Marijuana, per l’Onu con la legalizzazione aumenta la tossicodipendenza. Bisognerà spiegarlo ai grillini

Di Rodolfo Casadei
25 Marzo 2013
Presto il Colorado potrebbe essere il primo stato a legalizzare la cannabis “ricreativa”. E anche in Italia il Movimento Cinque Stelle si sta organizzando

L’avanguardia dell’antiproibizionismo lanciato alla conquista e al ribaltamento delle legislazioni sulle droghe ha insediato il suo avamposto a Denver, Colorado. Venerdì 22 marzo presso l’Old Supreme Court Chambers del locale Capitol si è riunita la commissione congiunta della Camera e del Senato del Colorado per l’implementazione dell’emendamento 64, cioè della proposta di legalizzazione del consumo ricreativo di marijuana approvata dal 55 per cento dei votanti al referendum del 7 novembre scorso. In inglese la commissione si chiama Joint Committee, e mai il gioco di parole apparve più appropriato. Se non interverrà il governo federale, al più tardi all’inizio dell’anno prossimo il Colorado diventerà il primo territorio del mondo dove si potrà legalmente produrre, vendere e consumare cannabis per fini ricreativi. Lo seguirà con tutta probabilità lo stato di Washington, dove analoga proposta è stata approvata con analogo referendum. Secondo i media altri cinque stati potrebbero, se il governo federale non interverrà, seguire l’esempio di Denver e Seattle.

In Italia una proposta di legge per la legalizzazione delle droghe in generale – ma si suppone che il testo finale si limiterà alla cannabis – potrebbe essere presto presentata alla Camera dal gruppo parlamentare del Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo. Stando infatti al codice di comportamento che il Movimento ha imposto agli eletti, questi sono tenuti a presentare le proposte di legge maggiormente gradite agli utenti del sito beppegrillo.it, dove una delle richieste che raccoglie più consensi reca il titolo “Legalizziamo, tassiamo, e (con i suoi proventi) disincentiviamo l’uso e la vendita delle droghe!”. I grillini propongono di lottare contro la diffusione della droga con le entrate fiscali che allo Stato verrebbero dalla sua vendita legale. In Colorado la pensano sostanzialmente allo stesso modo: i promotori del referendum hanno formulato il testo in modo da far pensare che una parte importante delle nuove entrate fiscali generate dalla vendita della cannabis per uso ricreativo andrebbe a finanziare il programma Building Excellent Schools Today che promuove il rinnovamento e la costruzione di edifici scolastici, oggi a rischio per i tagli al bilancio statale. Attualmente i vari livelli di governo del Colorado incassano già 5,4 milioni di dollari di entrate fiscali dall’industria della marijuana terapeutica, essendo il loro uno dei 19 stati degli Usa dove la produzione e il consumo di cannabis per uso terapeutico sono permessi. Secondo i fautori del referendum la legalizzazione totale porterà 46 milioni di dollari di nuove risorse a disposizione degli enti pubblici, e di questi 24 andrebbero ai programmi per l’educazione. Un automatismo in realtà non esiste, e se davvero il Colorado vorrà destinare all’educazione una quota delle entrate fiscali provenienti dal mercato della cannabis, dovrà farlo con appositi provvedimenti che potrebbero richiedere pure un passaggio referendario.

Sia come sia, l’idea che facilitando l’accesso pagante alla droga si possa a medio termine ridurre il fenomeno della tossicodipendenza trova consensi di qua e di là dell’Atlantico. C’è un solo problema: l’idea non combacia con la realtà osservabile. Per rendersene conto si può prendere in mano il Rapporto mondiale sulle droghe 2012 dell’Unodc, l’ufficio delle Nazioni Unite che si occupa di droga e criminalità. Il rapporto contiene molte utili informazioni, benché necessariamente approssimative vista la materia. Appoggiandoci sull’ipotesi mediana delle varie stime, possiamo dire che sono 230 milioni, pari al 5 per cento della popolazione mondiale adulta (compresa fra i 15 e i 64 anni di età), le persone che hanno fatto ricorso a una droga illegale almeno una volta nel corso dell’anno. I tossicodipendenti veri e propri sono 27 milioni, cioè lo 0,6 per cento della popolazione. Il fenomeno appare stabile nei paesi industrializzati e in espansione nei paesi in via di sviluppo. Eroina, cocaina e altre droghe causano la morte di circa 200 mila persone all’anno. La droga illegale più consumata nel mondo è di gran lunga la cannabis, che sarebbe utilizzata da 171 milioni di persone circa, pari al 3,8 per cento della popolazione. La seguono, distanziatissimi, gli oppioidi (eroina e morfina), con 31 milioni di adepti. L’ecstasy ha raggiunto e superato la cocaina, e il suo consumo interessa lo 0,4 per cento circa della popolazione mondiale dai 15 anni in su. Il rapporto analizza poi i modelli e i fattori trainanti del “problema droga contemporaneo”, e nel farlo giustifica le politiche proibizioniste che improntano i trattati internazionali e le legislazioni nazionali in materia.

L’uso di sostanze psicoattive fa parte di tutte le culture tradizionali del mondo in ogni tempo, ma il loro consumo oggi presenta due specifiche caratteristiche: l’assunzione di droghe proibite risulta sproporzionatamente concentrata nelle classi d’età giovanili (soprattutto fra i maschi che vivono in un ambito urbano) e il catalogo delle sostanze psicotrope disponibili si espande in continuazione. Ancora al tempo del proibizionismo degli alcolici negli Stati Uniti, 80-90 anni fa, tali caratteristiche erano assenti: l’alcol era un tema intergenerazionale e le differenze fra la città e l’ambiente rurale modeste. Da notare pure che l’uso di droghe illegali appare espandersi con l’aumentare dei redditi e il progredire dell’urbanizzazione nei paesi in via di sviluppo. In un contesto così caratterizzato, le politiche proibizioniste che sono la sostanza dei trattati internazionali dimostrano di avere avuto un certo successo, perché hanno mantenuto i tassi di consumo delle droghe illegali ben al di sotto di quelli delle sostanze psicoattive permesse, come l’alcol e il tabacco.

Per esempio le stime più comuni sostengono che il consumo mensile di tabacco interessi il 25 per cento della popolazione sopra i 15 anni di età, che sarebbe dieci volte di più del tasso di prevalenza mensile dell’uso di tutte le altre sostanze vietate, il quale si attesterebbe attorno al 2,5 per cento. Poco diverso il paragone fra alcol e droghe illegali. Se si considera il tasso di prevalenza annua del consumo di alcol, che è permesso nella maggior parte dei paesi del mondo, ci si accorge che è otto volte superiore al tasso di prevalenza dell’uso di droghe illecite calcolato sullo stesso lasso di tempo: 42 per cento contro 5 per cento. Identico il rapporto fra l’alcolismo conclamato (grave ubriachezza su base settimanale) e la tossicodipendenza: il primo è otto volte più comune della seconda. Quando si considerano gli anni di vita sana perduti a causa dell’assunzione di sostanze psicotrope, sia legali che illegali, si scopre che quelle illegali sono responsabili solo del 10 per cento di tale perdita: l’altro 90 per cento è dovuto ad alcol e tabacco.

L’ampiezza dei danni causati dalle sostanze che danno assuefazione e tuttavia sono legali come alcol e tabacco dipende dal fatto che sono diffuse in tutte le fasce di età. Il danno causato alla salute dalle droghe vietate è statisticamente meno rilevante perché concentrato nelle fasce d’età giovanili (si chiama effetto contenimento generazionale). Si potrebbe dunque concludere che il sistema internazionale di repressione della produzione e vendita di droghe vietate funziona come un freno sul consumo che influenza soprattutto i comportamenti delle persone più mature di età: mentre i giovani sfidano in gran numero la legge, gli adulti si mostrano meno disponibili a perserverare in comportamenti trasgressivi. Questo sarebbe dimostrato per esempio dai modelli di consumo di alcol e tabacco: come quelli relativi alle droghe proibite, vedono l’iniziazione all’uso della sostanza nel corso dell’adolescenza o all’inizio dell’età adulta, ma mentre la percentuale dei consumatori di sostanze illegali cala drasticamente con l’avanzare dell’età, questo non avviene per alcol e tabacco, droghe legali, che continuano ad essere utilizzate da chi le aveva accostate in età giovanile.

La tesi risulta dimostrabile anche quando il raffronto non riguarda alcol e tabacco, ma sostanze psicotrope vietate nei paesi industrializzati e invece tollerate in alcune regioni del mondo in via di sviluppo. È il caso del khat, una pianta del Corno d’Africa e della penisola arabica che contiene un alcaloide classificato fra le anfetamine. In Italia e negli Stati Uniti la sua importazione è soggetta a sequestri, e il suo principio attivo, il catinone, è fuori legge. Nel Regno Unito e nei paesi che si affacciano sul Mar Rosso invece il consumo di khat è tollerato. Scopriamo così che nello Yemen la percentuale di persone sopra i 61 anni che consuma regolarmente questa anfetamina è inferiore soltanto del 13 per cento a quella prevalente nella fascia d’età fra i 21 e i 30 anni. Per avere un’idea del divario con gli alcaloidi vietati (almeno finora) in Occidente, si tenga presente che l’uso della cannabis negli Stati Uniti fra le persone sopra i 61 anni di età è inferiore del 93 per cento a quello che si registra fra chi ha dai 21 ai 30 anni. Insomma, che si tratti di alcol e tabacco o di sostanze più esotiche, concentrate in certe regioni dei paesi in via di sviluppo, l’uso di sostanze psicoattive legali tende a essere distribuito in modo più omogeneo fra le classi di età di quanto accada con l’uso di sostanze illegali.

Ne deriva che le politiche che si propongono di realizzare gli antiproibizionisti in Colorado e i grillini in Italia avranno soprattutto un risultato: aumenteranno il numero dei consumatori, in particolare nelle classi d’età successive a quelle giovanili. Benevenuti nel mondo degli sballati di ogni età.

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23 commenti

  1. Ingrosso Fabio

    siete patetici.. nel 2013 vi attaccate ancora a supposizioni e modi di dire che appartengono ad una cultura bigotta! ha ragione Francesco, la disinformazione nuoce gravemente alla salute!!!

  2. charlie

    Facciamola breve..La legalizzazione della cannabis porterebbe solo benefici..
    …ma va bene cosi…tanto problemi di reperibilità non ce ne sono..ma continuiamo pure ad arricchire i delinquenti, e gli avvocati….continuiamo a sprecare risorse per cercare, punire chi cerca un modo per rilassarsi, per staccare un secondo dai problemi..continuiamo a rendere facile il lavoro delle forze dell ordine…
    E soprattutto..continuiamo a bere…che quello fa bene…
    Poi nel dubbio mettete anche qualche euro nelle slot
    Ma davvero? Volete andare avanti ancora per tanto con ste ipocrisie…
    Vi rendete conto di quanti posti di lavoro porterebbe la legalizzazione…?.
    Degli introiti derivanti?..coltivazione, vendita…probabile incremento turistico.
    ….vogliamo parlare poi di salute?…controlli qualità…il problema vero…non è l erba…ma gli additivi che potresti trovare dentro…
    Fumo da 22 anni…ho amici che come me han sempre fumato…e le vite rovinate x colpa dell erba..son solo da attribuirsi a provvedimenti legislativi..
    Piu importante…non ho mai perso un amico x colpa di qualcuno che aveva abusato di cannabis…
    Ne ho persi per colpa dell alcohol o di droghe pesanti..

    .la legalizzazione globale è solo questione di tempo…

    Comunque…grazie Italia..

  3. charlie

    Facciamola breve..La legalizzazione della cannabis porterebbe solo benefici..
    …ma va bene cosi…tanto problemi di reperibilità non ce ne sono..ma continuiamo pure ad arricchire i delinquenti, e gli avvocati….continuiamo a sprecare risorse per cercare, punire chi cerca un modo per rilassarsi, per staccare un secondo dai problemi..continuiamo a rendere facile il lavoro delle forze dell ordine…
    E soprattutto..continuiamo a bere…che quello fa bene…
    Poi nel dubbio mettete anche qualche euro nelle slot
    Ma davvero? Volete andare avanti ancora per tanto con ste ipocrisie…
    Vi rendete conto di quanti posti di lavoro porterebbe la legalizzazione…?.
    Degli introiti derivanti?..coltivazione, controlli, vendite…probabile incremento turistico.
    ….vogliamo parlare poi di salute?…col mercato illegale non

  4. andrea

    E’ scientificamente provato che la legalizzazione della cannabis porta ad una drastica riduzione dei consumi. Il problema è il proibizionismo. In Olanda e in California, da quando è legale, c’è stato un crollo dei fumatori. Ci sono i dati e le ricerche scientifiche. Il resto sono fantasia.
    La cannabis è un farmaco anticancro spettacolare. In particolare l’olio di cannabis.
    Conosco gente che si cura la sclerosi multipla con la cannabis comprata in farmacia. O gente che è uscita da depressioni o da dipendenze di eroina grazie a somministrazioni controllate e medicinali di cannabis.

  5. matteo

    Articolo fatto di pura demagogia e d’intollerante ignoranza sull’argomento….basta nn se ne può più di tutto questo bacchettismo jurassiko!!!..girate l’europa prima di scrivere certe ,scusate il termine, cazzate giornalistiche, e virenderete conto cosè una vera società civile vedi portogallo francia olanda germania etc etc. P.S mi hanno insegnato che se nn sai le cose sarebbe meglio stare zitto!!,

  6. Daniele

    Disinformazione pura. Una sola cosa; in Olanda dove è legale acquistare marijuana il consumo di quest’ultima è inferiore ad uno stato come l’Italia che ha ancora una legge spaventosa e raccapricciante come l’autore, un certo Gianfranco Fini.

  7. Marco

    Se fossi un ricercatore, un grillino, un politico.. Vi avrei già fatto pervenire una bella querela..
    Modificate l’articolo con informazioni corrette..

  8. Claudio

    Articoli come questo mi fanno paura mi ricordano un romanzo thriller psicologico 1984 dove la gente viveva nella menzogna più assurda del grande fratello che attraverso i mass media diffondeva propaganda falsa e illusoria schiavizzando di fatto tutti quanti.In un paese come l Italia che ha fatto dell oscuramento e della disinformazione uno sport nazionale come il calcio non ci si deve stupire più di niente. Accordi mafia-Vaticano impediranno con ogni mezzo la legalizzazione passando sopratutto dalla disinformazio.Buona notte a tutti anche a voi sig.i Fini e Giovanardi sperando che la notte porti consiglio..

  9. af

    Questo articolo merita un commento solo per aumentarne la visibilità. Che tutti possano vedere quale genere di lavaggio cerebrale continua a imperversare nel mondo ma soprattutto nella nostra penisola. Dove la classe d’età più numerosa -fra i 30 e i 60 anni- viene continuamente bombardata da false relazioni propagandistiche di giornalisti altrettanto veicolati e, la classe che invece potrebbe differenziarsi e dare ragionevolmente atto ad un cambiamento radicale, costruttivo e continuativo nel mondo, la nostra ragazzi, resta a guardare e a lamentarsi su fb.
    Possibile che non ci sia un gruppo di discussione che sia capace di raccogliere le nostre idee e proposte di cambiamento?

  10. nico

    complimenti per la disinformazione, per il terrorismo psicopolitico che siete in grado di fare, siete la causa del perchè il vostro lavoro di giornalista è sempre piu discriminato, siete venduti, Stati Uniti Canada e altri paesi socialmente molto piu evoluti di noi hanno dichiarato che non è fumare canne o bere un bicchier di vino che crea tossicodipendenze…gli USA hanno dato il consiglio di non spendere piu un soldo contro la campagnia alle droghe leggere, ma capisco che per voi giornalisti mantenuti dai servizi di menzogna segreti sia molto sconvolgente, scusate ma oltre il brutto periodo che quest’italia il nostro popolo tocca pure leggere cavolate di un antichità assurda, vi do un consiglio scrivete un articolo sulla masturbazione e cecità che magari raccontate meno bagianate

  11. Matteo

    Capre ignoranti, non vale manco la pena di leggere questo insensato articolo. Prima di definire “droga” una cosa che neanche sapreste riconoscere documentatevi, leggete i libri; la parola droga è stata collegata alla cannabis dai padri di coloro che oggi devastano il pianeta con la loro plastica e il petrolio. Prima di aprire la bocca a vanvera e scrivere certi articoli informatevi e pensate, se no non si uscirá mai da questo buio tunnel in cui l’italia sta sprofondando.
    NON È UNA DROGA APRITE GLI OCCHI E PENSATE ne abbiamo bisogno, c’è ancora speranza!
    Peace & Pot

  12. Gianni

    rassegnatevi la cannabis prima o poi sarà legalizzata! E finalmente capirete che si è parlato del nulla per quasi un secolo e che sono state arrestate centinaia di migliaia di persone per una sostaza innocua. Speriamo che finisca questa follia proibizionista!

    1. Andrea

      E’ un farmaco anticancro, altro che innocua!!!!

  13. Francesco

    Io ci ho messo anche impegno ma è un infinita e sfiancante sfilza di costatazioni campate in aria, generalismi, se non caga…e dirette come ciò che è scritto nel titolo, che è semplicemente falso.

    Lo provano i dati, che al contrario di ciò che è stato fatto in questo articolo che non cita un dato certo basta guardare a un migliaio di Kilometri da qui in Olanda, ebbene il consumo di Marijuana è superiore in Italia… e li è depenalizzata da 30 anni mentre qui abbiamo la Fini-Giovanardi…
    Ma non solo l’ Olanda è superata da altri paesi del UE, come se non sbaglio Francia e/o Inghilterra.

    Ma chissà, magari anzichè i dati certi e provati avete ragione voi con i vostri generalismi incocludenti e sconnessi, chissà magari mi direte che come vengono affrontate dallo Stato le droge non incide sul suo consumo e se qui si consuma più che lì è colpa del “lu sole e lu mare e na bella iurnà de sole” tutti a guardare la partita con cirrosi epatica, tumore, e il grappino distillato in casa al metanolo dell Lega Lombarda! G R A Z I E I T A L I A ! !

  14. Cristiano

    Ragionando come l’autore di questo articolo, dovremmo essere tutti fumatori ubriachi. A prescindere dall’età.

  15. Deleuze

    Articolo purtroppo debole, poco documentato e ideologico (cosa c’entrino i grillini non si sa, il dibattito sulla legalizzazione delle sostanze è aperto da decenni) su un tema cruciale anche a livello geopolitico.

    Il proibizionismo ha fallito, ci ha regalato 50 anni di politiche inefficaci, incarcerazioni assurde, diffusione di droghe pesanti, mafie ricchissime e intere nazioni destabilizzate. Senza contare i miliardi di potenziali entrate fiscali che ogni anno ci siamo buttati via. Il tutto senza ridurre il consumo di droghe.

    La maschera è caduta, ora si tratta di spostarsi verso nuove e più efficaci politiche in modo sensato. Parlare di “tossicodipendenza” riguardo alla canapa è peraltro scientificamente errato.

  16. franco

    quello che faccio a me stesso, a mie spese e senza danneggiare gli altri… *sono fatti miei*. Il babbo l’abbiamo avuto tutti uno stato-babbo non serve a nessuno

    1. Luca

      Franco santa affermazione

  17. Matteo Gracis

    C’è tanta di quella DISINFORMAZIONE in questo articolo che dovreste VERGOGNARVI per averlo pubblicato. Il proibizionismo ha FALLITO ed è la stessa ONU ad ammetterlo, dopo 30 anni di inutile guerra alla droga. Le nostre carceri scoppiano perchè piene di tossicodipendenti, che non dovrebbero certo essere là! La depenalizzazione della cannabis e la riscoperta dei suoi utilizzi soprattutto terapeutici e industriali, è ormai un trend affermato in tutti i paesi più moderni e avanzati. L’attuale legge che abbiamo in Italia in tema droghe, la Fini-Giovanardi, è tra le peggiori leggi in Europa e va ABOLITA al più presto. Negli stati dove la cannabis è legalizzata o tollerata non c’è stato un incremento di consumatori, anzi, e ne hanno giovato sia gli utenti (in quanto hanno sostanze controllate ed evitano il contatto con la malavita) sia le casse pubbliche. Il 90% di quanto riportato nel vostro articolo è FALSO.

  18. ragnar

    Dimenticavo: ovviamente l’uso della droga e le malattie conseguenti alla prostituzione precludono i servizi sanitari statali. Chi si ammala deve curarsi da sé.

    1. Andrea

      Allora.. Hai scritto una bella cosa incorretta..
      Lo stato già si trova a dover affrontare spese sanitarie per curare chi si droga (appartenenti che non ho mai visto effetti collaterali della cannabis) e chi si ammala per le prostitute.
      Legalizzando le prostitute potrebbero esercitare solo se non hanno malattie veneree, la cannabis sarebbe di ottima qualità e in più lo stato ci guadagnerebbe anche… Si risparmierebbe molto sulla sanità al contrario di come pensi…
      Si guadagnerebbe sul turismo e la tassazione.

  19. ragnar

    Legalizzare la droga? e perché no anche la prostituzione?
    Vi diró la mia.
    In un periodo di crisi come questo occorre fare delle scelte: o puntare sull’etica o sull’economia. Non si puó puntare su entrambe allo stesso tempo. Dunque da qualche parte bisogna pur cominciare.
    Per quanto la legalizzazione delle droghe e della prostituzione sia dicutibile, essa potrebbe senza dubbio rappresentare una fonte di introiti per lo stato da non sottovalutare.
    In un momento come questo io sarei favorevole a una simile proposta. Ovviamente la legge andrá modificata qualora si raggiunga in un futuro (presumibilmente lontano, visto come vanno le cose) la stabilitá economica.

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