Mali. Scontri al nord. Muore un soldato francese. La guerra non si ferma nelle città “liberate”

Di Redazione
21 Febbraio 2013
Ieri è morto il secondo soldato francese impegnato nell'operazione Serval per liberare il Mali dagli integralisti di Ansar Din e Al Qaeda nel Maghreb islamico.

Ieri, in Mali, è stato ucciso il secondo militare francese impegnato nell’operazione Serval, promossa dalla Francia e dal presidente Francois Hollande per liberare il nord del paese dal controllo delle forze islamiste e tuareg guidate dagli integralisti di Ansar Din e Al Qaeda nel Maghreb islamico. Il militare, uno dei 2.500 uomini soldati inviati dalla Francia, apparteneva alla forze speciali ed è caduto in uno scontro a fuoco con un gruppo di ribelli, sul massiccio di Adras des Ifoghas, nella parte nordorientale del paese.

STATO DELL’OPERAZIONE. Hollande sostiene che questa è «l’ultima fase dell’operazione» Serval, iniziata l’11 gennaio 2013, su richiesta del presidente Dioncounda Traoré, per fermare l’avanzata della coalizione di milizie di estremisti, indipendentisti del nord e tuareg, che era arrivata fino alla capitale Bamako. Lo stadio finale dell’operazione è volto all’eliminazione dei campi e dei depositi di munizioni dei miliziani concentrati sul massiccio nordorientale di Adras des Ifoghas.

IL RISCHIO SICUREZZA. Nonostante fra gennaio e inizio di febbraio l’aviazione e i reparti francesi della Marina e della Legione Straniera francese, con il sostegno dell’esercito del Mali e del Ciad, siano riusciti a respingere l’avanzata degli integralisti e a liberare le maggiori città del nord, fra cui Gao e Timbuctu, la regione montuosa è ancora sotto controllo delle milizie islamiche, che vengono aiutate a nascondersi dalla popolazione nomade dei tuareg. Nelle città già liberate continuano scontri a fuoco fra i miliziani e l’esercito del Mali, che viene accusato di violenze, stupri e torture nei confronti dei sospetti miliziani. Dall’inizio della guerra ci sono stati due attacchi suicidi e diversi attentati falliti, come quello del 9 febbraio, quando sono stati intercettati due giovani con cinture esplosive nella città liberata di Gao.

IL SOSTEGNO DELL’UE. Sarà in tutto pari a 250 milioni di euro il sostegno economico dell’Unione Europea al Mali, dall’inizio del 2012. L’obiettivo del finanziamento sono l’assistenza alimentare e i servizi essenziali. L’Unione Europea partecipa alla missione in Mali, inoltre, con 450 militari per la formazione e il supporto logistico. Sul campo di battaglia e per mettere in sicurezza le aree liberate, il Regno Unito ha promesso l’invio di 200 unità, la Germania di 150. L’Italia non invierà uomini da affiancare alle forze francesi.

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