2+2 fa 1.000 (ragazzini alla gara di matematica)

Di Piero Vietti
01 Giugno 2022
Sono arrivati da tutta Italia in un parco divertimenti alle porte di Roma per sfidarsi a colpi di aritmetica e geometria senza essere per forza dei piccoli geni. Reportage dalle finali di "Matematica per tutti"
Matematica per tutti

Quando, pochi minuti dopo le 10.30 di venerdì, i due tendoni neri che celano l’ingresso di Cinecittà World si muovono, dalla folla brulicante di cappellini colorati e zainetti si è alzato prima un boato di giubilo, e poi un lungo applauso. C’è un caos ordinato e divertito che sciama all’interno del parco divertimenti a sud di Roma. Quasi mille bambini e ragazzini dalla seconda elementare alla seconda superiore si sono dati appuntamento da tutta Italia con insegnanti e qualche genitore per le fasi finali di “Matematica per tutti”, concorso a gruppi di aritmetica e geometria con un titolo che per il sentire comune sembra un ossimoro.

«Sono contenti e imparano»

Sul palco all’entrata, in mezzo ai ballerini di Cinecittà World che accolgono i bambini facendoli ballare, c’è Luigi Regoliosi, professore di matematica che questo concorso lo ha immaginato e messo in piedi quattro anni fa. Dà indicazioni alle classi che man mano arrivano, i 993 piccoli matematici si devono sfidare in due zone diverse del parco, prima e dopo possono salire sulle giostre. Il migliaio di ragazzini arrivati a Roma sono i vincitori delle prove fatte durante l’anno a scuola, ci sono 370 classi che arrivano da quasi tutte le regioni d’Italia, anche dalla Sardegna, dalla Puglia e dal Trentino. I nomi dei gruppi che devono gareggiare vengono chiamati a gran voce dai giudici: ci sono “I fortissimi”, “I lupi”, “Le zucchine fatate”, i “Messi male”, con tanto di maglietta con la faccia del numero 10 argentino, “I vincitori” (che perderanno, però).

«Partecipiamo fin dalla prima edizione», dice a Tempi una maestra della scuola “Pier Giorgio Frassati” di Seveso, in Lombardia, «e abbiamo anche vinto. I bambini sono contenti e imparano, questo è un metodo davvero “per tutti”, io ho due allievi con delle difficoltà e il sostegno che sono qui a giocarsi le finali. Conoscevo Luigi Regoliosi, ho comprato da subito i giochi per le mie classi e anche quest’anno siamo qua». Si capisce che non siamo al classico concorso dedicato ai “geni” della matematica, in cui vincono quelli “portati”, quelli con il bernoccolo dei numeri. “Matematica per tutti” è un approccio a una disciplina tradizionalmente considerata ostica fatto attraverso il gioco. Parliamo di giochi in scatola, con dadi, forme geometriche, carte, ruote con numeri…

Matematica per tutti
Foto di Claudia Tarquini

Giocare per insegnare e imparare la matematica

«La nostra proposta», racconta a Tempi Luigi Regoliosi, «è quella di un lavoro sistematico da fare in classe con i giochi, non solo funzionale alla competizione la cui fase finale è a Roma. L’idea è che il gioco venga adottato come strumento didattico complementare in aggiunta al libro, qualcosa che aiuta a insegnare, e a imparare, matematica». I giochi li costruisce CreativaMente, azienda nata nel 2002 a Concorezzo, in Lombardia, l’associazione fondata da Regoliosi, Tokalon, li propone agli insegnanti di primaria, medie e superiori, che li usano durante l’anno e partecipano anche al concorso. Concorso rigorosamente non individuale, si iscrivono le intere classi, divise a gruppi, non alcuni bambini “più bravi” scelti dai docenti. Si sfidano nel loro istituto, e i migliori vanno a Cinecittà World.

Il primo anno, quattro edizioni fa, hanno partecipato 200 classi, raggiunte soltanto dal passaparola. «Il secondo anno erano 500», prosegue Regoliosi, «ma poi il Covid ha rallentato tutto, spento tutto, trattandosi di un lavoro a gruppi fatto con materiale in comune. L’anno scorso abbiamo fatto una special edition: la squadra era la classe intera, il materiale ce lo aveva ciascuno studente. Hanno partecipato 120 classi, la finale è stata fatta online». Quest’anno Regoliosi e i suoi soci, professori e matematici come lui, hanno scommesso sulla finale in presenza da subito, cosa che pochi hanno fatto nel mondo della scuola, ancora preda di eccessi di zelo su quarantene, mascherine e distanziamento.

Matematica per tutti
Luigi Regoliosi sul palco di “Matematica per tutti” all’ingresso di Cinecittà World il giorno delle finali, sabato 28 maggio (Foto di Claudia Tarquini)

Dal professionale di Pomezia a tutta Italia

Lancia i dadi sul palco del grande capannone delle prove di aritmetica, Luigi: i tavoli sono pieni di bambini delle elementari che fremono, discutono, cancellano e riscrivono. Dietro a un grande divisore ci sono i dinosauri robot che i bambini vedranno dopo la prova, associando nella loro memoria un posto divertente agli esercizi di matematica. Accanto a ogni tavolo c’è un volontario che controlla che i ragazzi facciano bene quel che devono fare: professori di ogni ordine e grado, anche universitari, ex allievi, e da quest’anno anche allievi delle superiori di Daniele Scopetti, professore che insieme a Luigi Regoliosi e Maria Cristina Migliucci ha dato il via a questa idea.

«Eravamo in un giardino e abbiamo detto: “facciamolo”», racconta Regoliosi. «All’epoca insegnavo in un istituto professionale di Pomezia, avevo una classe di pluriripetenti, dovevo trovare un’altra strada, mi è venuta in mente quella del gioco». Un’amicizia tra quei primi tre, una rete di professori in altre scuole di Roma prima e d’Italia poi, senza dimenticare l’incontro decisivo con Emanuele Pessi, capo e ideatore di quasi tutti i giochi di CreativaMente.

A lui è piaciuta l’idea di Luigi che, dovendo per lavoro formare i futuri docenti, cercava una chiave nuova per rendere la matematica più digeribile (è culture della materia a Scienze della Formazione dell’Università Roma 3) e ha provato a puntare sul gioco: da allora ne sono nati altri sei, Luigi aiuta Emanuele a pensarli e svilupparli, centinaia di classi in tutta Italia hanno iniziato ad adottarli come strumento didattico, e lui il prossimo primo luglio discuterà una tesi di dottorato su matematica e gioco.

Poche “facce da matematici”

«Se avessi avuto questi giochi quando facevo le elementari, e un concorso così a cui partecipare, forse avrei amato di più questa materia», dice a Tempi Adriano, studente di Sociologia alla Sapienza che fa il volontario nell’area delle prove di geometria. Gli facciamo qualche domanda mentre controlla che i bambini facciano bene gli esercizi con i polimini. Alle spalle dei tavoli pieni di teste chine sulle forme geometriche da incastrare sfreccia la giostra dei tronchi, che finisce la sua corsa in acqua sollevando ondate che rinfrescano l’aria bollente del venerdì romano di fine maggio. «Sono qui per amicizia con i miei ex professori del liceo», continua Adriano, «mi piace la loro passione, quando entrano in una cosa la fanno fino in fondo, io li ho aiutati a organizzare l’arrivo di tante classi in treno da tutta Italia».

«Inizialmente sono venuto qui per i crediti dell’alternanza scuola-lavoro», ammette un ragazzo di quarta superiore che fa il volontario, «ma una volta qui mi è piaciuto potere aiutare e vedere tanti bambini che si appassionano». Tra i ragazzi impegnati nelle finali di venerdì e sabato non scorgiamo solo “facce da matematici”, anzi. «Tra i partecipanti di quest’anno ci sono diversi bambini che hanno certificati di discalculia», dice Regoliosi, «eppure sono qui a giocarsi il primo posto».

Matematica per tutti
Foto di Claudia Tarquini

La matematica sveglia chi «per natura è sonnolento»

Nel libro V delle Leggi, Platone scrive che «per la vita familiare, per quella pubblica e per tutti i tipi di arte nessuna disciplina formativa ha una efficacia così grande come la scienza dei numeri; ma la cosa più importante è che essa sveglia chi per natura è sonnolento e tardo di intelletto e lo rende pronto ad apprendere, di buona memoria e perspicace, facendolo progredire per arte divina oltre le sue capacità naturali». È questa l’ispirazione di “Matematica per tutti” e del lavoro dell’associazione Tokalon, spiega ancora Regoliosi.

«Un insegnante ha davanti circa 26 ragazzini, che sono 26 serrature diverse. La porta c’è, ma bisogna trovare la chiave. Un conto è far capire loro che la chiave c’è, un altro è dire che la chiave non esiste, che “non sono portati”. Chi sono i portatori? Noi professori e noi genitori. Questo è il motivo per cui ho voluto pensare una cosa “per tutti”, e usare la chiave del gioco. Che non è la chiave, ma è una chiave».

Una chiave che ai bambini piace. «Potevamo prendere delle aule universitarie per fare le finali. Ma ci piaceva l’idea di stare in un posto in cui giochi ancora, anche se perdi. Le gare di matematica hanno questo grande difetto, di solito: chi perde è definito dalla sconfitta». Non qui. Tra le tante storie che Regoliosi ci racconta (la scuola che ha portato tutti gli studenti, anche quelli non qualificati; gli ex concorrenti che, cresciuti, chiedono di potere venire a fare i volontari; la prof. che ha scoperto il concorso per caso, cercando in rete qualcosa per ricordare un suo studente appassionato di matematica morto in un incidente; il ragazzino arrivato da solo dal Perù che si è ritrovato protagonista e coinvolto) c’è quella dei bambini che sul treno di ritorno da Roma, dopo il concorso, ancora giocavano con dadi e polimini.

È già pronto “Italiano per tutti”

La cosa incredibile è che la struttura che tiene in piedi “Matematica per tutti” non potrebbe essere economicamente sostenibile se non si basasse sul lavoro volontario, la passione la gratuità di chi la fa. È ancora il passaparola lo strumento con cui Tokalon sta crescendo e si fa conoscere. «Qualche settimana fa eravamo a Didacta, la fiera della scuola a Firenze, con il nostro stand. Abbiamo incontrato molte persone, e toccato con mano il fatto che iniziamo a essere conosciuti e seguiti. Non solo perché in quanto ente accreditato dal ministero per la formazione dei docenti diamo dei crediti, ma perché il nostro approccio all’insegnamento della matematica piace». Quest’anno è nato “Italiano per tutti”, la cui finale è stata soltanto online («Ma l’anno prossimo vorremmo farla in presenza») e ci sono già progetti sull’inglese e sulle scienze.

Non perdere Tempi

Compila questo modulo per ricevere tutte le principali novità di Tempi e tempi.it direttamente e gratuitamente nella tua casella email

    Cliccando sul pulsante accetti la nostra privacy policy.
    Non inviamo spam e potrai disiscriverti in qualunque momento.

    Articoli correlati

    0 commenti

    Non ci sono ancora commenti.