Così si comporta una vera casta. Nel giorno in cui la politica affonda Berlusconi, il Csm salva Messineo

Di Redazione
18 Settembre 2013
Il Csm archivia il caso del procuratore Francesco Messineo, reo, secondo i colleghi, del mancato coordinamento nella cattura del boss Messina Denaro. Nonostante le accuse, potrà restare procuratore a Palermo

Mentre la politica e l’Italia sono appese alle decisioni di una dozzina di senatori ansiosi di espellere dal Parlamento l’ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, il Csm, in sordina, lascia cadere le accuse nei confronti del Procuratore di Palermo, Francesco Messineo. Non sarà trasferito d’ufficio, nonostante diriga la Procura responsabile di aver intercettato il Presidente della Repubblica, nonostante sia accusato dai suoi colleghi del mancato coordinamento nel tentativo di cattura del boss della mafia Matteo Messina Denaro e di essere stato una sorta di “pupo”, burattino nelle mani dell’ex pm e leader di Rivoluzione Civile, Antonio Ingroia.

STOP AL TRASFERIMENTO. Messineo può restare al suo posto. Grazie a 17 voti favorevoli e soltanto 6 contrari, l’organo di autogoverno dei magistrati ritiene che il procuratore di Palermo «non ha perso la capacità di esercitare con piena indipendenza e imparzialità le sue funzioni». Anche se, rileva «non è riuscito a tenere unita la procura, evitando i contrasti divenuti “laceranti” soprattutto a seguito del procedimento sulla trattativa Stato-mafia», per il Csm, «non sussistono i presupposti per un trasferimento» del magistrato.
Per quanto riguarda l’accusa a Messineo di avere una «soggezione psicologica e professionale» nei confronti di Ingroia, il Csm spiega che non ci sarebbero prove. Secondo i magistrati è «davvero difficile sia affermarla che escluderla, dato che a fronte di talune dichiarazioni in senso assertivo, altre sono molto più sfumate o di segno contrario».

GLI ERRORI DI MESSINEO. Dopo sette anni di dirigenza della Procura da parte di Messineo, la situazione a Palermo, si legge nella delibera approvata dal Csm, «non può dirsi certo migliorata» e «sembra anzi attestare che il dottor Messineo non è pienamente riuscito ad esserne elemento di coesione, a rappresentare quella efficace forza centripeta in grado di contrastare le spinte disgreganti, le differenze preconcette e le contrapposizioni personalistiche, che pregiudicano il rapporto tra il procuratore ed i suoi collaboratori e tra i collaboratori stessi, impedendo talvolta anche la necessaria circolazione delle notizie utili per un più efficace coordinamento delle indagini».
Per quanto riguarda la mancata cattura di Messina Denaro, proseguono i magistrati «le spiegazioni e la documentazione offerte dal dottor Messineo inducono a ritenere che non vi fu alcun difetto di coordinamento con i suoi aggiunti, bensì una scelta operativa del procuratore», decisione che «rientra pienamente nelle prerogative e nei doveri del procuratore capo». Per questa scelta, Messineo«può essere criticato e infatti lo fu e lo è ancora, ma più che di patologico difetto di coordinamento», conclude il Csm, «sembra corretto parlare di fisiologico difetto di consenso da parte di alcuni dei suoi procuratori aggiunti».

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7 commenti

  1. Michele

    Un altro episodio di malagiustizia, di ordine “superiore” in questo caso. Una casta verminosa insediata nell’organo che dovrebbe regolare la serieta’ della professione e della funzione. Se ci fosse un modo per manifestare, civilmente e decisamente …

  2. Mappo

    Azzeriamo la magistratura e appaltiamo il disbrigo delle pratiche giudiziarie alla magistratura di un’altro stato europeo. Ci costerebbe moooolto meno e ci guadagneremmo in velocità, equità e serietà.

    1. Alcofibras

      E soprattutto Berlusconi non sarebbe ai domiciliari

      1. Mappo

        Alcofibras, se intendi dire che non avrebbe ricevuto avvisi di garanzia a mezzo stampa, che non avrebbe visto tutti gli atti riservati delle indagini (intercettazioni comprese) pubblicati in tempo reale sull’Eco delle toghe (Il Fatto Quotidiano), che non sarebbe stato processato da magistrati che si vantavano pubblicamente di odiarlo sono totalmente d’accordo con te. Anzi con una magistratura come quella inglese o tedesca penso che Berlusconi un’aula di tribunale l’avrebbe vista solo in fotografia.

        1. Alcofibras

          No, non intendevo dire questo :-p

          Inoltre fq non è la gazzetta delle toghe ma dei grillini

          1. Mappo

            Alcofibras, ammetto di non aver mai letto né toccato una sola copia del Fatto Quotidiano, (dico sul serio mi farebbe senso anche solo il contatto materiale con la carta con cui è stampato il Fatto), tuttavia il Fatto è nato da prima dell’apparizione dei grillini, è da sempre legato da rapporti molto intimi con le procure di mezz’Italia, Giancarlo Caselli se non erro vi tiene una rubrica e la sua penna più famosa è Marco Travaglio. Che poi possa lisciare il pelo ai grillini può darsi, ma la ragione d’essere, la ragione sociale, l’unica ragione dell’esistenza del Fatto è solo e soltanto quella di essere la grancassa delle procure italiane e lo testimoniano i suoi articoli, penosi ed acritici, quando non adulatori,copia ed incolla di atti che spesso non dovrebbero neppure uscire dalle stanze delle suddette procure.

          2. Alcofibras

            la cronaca giudiziaria in effetti costituisce il cuore di fq, ma le assicuro (essendo stato abbonato per due anni) che dal punto di vista delle notizie riportate non è molto diverso dal corriere o repubblica. Quello che cambia è il modo con cui le notizie sono presentate, eccessivamente urlato e aggressivo. Ultimamente fq è diventato un giornale di partito (il mov 5 St.) e il suo obiettivo principale è diventato la distruzione del pd molto più che del pdl e di Berlusconi, che anzi rappresenta il suo principale asset

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