
Marino tratta le scuole paritarie come spazzatura. Come se i loro bambini sporcassero più degli altri

Marilise Blasi quella lettera dell’Ama l’ha letta più volte dall’inizio alla fine. Dopo la traduzione dal linguaggio burocratese e una telefonata chiarificatrice con l’azienda romana di gestione dei rifiuti ha avuto la certezza di quello che aveva intuito da subito: il suo asilo nido convenzionato dovrà versare al Comune oltre mille euro all’anno di tassa per lo smaltimento dei rifiuti, contro i 400 dell’anno scorso. «La riduzione di cui usufruivamo, in quanto scuole, non c’è più, dicono che non ci sono i fondi per mantenerla». In realtà l’agevolazione è scomparsa solo per le scuole non gestite dallo Stato, come spiega la famosa lettera dell’Ama che da settimane toglie il sonno a molti gestori di istituti paritari romani.
Quello di Marilise Blasi è un micro nido, laico, che ospita 18 bambini nel municipio X di Roma, quello con più alta richiesta d’Italia. «Siamo convenzionati, significa che le famiglie pagano una quota, modulata a seconda della fascia Isee a cui appartengono, e il resto lo stanzia il Comune. Da noi il Comune spende, per un bambino che fa l’orario pieno, cioè dalle 8 alle 16.30, circa 715 euro; lo stesso orario, negli istituti statali, costa circa il doppio. Ci trattano come scuole private – protesta – ma la verità è che noi siamo un ibrido e facciamo risparmiare lo Stato». A Roma gli asili convenzionati sono 214, una trentina di essi, tra cui quello di Marilise Blasi, si sono riuniti in una associazione per farsi sentire: Onda Gialla. «Qualche giorno fa il sindaco Marino è venuto nel nostro municipio e ci siamo fatti sentire. Ci hanno ascoltato, ora vedremo cosa succederà. In ballo non c’è un minor guadagno da parte nostra, ma la sopravvivenza del nostro asilo».
Conti salati sono arrivati un po’ dappertutto, a Roma. La tentazione di parlare di aumenti alle scuole dei preti, seguendo una variazione anticlericale della sempreverde retorica anticasta, scompare quando si guarda alle realtà coinvolte: scuole gestite da religiosi, certo, ma anche laiche o ebraiche. Qualche giorno fa molte di queste scuole si sono incontrate, con loro c’era il consigliere comunale di Roma Gianluigi De Palo (Cittadini x Roma), ex assessore e già promotore dell’iniziativa che portò sotto il Campidoglio mille passeggini per protestare contro gli aumenti delle tariffe per gli asili nido e la scomparsa della gratuità per il terzo figlio. «C’erano alcune bollette che passavano da diecimila a 58 mila euro, altre da 6 mila a 43 mila euro», racconta De Palo a Tempi, non escludendo la possibilità di un ricorso al Tar. All’Istituto Santa Dorotea ci sono 250 studenti dall’asilo alla terza media, nel primo semestre del 2014 pagavano 3.361 euro, quello per il secondo semestre, appena arrivato, ammonta a 20.771 euro (600 per cento in più). Dovranno tirare fuori circa trentamila euro anche all’Istituto Figlie di Maria Ausiliatrice di Roma. «Nel nostro istituto contiamo circa 830 ragazzi, di ogni fascia scolastica», ha spiegato la preside, suor Graziella, a tempi.it. «Il sindaco Marino vuol forse dirci che, se chiudessimo, saprebbe come far proseguire il loro percorso scolastico? Avrebbe le scuole statali nei quali dirottarli?». L’architetto Alfonso Corbella, che gestisce due realtà come l’Istituto Sant’Orsola e il Cuore Immacolato di Maria, con 750 alunni dall’infanzia alle superiori, ha riscontrato aumenti tra il 20 e il 25 per cento.
Due criteri, una discriminazione
Le scuole gestite dallo Stato e quelle gestite dai privati pagano la tassa sui rifiuti secondo criteri diversi. Per le prime si considera il numero degli alunni, per le seconde il numero dei metri quadrati. Poi c’è l’articolo 33 bis del decreto legge 248 del 2007, convertito nella legge 31/08, che prevede che per lo svolgimento del servizio di raccolta dei rifiuti delle istituzioni scolastiche statali, il ministero dell’Istruzione provvede dal 2008 a corrispondere direttamente ai Comuni la somma annua di quasi 39 milioni di euro quale importo forfettario complessivo per lo svolgimento del servizio.
Tempo fa le paritarie sono finite nell’occhio del ciclone anche a Milano. Sul tavolo c’era ancora la questione dei rifiuti, perché il cambio dei coefficienti per il calcolo della tassa aveva fatto finire sotto la categoria “birrerie e locali pubblici” i locali refettorio. «Era una quota di circa 14 euro al metro quadrato», ricorda suor Anna Monia Alfieri, presidente della Fidae Lombardia che si trovò a gestire la vicenda. Dall’altra parte del tavolo un’amministrazione di sinistra, di cui fa parte Elisabetta Strada, presidente della commissione Educazione e istruzione del Comune di Milano, arrivata a Palazzo Marino con il vento arancione di Giuliano Pisapia. «A Milano – racconta Strada a Tempi – abbiamo fatto un lavoro, sia sulla tassa rifiuti, sia sulle derrate alimentari e sulle convenzioni per cui il Comune può usufruire di alcuni posti nelle paritarie per eliminare le liste d’attesa nelle proprie scuole, soprattutto quelle dell’infanzia. Ci siamo seduti intorno a un tavolo e abbiamo ragionato con le scuole paritarie, abbandonando logiche ideologiche di contrapposizione, e parlando dei servizi. Personalmente non credo che le scuole non statali dovrebbero ricevere finanziamenti a pioggia, ma credo che non debbano essere discriminate quando offrono un servizio a tutti i cittadini. Nel caso della tassa rifiuti, a Milano abbiamo lavorato sui coefficienti per trovare una soluzione. Non è che un bambino delle paritarie e uno delle statali sporchino in maniera diversa!».
«In quell’occasione – ricorda suor Anna Monia Alfieri – il profondo coordinamento del mondo associativo ha dato frutto. Negli ultimi mesi ho seguito la chiusura di quattro scuole paritarie al Sud. La scuola paritaria deve resistere a questi duri colpi, sferrati da quel pericoloso mix tra esigenza di contenimento dei costi e pregiudizio culturale, per arrivare viva al traguardo del costo standard. Deve resistere non perché sia migliore o peggiore della scuola statale, ma perché fa parte dell’unica garanzia di pluralismo educativo: le famiglie devono avere la libertà di scegliere».
Intanto a Bologna succede quello che altrove sembra impossibile: nel regolamento Tari di Palazzo d’Accursio c’è un articolo che equipara le scuole paritarie e quelle statali quanto a pagamento della tassa dei rifiuti. Indagando si scopre che c’è lo zampino della consigliera comunale di Ncd Valentina Castaldini, che spiega: «Ragionando coi funzionari e sensibilizzandoli sul servizio pubblico svolto da queste scuole (e senza le quali il Comune si troverebbe nei guai), siamo riusciti a portare in aula una delibera in cui anche le paritarie pagano a seconda del numero di alunni».
La responsabile scuola di Forza Italia, Elena Centemero, ha presentato un’interrogazione parlamentare sul caso romano, convinta che la questione, anche se squisitamente locale, abbia una rilevanza nazionale. «Credo che si tratti di una decisione molto grave», spiega a Tempi. «Si tenta di fare cassa vessando le paritarie, che vengono palesemente discriminate e trattate diversamente rispetto alle statali. Questa è una posizione al di fuori della legge 62/2000 che sancisce che il sistema scolastico italiano è costituito da scuole gestite dallo Stato e dalle scuole paritarie». L’onorevole di Forza Italia, con una carriera di insegnante svolta tra il settore paritario e quello statale, prevede ulteriori disagi quando scatterà il piano di 150 mila assunzioni previsto dalla Buona Scuola di Renzi, che rischia di “svuotare” di docenti le paritarie, dove spesso lavorano insegnanti inseriti nelle graduatorie ad esaurimento. «Sarebbe un bel segnale se il governo permettesse che gli insegnanti assunti con la Buona Scuola possano continuare a prestare servizio nelle paritarie in cui già insegnano».
Ha insegnato per molti anni in una scuola non statale anche Simona Malpezzi, deputata del Pd, renziana in forza alla commissione Cultura della Camera. Ed è la sua personale esperienza positiva che la fa sobbalzare di fronte alle sempre nuove versioni del pregiudizio anti paritarie che resiste nel suo partito e più in generale a sinistra. Poche settimane fa lo documentava un servizio dell’Espresso sullo lo scandalo del “fiume di soldi alle scuole private”. «Le resistenze nascono per una mancanza di conoscenza. Si criticano le paritarie pensando ai diplomifici, realtà contro cui le stesse paritarie serie si battono». La deputata democratica invita a un ragionamento: «Come governo dentro la legge di Stabilità noi abbiamo stanziato dei fondi per potenziare la rete degli asili nido, lo abbiamo fatto perché ci crediamo, perché crediamo che i nidi, insieme a forme di part time e flessibilità che le donne devono poter scegliere, siano importanti per costruire una società più giusta. A fronte di questo sforzo non possiamo non riconoscere che, soprattutto nella fascia 3-6 anni, lo Stato non ce la farebbe senza le scuole paritarie. In molte regioni, penso alla Lombardia, al Veneto, ma anche all’Emilia Romagna, c’è un sistema integrato tra pubblico e privato che funziona. Dobbiamo farne tesoro, ricordando che lo stato più laico che ci sia, cioè la Francia, ha raggiunto la parità vera a tutti gli effetti».
Le deputate pd: «Marino, ripensaci»
«Mi stupisce – interviene la deputata democratica veneta Simonetta Rubinato – che il sindaco Marino, che ha sempre dimostrato grande attenzione ai bisogni sociali della città, non abbia valutato attentamente le pesanti e controproducenti ricadute della sua decisione. Mi auguro che ci ripensi, cancellando quella che risulta essere una discriminazione assurda. Essendo stata sindaco di un comune del Veneto, dove le paritarie garantiscono la copertura del servizio a quasi il 65 per cento dei bambini, so anche che l’amministrazione comunale, se vuole, può trovare una soluzione. Noi, ad esempio, stanziammo un contributo straordinario consentendo ai gestori delle scuole d’infanzia paritarie di compensare quanto versato per la Tares. E questo per evitare aumenti dei costi a carico delle famiglie».
Le fa eco Simona Malpezzi: «Sappiamo che quello di Roma è un Comune in sofferenza e spesso durante la fasi di sofferenza bisogna fare delle scelte dolorose. Ciononostante non posso non dire al sindaco Marino che la maggior parte delle paritarie sono scuole dell’infanzia, che operano là dove lo Stato o il Comune non riescono ad arrivare con le proprie forze. E poi dobbiamo ricordare che c’è una legge dello Stato che sancisce la parità. È una legge che porta un nome importante per noi di sinistra, quello di Luigi Berlinguer».
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33 commenti
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Come puo un perverso avere la grazia
Di ragionare. Be la Sapienza
Non viene mai da i perversi.
La verita fa molto male a chi
crede di vivere contro natura e
fare le cose giuste.
Povera Roma che fine ai fatto.
Lui il detto sindaco aiuta piu le
prostitute con 5000 € che no le famiglie.
Però Marino vuole fare i matrimoni gay e aprirà un quartiere a luci rosse nella capitale…non è che sia un po’ pervertito??
Ma che sindaco si sono scelti i romani..??
Cara”una mamma”il problema é che é incredibilmente complicato far capire e semplicemente chiedere a qualcuno(vero Paolo o Shiva che dir si voglia e Filomena/o)l’uso della ragione ed conoscenza obiettiva cioè non pregiudizialmente ideologica della realtà,un informazione seriamente documentata e non raffazzonata a suon di slogan ottocenteschi…mi sa che,in certi casi,sia impresa impossibile per manifesta mancanza di volontà!!
Cesare, Maurizio e Rossoporpora, mi avete tolto le parole di bocca !
Devo ammettere che l’effetto cannabis ( o infermieraaa che dir si voglia ) è d’impatto, come anche l’effetto “ottocento ” della barbuta carampana femminista d’antan !
Ci si chiede proprio, ma questi qui dove vivono, che leggono, chi frequentano…sono surreali…fuori da tutto ciò che richiami una vita vera, un affetto, una solidarietà, una libertà…come non avessero vissuto veramente una vita vera.
Forse perché non sono stati amati dai loro genitori, se hanno avuto dei genitori, forse perché non hanno figli : i figli ti impediscono di partire per la tangente dei binari morti, ti tengono ancorato alla realtà !
«La sinistra è diventata una polizia del pensiero stalinista che ha promosso l’autoritarismo istituzionale e ha imposto una sorveglianza punitiva delle parole e dei comportamenti»,
«la sinistra è diventata una frode borghese, completamente separata dal popolo che dice di rappresentare»,
«Tutti i maggiori esponenti della sinistra oggi sono ricchi giornalisti o accademici che occupano salotti elitari dove si forgia il conformismo ideologico»,
«questi meschini e arroganti dittatori non hanno il minimo rispetto per le visioni opposte alle loro».
«Il loro sentimentalismo (il soggetto è sempre, “questi arroganti e meschini dittatori”) li ha portati a credere che devono controllare e limitare la libertà di parola in democrazia per proteggere paternalisticamente la classe delle vittime permanenti di razzismo, sessismo, omofobia eccetera»,
«Sono una militante della libertà di espressione e un’atea, ma rispetto profondamente la religione come sistema simbolico e metafisico. Odio profondamente le becere derisioni alla religione che sono un luogo comune dell’intellighentia occidentale secolarizzata. Ho scritto che Dio è la più grande idea che sia venuta all’umanità. Niente dimostra l’isolamento della sinistra dalla gente quanto la derisione della religione, che per la maggior parte degli uomini rimane una caratteristica vitale per la loro identità. Le vignette di Charlie Hebdo erano crude, noiose e infantili, insultavano il credo di altre persone senza nessuna vera ragione artistica»,
«Siamo in un periodo simile a quello del tardo impero romano, quando una élite sofisticata, secolare e con uno stile di vita sessualmente libero pensava che il suo mondo fosse eterno. Il suo vuoto spirituale era la sua condanna»,
Un bieco oscurantista clerico-fascista tardo-medioevale ? NO, Camille Paglia, intellettuale di sinistra, che ha fatto il ’68, il femminismo radicale, la sinistra pop, la ribelle ultras, la sexual personae, ed è stata effigiata in copertina del magazine New York Times, spada alla mano, warrior atea, saggista e lesbica.
Ragazzi, e stiamo ancora a rispondere a certi figuri prezzolati e pagati per venire qui a sparare minchiate? Ma lasciate che si rivoltino nella melma dei loro luoghi comuni e stereotipi imparati a pappagallo ………
I programmi NON sono uguali, le scuole private hanno “libertà su materie e insegnanti” e sono discriminatorie.
Le struttute sanitarie convenzionate sono al centro di scandali terribili
soprattutto quando si parla di anziani
e sopratutto quando il privato prende soldi pubblici che sono sicuri e indipendenti dalla qualità del servizio.
E così avviene anche nella scuola privata la cui qualità è dimostrata essere molto inferiore a quella pubblica.
Perché la chiesa vuole fare le scuole se non per il pedo-proselitismo?
Perché non sa come passare il tempo?
Voi non avete coscienza civica volete l’autoritarismo e la chiesa ve ne dà in quantità.
Non siete capaci di vivere in una società ma solo sotto una dittatura religiosa.
Ascoltate Shiva101 egli vi salva!
Ma questo qui che si fuma?
Ah! fuma con marino che nel frattempo si dedica anche alle mign@tte e con i soldi della monnezza delle scuole ci paga le “coop sociali” che dovrebbero assistere le meretrici autorizzate da lui ad esercitare in un quartiere a luci rosse in barba agli abitanti (poveri loro…).
Aho se fanno più sordi co le mign@tte che coll’immigrati (buzzi docet)
“Ascoltate Shiva101 egli vi salva!”
E’ l’unica cosa leggibile …. perché fa ridere.
Il resto è la tua solita bestialità, ignoranza e culto pornografico.
Cercati un lavoro, non trascorrere tutto il giorno a letto.
Peccato che la maggior parte dei piani di offerta educativa che il genitore deve accettare e sottoscrivere, prevedono spesso attività di tipo pastorale e di evangelizzazione e avvicinamento alla fede cattolica del bambino improntati soprattutto sulla famiglia cristiana. Se io non condivido questi principi non sono accolto. Nella scuola pubblica invece chi sostiene questi principi viene accolto ugualmente.
Quello che e’ complicato da far passare e’ che il verbo corretto da usare sarebbe scegliere: tu come genitore,x la legge italiana, hai diritto di scelta in ambito scolastico. Si può scegliere scuola di ispirazione cattolica, steineriana, luterana, familiare, e qualsiasi altra. Ad alcune scuole (se mantengono degli standard e requisiti ) e’ stato data l’accezione di paritaria perche’ hanno, da legge berlinguer in avanti, gli stessi doveri e diritti delle pubbliche. Di fatto col passare degli anni i doveri sono rimasti ma i diritti un po meno(vedi mancanza fondi previsti e tasse aumentate sui rifiuti x ora). La scelta dovrebbe essere garantita alle famiglie. Non ha senso dire” non vengono accolti”: tu dovresti essere garantito dallo stato, x le sue leggi e x le tasse che paghi, di frequentare quello che preferisci. Buona serata.
ma da dove vieni fuori tu…..ma che formazione hai ……dove vivi….che cosa leggi……
Le attività di spiritualità nelle scuole cattoliche non sono obbligatorie.
Programmi sono gli stessi. Esami finali da sostenere pure. Test Invalsi pure. Corsi di aggiornamento pure. Anche la religione cattolica e’ facoltativa. Solo il pof( patto educativo tra scuola e genitori) contiene valori di ispirazione cristiana e qui ciascuno è’ libero di scegliere la scuola appunto…tanto che anche chi non è propriamente un frequentatore di parrocchia lo sottoscrive perché vi riconosce valori buoni x crescita dei propri figli.
Cerchiamo di fare un po’ di luce:
dal sito http://www.salute.gov.it:
“Le garanzie del Ssn
La Sanità privata, profit e no profit (lucrativa e non lucrativa), ha rappresentato, sin dalla sua istituzione, una risorsa per il Servizio sanitario nazionale. Questo perché, il Ssn affermando la centralità del cittadino, ha riconosciuto a questi il diritto di libera scelta del luogo di cura.
Il Ssn, innanzitutto, garantisce la qualità delle strutture sanitarie e dei professionisti sanitari, vincolando le prime alla concessione dell’autorizzazione all’esercizio (art. 8 ter d.lgs n. 502/92) ed i secondi all’abilitazione professionale.
Il cittadino può rivolgersi gratuitamente (ovvero pagando l’eventuale ticket) a strutture sanitarie e professionisti pubblici o privati accreditati con il Ssn, scegliendoli liberamente tra quelli abilitati ed autorizzati.
Bisogna precisare che le prestazioni erogate dal Ssn, sia mediante strutture pubbliche che private accreditate, sono solo quelle individuate nei LEA (Livelli essenziali di assistenza), definiti con il DPCM del 29 novembre 2001 e s.m.i., pertanto qualora un cittadino volesse sottoporsi ad una prestazione sanitaria non compresa nei LEA, il relativo costo sarebbe totalmente a suo carico sia che essa venga erogata in una struttura pubblica che in una struttura privata accreditata.”
Cioè: la salute dei cittadini è garantita in egual misura da strutture pubbliche o private.
Domanda: se così è per la salute, perché mai non può esserlo in egual misura ed alle medesime condizioni anche per la scuola?
Per restare nella questione della “rumenta” romana (per i non milanesi: la spazzatura): perchè le paritarie debbono pagare di più rispetto alle statali? Ricordo che da riforma scolastica Berlinguer – quello che sul palco prodianulivetano disse “è 50 anni che aspettiamo questo momento” – non esiste più pubblico e privato
Nel caso del SSN rispetto all’istruzione la differenza sta appunto nei LEA che sono stabiliti dallo Stato. Posto che lo Stato decidesse (come nel caso dei LEA) quale deve essere il progetto educativo, allora non ci sarebbe differenza tra scuole pubbliche e scuole paritarie. La scuola pubblica accoglie tutti, la paritaria confessionale presuppone l’adesione ad un progetto educativo basato sulla morale cattolica e se questa non si sottoscrive non si è accolti.
Sè fosse garantito uno standard uguale tra pubbliche e paritarie e la questione religiosa fosse esclusa dallo standard non ci sarebbero problemi.
I programmi li fa il ministero per tutti. Dove vivi?
Il fatto è che Filomeno confonde la scuola paritaria col seminario.
sei ancora qui ma tu hai una opinione su tutto ……ma dove ti sei formata/informata……o meglio piu che un’ opinione continui a sprizzare odio da tutti i pori…..complimenti
Per sprizzare sprizza, ma non è odio, è altra roba.
Cara barbuta, va bene che non hai figli e se li avessi correresti ad abortirli, come hai scritto più volte, ma prima di intervenire a vanvera informati ! I “LEA ” nella scuola ci sono eccome ! Sono i programmi di italiano, di matematica , di storia ecc ecc. Quello che può cambiare è la visione educativa.
Non è questione di fare catechismo o meno, ma di proporre una educazione all’umano e alla libertà lontana mille miglia dalla tua tristanzuola e grigissima visione di vita.
Pensa ad avere una insegnante barbuta come te, finta e costruita, falsa e mistificatrice all’eccesso !
Un genitore, può o non può desiderare di non imporre ai suoi figli al tua squallida visione di vita ?
Oppure pensi che lo Stato debba sempre coincidere con la maggioranza ?
Come ai bei tempi del fascio ?
Qui non si dice che ci debba essere solo la scuola cattolica, ma qualsiasi scuola che la famiglia voglia scegliere in consonanza con la sua visione di vita, fatti salvi i programmi e il controllo dello Stato sui programmi.
Quindi, se tu un domani volessi fondare una scuola grigia, con le pareti grigie, con insegnanti grigi, una scuola insomma che rispecchi la tua visione grigia di una vita grigia, sarebbe più che lecito.
Che dici ? Che la scuola grigia c’è già e deve valere per tutti ? E la libertà dei genitori ? Scusa se ho detto una parolaccia, anzi due : libertà e genitori !
@ Giovanna
Alle scuole paritarie private, “è assicurata piena libertà per quanto con cerne l’orientamento culturale e l’indirizzo pedagogico-didattico”, che è libertà di darsi un progetto educativo che può indicare “l’eventuale ispirazione di carattere CULTURALE o religioso” (legge 62/2000 art. 1, comma 3). La stessa legge impone che l’insegnamento sia “improntato ai principi
di libertà stabiliti dalla Costituzione repubblicana”. E ancora, se da una parte si dice che “il progetto educativo indica l’eventuale ispirazione di carattere culturale o religioso”, dall’altra «non sono comunque obbligatorie per gli alunni le attività extracurricolari che presuppongono o esigono
l’adesione ad una determinata ideologia o confessione religiosa».
Quindi l’esempio che hai fatto tu della “scuola grigia” dovrebbe bastare ed avanzare a dimostrare che non c’è discriminazione . E tutte le sue elucubrazioni vanno a carte quarantotto. La Filomena , come i cattolici può creare la “Scuola Filumeni” dove può esprimere il suo meraviglioso orizzonte culturale (aborti contraccezioni copula a gogo e coppie da frantumare) con il limite di sopra che non si possono esigere “adesioni”.
L’hai stesa. Dovrebbe decorosamente stare zitta. Non può inventarsi discriminazioni o altro, perché c’è la pluralità. Ma non sarà cosi: è una impiegata che svolge un servizio…. è deve dire sempre le sue quattro cose. Deve dire che tutti devono essere grigi, tutti inquadrati come lei.
Eppure non è difficile a capire che stai dicendo stupidaggini. Ti sforzi allo spasimo a non capire per essere quello che sei , coerente con le quattro cose che ti circolano nella mente. Tu è schiva siete uguali nella sostanza: tu educatina , lui bestiale.
Purtroppo si ricevono insulti. Ultimamente spesso capita a chi prova a dialogare o a chi porta esempi di scelte reali e dati tratti dal vissuto(non presi da fonti di parte o ideologiche). I test invalsi pubblicati sul sito della scuola a cui mi riferivo sopra e confrontati con la media nazionale stanno lì a parlare x tutti i prof che fanno i corsi di aggiornamento richiesti e si spendono con passione x i loro studenti…x ciascuno di loro.
P.s.ho sempre frequentato scuole statali ma finché potrò’ sceglierò’ quella paritaria x i miei figli x il loro bene. Tra l’altro non e’ neanche gestita da istituto religioso ma da laici volenterosi che credono nel valore educativo come crescita della persona e non solo in uno sterile nozionismo.
Sono statalisti, ignorano la libertà. In più sono pure abortisti, ignorano la vita. La battaglia sarà lunga.
xTiglat, Una Mamma
Dovevate nascerci voi.. cosi potevate fare il vostro comodo, perchè in dittatura la legge NON è uguale per tutti.
La qualità d’insegnamento delle scuole private è nettamente inferiore alla scuola pubbblica, come già ho documentato diverse volte, risultati confermati anche dall’OCSE.
Inoltre le scuole private sono discriminatorie possono rifiutare alunni e disciminare gli insegnanti, cose assolutamente inacettabili e che costituiscono REATO per una vera scuola pubblica.
Voi rifiutate la scuola pubblica come io posso rifiutare la sanita pubblica, ma le alternative sono strutture private per tanto dovete pagarvele, esattamente come paghereste una clinica privata.
In realtà non è in discussione se nel nostro scenario sia meglio l’istruzione privata o pubblica: è dimostrato sotto tuttii piunti di vista che è meglio la seconda.
Il problema è la totale vostra mancanza di ogni senso civico e dello Stato, non avete nessuna considerazione del bene comune.
Siete indottrinati, fascisti e autoritari dentro, e la chiesa si presta bene al vostro animo.
Tutto qui.
Che Shiva101 possa illuminare la vostra anima!
Hai ragione, Paolo, in dittatura non c’è uguaglianza. Hai fatto la migliore autoanalisi della storia!
“Che Shiva101 possa illuminare la vostra anima!”
Infermieraaaaaaaaaaa!
Solo uno che non ha figli può scrivere che la qualità dell’insegnamento della scuola non-statale è inferiore a quello della scuola statale ! o uno che si auto-definisce bestia !
Fatevi un giretto sul forum genitori e figli del corriere, non proprio un covo di cattolici anti-statalisti, semmai il contrario, e ne leggerete delle belle : sono innumerevoli le testimonianze sincere dei genitori che non avrebbero mai creduto di poter iscrivere i loro figli ad una scuola non statale, ma si sono dovuti, felicemente, ricredere.
E nessun predicozzo statalista e ideologico, elargito con generosità da gente che dire ideologica è dir poco, li convince : dicono che i figli sono i loro e loro vedono bene la qualità, dopo aver sperimentato lo sfacelo, in alcuni casi un vero tracollo, episodi da brivido (non tanto diversi dalla mia esperienza di madre nella scuola statale cui sono obbligata ad aderire per medie e superiori , a dire il vero ) della scuola statale in prima persona !
Marino tratta le paritarie giustamente come scuole private,
quindi devono pagare tutto quello che c’e’ da pagare, dovrebbero inoltre essere obbligate ad allinearsi agli standard della qualità d’insegnamento della scuola pubblica, oltre che a strette verifiche legali.
Altrimenti la chiesa puo devolvere tutti i fondi che investe nelle proprie scuole allo Stato, per sovvenzionare le strutture della scuola pubblica fortemente danneggiate dai mostruosi tagli economici.. ovviamente rinunciando cosi a fare proselitismo infantile.
Mi piacerebbe che anche solo per una mattina persone che “sanno” tante cose sulle scuole paritarie assistessero alle lezioni: almeno parlerebbero x esperienza! Quello che è vero per la scuola paritaria che frequenta mia figlia e’ che viene scelta anche da non credenti. Dopo aver valutato le altre scuole sul territorio e le attenzioni educative riservate agli studenti se si può si sceglie questa scuola. Quello che è vero che noi tutti con le tasse contribuiamo già alla scuola statale e poi chi ce la fa paga, con sacrificio ma volentieri, anche la retta alla paritaria. Lo stato deve offrire servizi e garantirli: paghiamo già abbastanza tutti x questo.
Cara “una mamma”
Mesi fa o fatto esattamente lo stesso invito al sig. “Paolo Venosi” alias Shiva.
Siamo tutti illusi che ragioni e risponda accettando la proposta?
Venisi il totalitario. Perché non sei nato in Urss?
Paolo Vernisi, Shiva, Filomena o qualunque cosa tu ti senta essere, ma ti rendi conto delle fesserie che dici? Intanto c’è una legge, la legge Berlinguer (ti dice nulla il nome Berlinguer?) Che ha stabilito che il sistema scolastico italiano si fonda su scuole statali e scuole paritarie con identici diritti e doveri,quindi è lo Stato che deve adeguarsi ad una sua legge creando finalmente le condizioni per cui le scuole paritarie si trovino nelle stesse condizioni delle scuole statali. Secondo parli di standard di qualità d’insegnamento e allorta informati perché la maggior parte delle scuole paritarie di ogni ordine e grado ha standard di qualità superiori a quelli delle scuole statali. Quanto alle verifiche legali non capisco cosa tu voglia insinuare, ma ti dico questo se vogliamo ad esempio parlare di standard di sicurezza tutte le scuole paritarie hanno standard di sciurezza che nessuna scuola statale si può nemmeno sognare e lo sai perché? Perché i controlli degli organi competenti vengono effettuati praticamente solo nei confronti delle scuole paritarie le quali sanno benissimo che devono essere in regola altrimenti chiudono, quanto ai controlli alle scuole statali non vengono semplicemente effettuati perché altrimenti le scuole verrebbero chiuse all’istante per l’assoluta carenza di ogni standard di sicurezza. Per il resto sui tuoi deliri non mi soffermo perché non meritano neppure una risposta.