberatorio.
    Così interiorizziamo che l’asino cammina o al massimo corre e che siamo contro la libertà e andremo in psicanalisi per questo.
    Avanti un altra cazzata che c’è posto per tutti.

  2. Eccle

    Galimberti da vecchio marxista manifesta la radice gnostica del marxismo e del comunismo; lo gnosticismo vedeva nella materia e nel corpo il male, nello spirito il bene, solo che attribuisce la concezione gnostica dell’anima anche al Cristianesimo… Il materialismo storico in effetti è una vera e propria ideologia in senso marxiano del termine, una maschera che copre il vero scopo delle teorie propugnate!

  3. giovanna

    Eddai, trollona, ti presenti come una accigliata e glaciale e compassata educatrice dell’ottocento, che distribuisce a destra e manca patenti di educazione, come “marcellofuriani”, e poi mi sbrocchi con epiteti pacchiani e grezzi ( blog-spazzatura, povera deficiente , per dirne due ) come “goffredo ” ???
    Eh, non ci sono più i troll educati , educatissimi, super-educati di una volta !
    Trollona, mi riaffaccio appena posso, oggi sei troppo spassosa per perdermi le tue trollate !!!

    Ma escludi sempre a priori di cercare un aiuto qualificato ?
    Immersa nella tua grigia , grigissima, nera solitudine, peggiori sempre più.
    Ci vorrebbe, oltre ad un bravo psichiatra, un amico, un amico in carne e ossa.
    Non è facile, nelle tue condizioni, ma , fossi in te, ci proverei con impegno.

  4. Goffredo

    La definizione di “famiglia allargata” non e’ certo mia. Basta andare a studiare un po’ anziché’ perdere tempo su blog-spazzatura come questo. Fa veramente ridere quel veneto che tratteggia “il mulino bianco” come modello tradizionale della sua regione. Gli consigliamo di approfondire alla voce “maso chiuso” (le unita’ montanare caratterizzate dall’endogamia) e il triste ruolo degli orfanatrofi nella storia della sua regione . E’ veramente impressionante l’ignoranza sulle proprie radici di questa gente col cervello all’ammasso e completamente ignara della storia italiana.
    Detto questo : e’ chiaro che per mettere d’accordo tutti vanno bene le semplificazioni più’ volgari,i pregiudizi più’ stupidi, gli slogan più’ insulsi. E’ l’essenza del ciellinisimo,e a qualcosa (o a Qualcuno) dovra’ pur servire questa banalizzazione continua di tutto. Un minimo comune denominatore,insomma.
    Peccato che persino il papa si sia accorto di come questo giochetto dell’integralismo (funzionale a Qualcuno) stia portando la chiesa alla rovina. Penso che Francesco fara’ di tutto per non lasciarla trascinare nel vostro baratro morale e culturale.

    1. Goffredo

      Quanto a Thomas Mann,se e’ lo stesso de “I Buddenbrook” potreste evitare di citarlo a vanvera,dato che evidentemente di lui non avete mai letto un solo rigo.

    2. Menelik

      In primis: se consideri questo un blog-spazzatura dove perdere tempo, la via di uscita la conosci, visto che ci sei entrato.
      Ma non te ne andrai, perchè stai avvinghiato qua come la cuscuta sta avvinghiata al grano.
      In secundis: con “quel Veneto” hai dimostrato di aver letto con molta superficialità quel che ho scritto ieri, e di non averci capito un fico secco.
      Levati quel plurale maiestatis e abbassati al livello nostro, di operai.
      A dimostrazione che non hai capito un fico secco, il maso cosa era?
      Era un modello di gestione dei fondi rustici montani, dove la ridotta terra coltivabile e i pascoli in quota imponevano la necessità di non frantumare la proprietà, la quale restava nelle mani del primogenito maschio per uso antico, non latino, di origine cimbra.
      E gli altri stavano nel maso come dipendenti del primogenito cui spettava l’eredità, o se ne andavano via, e qui abbondavano soldati, preti e monache o spose in altri masi.
      Ma il modello famigliare era sempre il medesimo: marito, moglie e figli.
      “…..E’ veramente impressionante l’ignoranza sulle proprie radici di questa gente col cervello all’ammasso e completamente ignara della storia italiana….”
      Questa frase è la ciliegina sulla torta.
      Mi fa ricordare a metà anni 90 facevo il boscaiolo, ed un giorno nella sosta pranzo un nuovo arrivato rivolgendosi al trattorista, gli disse che conosceva sua moglie, era X del podere Y.
      Il trattorista gli rispose: guarda che ti sbagli, mia moglie non si chiama così, si chiama cosà e non viene da quel podere ma da quell’altro.
      Ed il cretino insisteva. Ma no, tua moglie è X e viene da là.
      Al che il trattorista s’è giustamente incavolato e l’ha zittato senza offese, ma in modo molto fermo.
      Così mi sembri te.
      Tu sai tutto, tu hai letto tutto, e ti senti in diritto di affibbiare agli altri categorie in cui gli altri non rientrano.
      Lo sai come si dice tra operai?
      Abbassa le orecchie !!
      Capito, “professore”?

  5. Marcelo Furiani

    Condivido appieno le parole del sig. Galasi.
    Aggiungo soltanto che è molto difficile non trovare in chi rifiuta pari diritti alle coppie omosessuali un fondiglio, un sedimento di omofobia. Non a caso si insiste sulla famiglia “normale” (quindi gli omosessuali sarebbero”anormali”…), “secondo natura” (quindi gli omosessuali sarebbero “contro natura…), riducendo davvero tutto a un affare genitale e disconoscendo quello psichico… ecc.
    Di cosa stiamo parlando? Di pregiudizi omofobi, e basta. Poco interessante, a dire il vero…

    1. Giannino Stoppani

      Sul fatto che il tuo fascismo interiorizzato ti fa considerare degni d’insulto tutti quelli che non condividono le tue menzogne io posso fare anche spallucce, annoverandoti senza rimorso alcuno tra le moltitudine di vittime non esattamente innocenti della propaganda LGBTPedoPorno, ma sul fatto che la disonestà intellettuale e l’ignoranza crassa supina e affettata portino a considerare una sorta di epiteto un concetto statistico di una banalità sconcertante come quello di “norma” lo considero intollerabile e perciò, tralasciando formule e simboli, te lo spiego con un esempio:
      In Italia coppie eterosessuali erano 13.990.000 mentre quelle omosessuali appena 7.591. Ebbene di gran lunga le coppie etero in Italia sono la “norma” (o “moda”)
      Capito?

      1. Marcello Furiani

        Non mi risulta d’aver insultato nessuno. Ma un omofobo rimane un omofobo, così come un eterosessuale rimane eterosessuale e un omosessuale rimane omosessuale,
        Al di là delle statistiche, che non hanno mai definito la “normalità”, ma solo un dato numerico.
        In altre parole: non siamo né io né lei quelli normali”, solo perché eterosessuali.
        Fermo restando che la visione omofoba del sesso è una visione materialistica della convivenza.

        1. giovanna

          Marcello Furiani, sei su un binario morto, come sei morta dentro tu.
          Che poi tu sia “normale” è una tua pia illusione.
          Sei fuori di zucca del tutto : una persona “normale” avrebbe bisogno di fare queste pagliacciate continue con mille nick nuovi al giorno ?
          Dammi retta, un troll psycho come te ce n’è pochi.

          1. Marcello Furiani

            Mi dispiace che lei non risponda sul tema in questione, travisando tra l’altro quello che ho scritto. Non ho detto di essere normale, anzi esattamente il contrario, se per normale si intende essere dalla parte della maggioranza statistica.
            Vada a rileggere e, se ne ha voglia, mi risponda sul tema, senza attribuirmi fantasiose identità.

          2. giovanna

            Che poi, il Galasi ti ha snobbato e ti snobba alla grande, trollona !
            Non si vuol certo immischiare con una psycho-troll come te !
            Tanto pieno e debordante di sé come vuol apparire, figurati se si mette a fare comunella con marcellofuriani-shiva-gabrielealberisi-maria-bob-nino-xyzwk-goffredo-giulia-micheleLecc ecc….sarebbe spacciato !
            L’unica che fa comunellla con questa horror-psycho-troll, cioè con te stessa, sei tu, trollona !!!
            ( Mi sembra che in tutto il tuo trollare non hai mai, mai, mai ricevuto una qualsiasi conferma, un mezzo incoraggiamento, un quinto di attestato di stima da nessuno che non sia te stessa ! )

          3. giovanna

            E si capisce pure che hai qualche problema di lettura della realtà : quante volte ti ho detto che l’uso del “lei”, così forzato e inconsueto sul web, ti caratterizza immediatamente come trollona ?
            E tu insisti, insisti con questo stucchevolissimo “lei”, insisti con “se ne faccia una ragione”, insisti con “cordialità, cordiali saluti, cordialmente “, insisti con il ritornello ammuffito che non insulti nessuno ( semmai, insulti l’intelligenza del prossimo ! ), insisti, insisti, insisti e poi pretendi pure che non ti si riconosca come la trollona !
            Sei psycho da paura, dammi retta, fatti aiutare, che da sola non ne esci.
            E ora basta, che avrei un lavoro e una famiglia da tirare avanti, tu continua pure a trollare in santa pace.

          4. Samuele

            TU SEI MALATA!!!!!!

          5. giovanna

            Dai, trollona, qui “samuele”,prova a guardarti dall’esterno : ti accuso di usare sempre nick diversi e tu tiri fuori un ennesimo horror-nick per difenderti ???
            Demenziale, non c’è che dire, demenziale.

            Nemmeno nel trollare, la tua unica specialità, hai un minimo di decenza.
            Che poveraccia.

          6. Marcello Furiani

            Ci rinuncio.
            La mia identità corrisponde al nome e cognome che vede (a differenza di lei).
            Evidentemente lei non ha altri strumenti per controbattere legittimamente quello che ho scritto, se non darmi del troll o sciocchezze simili.
            Davvero, mi creda, è tempo perso.
            Ma la miseria di un simile atteggiamento è solo la sua.

          7. giovanna

            Certo, marcellofuriani, certo, come no, condivido, non condivido, concordo ,non concordo, cordialmente, cordiali saluti, cordialità a LEI !!!
            Ciao, trollona, buona giornata: ti auguro che sia almeno di un milligrammo diversa dalla solita noiosissima, aridissima, grigissima giornata passata a trollare sul web.

          8. Marcello Furiani

            Le do del lei perché non siamo parenti. E per quella forma di banale educazione a lei del tutto sconosciuta.

          9. Giannino Stoppani

            In questo contesto l’educazione impone che ci si dia del tu.

          10. giovanna

            Trollona, tu puoi dare del “lei” quanto vuoi, ma così ti si becca subito, lo vuoi capire o non lo vuoi capire ?
            Te lo dico per la tua rispettabilità trollesca , dovresti ringraziarmi !
            Cordialità, cordialmente, cordiali saluti !
            Condivido, non condivido, concordo, non concordo !
            Ma quanto sei educata, trollona, educatissima, educatissimissimissima !
            ( non sapevo che prendere il prossimo per i fondelli, con identità e storielle inventate a ripetizione, fosse un esempio di educazione civica ! tantomeno di lealtà, correttezza e salute mentale ! tanto, ti scivola tutto addosso, proprio non ci arrivi, non ci arrivi, non ci arrivi )

          11. Giannino Stoppani

            E le famose “riserve”?

          12. Samuele

            Caro Marcello, te lo dico per esperienza: Giovanna è un caso patologico irrecuperabile! Non roderti il fegato per le sue risposte da bambina dellAsilo. Giovanna in cuor suo è convinta che io e te siamo la stessa persona (ovvero un troll, qualunque cosa significhi). Per la nostra Giovanna vale l’antico brocardo: de minimis non curat praetor!

          13. giovanna

            Che dicevo, trollona ?
            L’unica a darti ragione sei tu stessa !
            Tirare fuori dal nulla un insulso “samuele”, che non era intervenuto, che nessuno ha citato, se non in passato, come horror-nick della trollona, per consolare l’altro horror-nick marcellofuriani !!!
            Ma che gran divertimento darsi ragione da soli, che spasso, che goduria !!!
            Ma chi ti è vicino sa come sei messa o sei isolata da tutti o da tutto ?
            No, perché le tue ultime performance mi fanno dubitare che non hai nemmeno un infermiere vicino.

            Io spero che tu non faccia la fine del povero Gabriele Defilippi, che a forza di intrepretare maschi e femmine di ogni età, sessualità e lavoro, ci ha rimesso le penne e , soprattutto, ha fatto rimettere le penne alla povera insegnante.
            Comunque, questa tua convinta schi zofrenia, è un segnale allarmante.
            Non so se Tempi può fare qualcosa, per te e per chi ti sta vicino.
            Finché si scherza, va bene, ma i segni di squilibrio che dai non sono da sottovalutare, a mio parere.

          14. Samuele

            TU SEI MALATA!!!!!!!!!!

          15. Marcello Furiani

            Grazie del consiglio, che condivido.
            “Non ragioniam di lor, ma guarda e passa”: mai un discorso serio, articolato, solo rutti e flatulenze. Un po’ come la scema del villaggio…
            Saluti.

          16. giovanna

            Eh, no, bella trollona mia, questo non te lo permetto : tu pretenderesti di ottenere discorsi seri e articolati, quando TU non fai che imbrogliare, mistificare, prendere per il sedere l’interlocutore ?
            Sei TU che non fai che produrre rutti e flatulenze, con la tua protervia e con la tua mancanza totale di lealtà, che siano o no dovute a pesanti ed evidenti problematiche psichiche (che tu richiami con la frase “scema del villaggio”: mi spiace che tu ti senta tale, così ti mostri ).
            Ti ricordi quante e quante e quante volte ti ho risposto nel merito, prima di scoprire la tua pagliacciata di multi-nick, che affronta un tema e , una volta esaurito, ricomincia daccapo con un altro horror-nick o che usa tanti horror-nick, che si danno ragione tra loro, nella stessa discussione ?
            E le decine di storielle inventate ?
            Ora , almeno, hai smesso con tutte quelle fandonie di figli e mogli e mariti e comodini, ma continui con gli horror-nick come se niente fosse.
            No, cara pu zzona, dove ti becco, ti sver gogno, mi spiace, non ci passo sopra.
            L’unica tua speranza di trollare aggratis, è che mi manca il tempo di starti dietro : la mia giornata è pienissima e non mi posso permettere di buttarla come fai tu, ma se ti becco, non la passi liscia, questo te lo posso assicurare.
            Dai , trollona, fattene una ragione, cordialmente, cordiali saluti, cordialità !

        2. Giannino Stoppani

          “Al di là delle statistiche, che non hanno mai definito la “normalità”, ma solo un dato numerico.”
          Ecco.
          La “norma” è per l’appunto un “dato numerico” è “omofobo” è un insulto.
          Aggiungo solo che sentirsi accusare di avere una visione materialistica da chi se lo fa mettere in quel posto e allo stesso tempo pretende di comprare i figlioli fa venire voglia di piangere.

          1. Marcello Furiani

            A differenza della sedicente Giovanna, almeno lei merita una risposta, perché entra nel tema in questione (e ci mette la faccia con nome e cognome).
            Appartenere alla stragrande maggioranza di eterosessuali significa essere statisticamente nella norma, ma altro discorso è, per questa ragione, sentirsi normali e definire anormali chi non vi appartiene.
            Omofobo è un insulto? A mio avviso definire omofobo chi usa un linguaggio come il suo (“se lo fa mettere in quel posto”) è una banale constatazione. E’ un linguaggio che trasuda omofobia e non rispetto per chi ha abitudini sessuali diverse dalle sue.
            P.S. Altro discorso rispetto ai diritti civili è quello dell’utero in affitto, che merita una riflessione profonda e sul quale anch’io ho delle riserve.

          2. giovanna

            Dai, trollona,qui “marcellofuriani ” hai delle riserve sull’utero in affitto ???
            Come “nino” ???
            Incredibile !!!
            Abbiamo visto che fine hanno fatto quelle riserve!
            Vado, ora vado proprio !

          3. Giannino Stoppani

            Secondo te Giovanna a cosa si deve questo ennesimo reset?
            All’annuncio di Vendola felice compratore di bambini?

          4. giovanna

            Povero bambino, che triste sorte gli ha riservato la vita.

            Chissà il Galasi che per settimane ci ha rimbambito che la stepchild adoption non riguardava i compratori di bambini, ma inesistenti figli del primo matrimonio ( che un padre e una madre comunque li avevano vivi e vegeti ), cosa dice davanti a tutti i lgbt che si strappano le vesti perché questo bambino non potrà essere riconosciuto in Italia come un investimento del ricco e attempato Vendola ?
            Tanto, Galasi, quaggiù non ci viene, gli piace parlare tronfio da solo contro il debole, il povero, lo sfruttato.

          5. Giannino Stoppani

            Ci viene, ci viene.

          6. giovanna

            Giannino, che vuol dire che il Galasi viene tra noi ?
            Dai, non farmi morire di curiosità: finora tutti gli horror-nick li ho attribuiti alla trollona…chi può essere rimasto fuori ?
            Sì, si è affacciato un paio di volte, tanto tempo fa, ma se l’è data a gambe in un attimo !
            O ha fatto dei commenti , di recente, che mi sono sfuggiti ?
            Magari, volevi dire che legge ?

          7. Giannino Stoppani

            Non ricordo precisamente la circostanza, ma c’è stata più di una occasione in cui ne sono stato ragionevolmente sicuro.
            Ti consiglio di drizzare le antenne.

          8. Giannino Stoppani

            Caro “Marcello Furlani” che per l’occasione ci mette la faccia invece dei soliti avatar radiografati o sciacquapiatti, “omofobo” è un insulto perché tu lo usi con lo stesso intento subdolo ad personam che attribuisci a chi definisce l’omosessualità “anormale”, solo che tu il significato di questa parola lo ignori o fai finta di ignorarlo perché ti fa comodo.
            E il fatto che la pur eufemistica descrizione della sodomia (che, per quanto la si possa elevare ai massimi sistemi, rimane sempre un atto brutale e riprovevole pure dal punto di vista meramente biologico) ti sembri già di suo “omofoba” si inquadra benissimo in questa patologica fattispecie.
            Per quanto tu ti risenta, per “normale” si intende ciò che concerne la modalità più frequente con cui si manifesta un fenomeno, per “anormale” si intende la modalità che non risponde a questa caratteristica.
            Se gli omosessuali sono una minoranza non è colpa di nessuno.

          9. Marcello Furiani

            Certo, gli omosessuali sono una minoranza, ma altrettanto “naturali” come gli eterosessuali, in quanto facenti parte della natura.
            Sul termine omofobia, di derivazione greca (όμός = stesso e φόβος = timore, paura), vorrei solo sottolineare come questa fobia operi e agisca come un pregiudizio e sia alla base di un atteggiamento discriminatorio.
            Questo perché nasce dall’idea che sia normale e sano soltanto chi sceglie un partner del sesso opposto. Tale considerazione è basata anche sulla falsa credenza che in natura non esistano comportamenti omosessuali (“l’omosessualità è contro natura”); molti animali, invece, presentano comportamenti omosessuali.
            Non trovo omofoba “la pur eufemistica descrizione della sodomia”, come scrive, ma trovo atteggiamenti omofobi laddove si guardi all’omosessualità come qualcosa di anormale, e si pieghi forzatamente una lettura statistica ai propri pregiudizi.

          10. Giannino Stoppani

            Continui a confondere apposta un concetto statistico con un giudizio sull’omosessualità.
            Quindi la tiritera su cosa sarebbe o non sarebbe naturale è fuori luogo.
            Tanto più che tra le cose “naturali” si possono annoverare pure catastrofi e terribili malattie.
            Il fatto indelebile rimane che l’attrazione sessuale tra maschio e femmina è potenzialmente feconda, quindi il loro rapporto si dice “secondo natura”.
            Gli altri rapporti invece sono detti “contro natura” perché non generano una sega e al massimo servono ai partner per procurarsi reciproco sollazzo e trasmettersi malattie.
            E bada bene che questa constatazione di per sé non implica alcun giudizio morale.

          11. Giannino Stoppani

            Da educatore che dà sempre del “lei” a caricatura dell’omofobo pur di trollare.
            Giovanna ha ragione: curati.

          12. Marcello Furiani

            Io non confondo, se tu che fai discendere semmai da un concetto statistico un giudizio morale, però lo attui solo con la sessualità, quando, se stiamo a vedere la statistica allora anche mancini e biondi sono anormali in quanto fuori dalla “norma” statistica.

          13. Giannino Stoppani

            Sì i mancini sono anormali, perché la norma è essere destri.
            Lo stesso vale per i biondi, almeno a queste latitudini.
            E ovviamente chi legge qui sopra capisce benissimo da solo che il giudizio morale sei stato tu a farlo “discendere”, avendo travisando APPOSTA i concetti di “normale” e “contro-natura”, che in realtà sono meramente descrittivi di dati di fatti ineludibili.
            Se la verità ti fa male è un problema tuo e deve rimanere tale.

  6. Sebastiano

    Ma Galimberti chi? Il copione? Che autorevolezza…

    1. Goffredo

      la “famiglia italiana” non e’ mai stata “un uomo e una donna”. Semmai, caratterizzata dalla tipica configurazione mediterranea e africana della “famiglia allargata ” : uomo,donna,nonni,zii,nipoti,cognati,famigli,clientes ,ecc. Il che trovava la sua pratica realtà’ nella “corte” padana.Vedere Ermanno Olmi e il suo albero degli zoccoli,a titolo di esempio.
      Ma queste sono cose che sanno tutti quelli che hanno una qualche vaga idea della storia italiana e della sua sociologia.
      Resta il fatto che il vostro integralismo e’ figlio unicamente di un gioco al ribasso e della ricerca ossessiva di un minimo comune denominatore : un motivo meramente identitario e null’altro.
      Per coprire i vostri interessi potete anche mettervi uno scolapasta in testa,o con una pallina rossa al naso : non cambia assolutamente nulla della vostra realtà’. Almeno pero’ eviteresti di trascinare nel vostro fango anche la religione che dite di difendere.

      1. Menelik

        Guarda che la famiglia patriarcale veneta non era esattamente come l’hai dipinta te.
        Vedi, io sono laziale, da famiglie mezzadrili (se sei pratico di sociologia rurale italiana hai capito bene a cosa mi riferisco), mia moglie, invece, viene da famiglie patriarcali rurali venete.
        Dai “casoni” praticamente, e tuttora noi ci abitiamo in uno di questi, ed occupiamo uno stabile che fino agli anni 60 alloggiava tre famiglie imparentate tra di loro ed il capostipite (nel secolo scorso) era il nonno paterno di mia moglie, il patriarca, per l’appunto.
        Il patriarca il quale possedeva la terra e le bestie che lavoravano le famiglie dei figli, una delle quali era quella di mio suocero.
        Prima di tutto le famiglie non erano “allargate” come dici sopra.
        Erano unità famigliari costituite da marito, moglie e figli.
        Ogni unità famigliare occupava un pezzo del podere (o del casone, come dicevano nelle campagne venete), dunque un podere aveva due, tre, quattro abitazioni (appartamenti si direbbe oggi).
        Quando un figlio si sposa si faceva un’estensione dello stabile per realizzare una cucina con canna fumaria indipendente ed un paio di camere comunicanti (matrimoniale e dei figli).
        I vecchi molto frequentemente coabitavano coi figli, ma in una loro camera.
        Tante volte vedi le case dell’800 col tetto di due altezze diverse, o con estensioni aggiunte successivamente, apposta per realizzare i vani per alloggiare le famiglie dei figli.
        Il vecchio era il padrone della terra al catasto e dal secondo dopoguerra fino agli anni 70 sono avvenuti i passaggi di proprietà per eredità o per acquisizioni a conguaglio tra fratelli dello stesso ceppo famigliare patriarcale dopo la morte del vecchio.
        Zii, nipoti, contronipoti, cugini di grado n-esimo……..io non so da quale parte d’Italia, certo non nel Lazio-Umbria-Toscana e nemmeno nella pianura veneta.
        E francamente non credo nemmeno sulle montagne venete, tipo l’Altopiano, dove anche lì c’erano famiglie marito, moglie, figli e poi la diaspora del Dopoguerra.
        La famiglia normale era sempre marito, moglie e figli, al massimo c’erano anche i suoceri i quali erano un grande aiuto nei lavori agricoli più specializzati.
        Il resto delle considerazioni che hai fatto….be’, ti sei divertito a scriverle, e non le commenterò.
        Comunque nelle realtà rurali di Alto Lazio-Umbria Occidentale e Toscana Meridionale (mezzadria e bracciantato), che della pianura veneta, le “famiglie allargate” di là dei suoceri….ma dove erano?
        E sì che sia io che mia moglie siamo campagnoli da generazioni…almeno dalla seconda metà Ottocento. Prima non si sa, ma non credo proprio che tra i nostri antenati annoveriamo qualche conte latifondista.
        E potrei anche parlarti dell’enfiteusi nello Stato Pontificio, un capolavoro di politica sociale dei Papi di una volta. Ma si andrebbe off topic.

      2. underwater

        Goffredo, la famiglia allargata che descrivi si basava sul fondamento della unione etero indissolubile e feconda. Al massimo, appunto, si riunivano sotto lo stesso tetto più rami del albero genealogico.

      3. Carlo

        E queste parole in liberta` con l’articolo cosa c’entrano? Ma l’hai letto? Da dove hai preso quest’idea della “famiglia Italiana”? A quanto mi ricordo Thomas Mann era tedesco!

        1. Giannino Stoppani

          Te l’ha scritto lui, quest’idea di famiglia allargata se l’è fatta quando ha visto “l’albero delle zoccole”…

      4. Menelik

        Ho confutato la dichiarazione delle “famiglie allargate” rurali italiane dell’800 facendo ricorso non a testi di sociologia storica, ma semplicemente a quel che so di genitori, nonni e sbinnonni da parte mia e di mia moglie, essendo io erede di enfiteuti da parte di babbo e mezzadri da parte di mamma, e patriarcali da parte di moglie, e non abbiamo mai smesso di fare i campagnoli.
        Basta che la risposta venga sbloccata……chissà cos’avrò scritto mai di così terribile…mah?!

        1. giovanna

          Menelik, le descrizioni che fai della tua famiglia, del tuo mondo, sono così belle, così vere, così sincere…le apprezzo tantissimo e le aspetto… al confronto poi dell’indigestione di frasi fatte e studi farlocchi e copia e incolla della trollona…sono ricostituenti !

      5. Sebastiano

        E tutto questo pateracchio da sociologia del baretto sotto casa perché ho scritto che Galimberti è un copione? Informati se non ci credi… se insisti ti mando i riferimenti…
        E togliti gli spaghetti dalla scriminatura.

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