Maroni: «Col Pdl per vincere». Letta: «Nessun patto. Dopo il voto possibile apertura prima a Monti e poi a Ingroia e altri»

Di Redazione
18 Gennaio 2013
Il segretario della Lega dice che «abbiamo bisogno di tutti i voti dei lombardi che credono che l'esperienza fatta in questi 17 anni debba continuare». Il vicesegretario del Pd nega accordi, ma apre a Monti

Perché la Lega Nord, dopo aver sfiduciato Roberto Formigoni, ora si riallea col Pdl? Alla domanda postagli a Unomattina il segretario del partito, Roberto Maroni, ha risposto dicendo che «abbiamo bisogno di tutti i voti dei lombardi che credono che l’esperienza fatta in questi 17 anni debba continuare, cosa che io non ho mai negato, e ho bisogno dei voti per dare una prospettiva nuova e diversa per creare la grande Macroregione del Nord in grado di condizionare le scelte a Roma e a Bruxelles a favore del territorio».
Secondo Maroni, il “cambio” si deve al fatto che è stato il Pdl a togliere il sostegno a Monti. «Io ho detto – ha spiegato Maroni -: mai con un partito che sostiene Monti e Berlusconi ha fatto cadere il governo Monti, così abbiamo ripreso la trattativa. L’accordo si basa su un programma e i contenuti sono i nostri, soprattutto per quanto riguarda il 75 per cento delle tasse che deve restare al Nord. Questo mi ha convinto a rifare un accordo con il Pdl e l’accordo con il Pdl mi serve a vincere. La Lega in Lombardia rispetto a prima dell’accordo sta crescendo. Siamo avanti di 3-4 punti rispetto ad Ambrosoli».

CIVICI CON AMBROSOLI. Intanto, oggi, su Repubblica il vicesegretario del Pd Enrico Letta ha smentito esserci un patto tra Pd e Lista Monti: «Tra Bersani e Monti non c’è nessun patto ma è naturale che di fronte a Berlusconi e al suo populismo siamo dalla stessa parte». Per Letta,«l’allarme populismo legato a Berlusconi non è un tema secondario e vale soprattutto in alcune regioni chiave come Lombardia e Sicilia dove il lavoro dei centristi rischia di aiutare il Pdl» che sta «raccattando ogni voto populista su piazza».
Secondo il vicesegretario il fatto che Gabriele Albertini abbia fatto una propria lista in Lombardia è la prova che non esista alcun patto: «Monti si presenta con scelta civica in Lombardia aiutando così Maroni. Una scelta quanto meno particolare che dimostra come non ci sia alcun patto tra noi», anche perché «in Lombardia la scelta più civica è quella di Ambrosoli e non si capisce perché i centristi non la appoggino».
In ogni caso è «prematuro e impossibile parlare ora» di possibili alleanze. In caso di vittoria «il governo lo guiderà il nostro segretario», ma dopo le elezioni ci sarà «una apertura al primo cerchio europeista e una successiva apertura con una logica istituzionale a un secondo cerchio, ovvero gli altri partiti in Parlamento da Ingroia alla Lega passando per Pdl e Grillo» per fare «le riforme costituzionali con larghe intese».

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