Manifesti elettorali, senti chi parla

Di Fabio Cavallari
23 Maggio 2002
“I tipi umani dei manifesti elettorali offrono notevoli spunti provocatori”

Le elezioni che si svolgeranno fra pochi giorni interesseranno alcune province e molti piccoli comuni. I manifesti elettorali riportano visi anonimi, sconosciuti al grande pubblico. Proprio grazie a questo, la cartellonistica può fornire notevoli spunti provocatori. Il candidato di Forza Italia: è giovane, di bell’aspetto, porta un abito elegante e i capelli corti ma non cortissimi. Il sorriso è accennato ma non prorompente. Egli sa di non poter competere con il Cavaliere e si trattiene da un’imitazione che potrebbe renderlo ridicolo. Lo sguardo è rassicurante e benevolo, ma non buonista. Potrebbe essere il tuo promotore finanziario di fiducia. Colui che più si avvicina alla tipologia del Forzista è il candidato della Margherita. Anche lui è giovane ed elegante. Ha il piglio di chi dice: «Sono io il tuo promotore finanziario, non ti fidare di quello che mi sta qui a fianco». Ha un’aria da borghesuccio sfigato, di colui che arriva sempre un attimo dopo. Sarebbe pronto a fare un girotondo da un momento all’altro ma, è talmente sfigato, che non ha neppure un motivo per cui girotondare. C’è poi il candidato dei Ds. Sono due i tipi: quello di vecchia data utilizza la stessa foto di 15 anni fa. Non lo riconosce neppure la famiglia, figuriamoci gli elettori. Con il suo passato ha solo una lontana parentela: il voto di rendita. L’altro prototipo di diessino, è giovane. Ha la barba curata maniacalmente e anche quando può sembrare incolta è frutto di lunghe operazioni. Ha un lieve sorriso che tende a confondersi con un principio di paresi. È talmente buono che è l’unico manifesto che si stacca da solo. Se per ipotesi mentre lo guardi ti scappa l’occhio su un altro manifesto è in grado di animarsi e gridare a squarciagola: «Questo è conflitto di interessi».

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.