
Manifesti elettorali, senti chi parla
Le elezioni che si svolgeranno fra pochi giorni interesseranno alcune province e molti piccoli comuni. I manifesti elettorali riportano visi anonimi, sconosciuti al grande pubblico. Proprio grazie a questo, la cartellonistica può fornire notevoli spunti provocatori. Il candidato di Forza Italia: è giovane, di bell’aspetto, porta un abito elegante e i capelli corti ma non cortissimi. Il sorriso è accennato ma non prorompente. Egli sa di non poter competere con il Cavaliere e si trattiene da un’imitazione che potrebbe renderlo ridicolo. Lo sguardo è rassicurante e benevolo, ma non buonista. Potrebbe essere il tuo promotore finanziario di fiducia. Colui che più si avvicina alla tipologia del Forzista è il candidato della Margherita. Anche lui è giovane ed elegante. Ha il piglio di chi dice: «Sono io il tuo promotore finanziario, non ti fidare di quello che mi sta qui a fianco». Ha un’aria da borghesuccio sfigato, di colui che arriva sempre un attimo dopo. Sarebbe pronto a fare un girotondo da un momento all’altro ma, è talmente sfigato, che non ha neppure un motivo per cui girotondare. C’è poi il candidato dei Ds. Sono due i tipi: quello di vecchia data utilizza la stessa foto di 15 anni fa. Non lo riconosce neppure la famiglia, figuriamoci gli elettori. Con il suo passato ha solo una lontana parentela: il voto di rendita. L’altro prototipo di diessino, è giovane. Ha la barba curata maniacalmente e anche quando può sembrare incolta è frutto di lunghe operazioni. Ha un lieve sorriso che tende a confondersi con un principio di paresi. È talmente buono che è l’unico manifesto che si stacca da solo. Se per ipotesi mentre lo guardi ti scappa l’occhio su un altro manifesto è in grado di animarsi e gridare a squarciagola: «Questo è conflitto di interessi».
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