Masseroli: «Le bugie di Pisapia svuotano le tasche dei milanesi»

Di Benedetta Frigerio
29 Luglio 2011
Se Carlo Masseroli, ex assessore all'urbanistica del Comune di Milano, ha portato in Consiglio un pinocchio di arancione vestito per rappresentare il sindaco Giuliano Pisapia un motivo c'è. Lo spiega a Tempi.it: «La sinistra sta facendo tutto quello che vuole, senza controllo. E si giustifica mentendo. Aumenta tutti i prezzi invece che tagliare i costi della pubblica amministrazione»

 

Milano stringe la cinta, ma c’è chi non si abbatte. Carlo Masseroli, ex assessore all’urbanistica del Comune meneghino, ora consigliere pidiellino, per avvertire i cittadini delle «troppe e continue bugie di Pisapia», si diverte a smascherare gli avversari. Per farlo ha pensato di attirare l’attenzione dei media piazzando sullo scranno del sindaco un grosso pinocchio di legno vestito d’arancione. Mentre i consiglieri di minoranza sventolavano cartelli per fare dell’ironia sul «vento che cambia davvero».

Da sornione, però, nell’affondo Masseroli si fa serio: «La sinistra sta facendo tutto quello che vuole, senza controllo. E si giustifica mentendo: ha detto che il programma d’accordo sull’Expo era diverso dal nostro, mentre invece non è cambiato di una virgola; ha detto di aver aumentato il prezzo dei trasporti Atm perché obbligata, quando invece la normativa regionale non è vincolante e comunque prevede una forbice che va da un minimo di 1,20 euro a un massimo di 1,50. Alle nuove tariffe, per di più, non è seguito alcun piano industriale di miglioria dei servizi». Neppure l’ombra di un piano per lo sviluppo prima della manovra. «Più facile tassare che sostenere sviluppo e consumo. Di più, la maggioranza ha bloccato anche le entrate già certe. Con il Pgt ha congelato parecchie fonti di guadagno, come le costruzioni previste che avrebbero portato 50 milioni di euro di oneri d’urbanizzazione. Pisapia ha poi licenziato i dirigenti, ma senza preoccuparsi del lavoro che stavano facendo. Così, chi si occupava del recupero del condono di 20 milioni di euro non ha potuto raccoglierlo».

Per cercare di ovviare il Pdl presenterà degli emendamenti alla manovra, consapevole che «se il bilancio è difficile, come lo è per tutti dati i tagli nazionali, ci sono però delle alternative alla strada intrapresa». Ma la maggioranza sembra aver scelto quella meno faticosa per l’amministrazione e più deleteria per i cittadini. Non a caso, «il nostro primo tentativo è di fare ostruzionismo: questa manovra la riteniamo evitabile, anche in questo momento difficile. Soprattutto vogliamo evidenziare i tagli alternativi». E solo nel caso in cui la sinistra scegliesse di approvare la manovra a tutti i costi, l’opposizione proporrà gli emendamenti correttivi già in cassetto.

I principali mirano a «ridurre l’imposta Irpef addizionale prevista in funzione della situazione e delle difficoltà delle persone che la dovranno pagare: toglierla ai nuclei familiari più grandi (quoziente famiglia), ad esempio, o a chi ha disabili a carico». Ma perché tanta resistenza se ci sono davvero delle alternative pronte? «Ci sono ben 80 milioni di euro appostati su spese non obbligatorie dei vari assessorati o su iniziative che oggi i cittadini non possono permettersi di pagare. Come Mito (festival della musica Milano Torino), o altri progetti simili e non indispensabili». Pare davvero che non si riesca a rinunciare alle spese della macchina amministrativa. «E infatti la vera domanda che poniamo a Pisapia è di visione: è il cittadino che deve sostenere la pubblica amministrazione o è la pubblica amministrazione a dover generare le condizioni necessarie per spendere meglio i suoi soldi? Anche perché se si svuotano le tasche dei milanesi, i consumi si fermano. E la povertà non farà che crescere».

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