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Utero in affitto, gestazione per altri, maternità surrogata, gravidanza solidale. Sono tutte locuzioni eufoniche che favoriscono un (pre)giudizio positivo rispetto a un dato concreto di realtà, ineludibile: vale a dire che due individui, indipendentemente dal sesso, si accordano con un altro individuo di sesso femminile per farsi consegnare il proprio figlio alla nascita, quasi sempre dietro corrispettivo in danaro. In Italia, sappiamo, è vietata questa pratica sebbene il rischio di inserirla nel nostro ordinamento sia stato corso in diverse occasioni. Si chiamerebbe, in verità, in tutt’altro modo, non poco brutale, ma al di là di questo pur fondamentale aspetto semantico, c’è ora in atto tutta la partita politica e giuridica, accelerata dall’iter legislativo appena avviato in Parlamento affinché il ricorso a questa pratica venga dichiarato reato universale, cioè punito anche se commesso in quei paesi esteri in cui è legale comprare un essere umano.
Ieri l’ex presidente della Corte co...
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