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La preghiera del mattino

Magia elettorale di Macron, il disgregatore

Di Lodovico Festa
08 Luglio 2024
La trovata che ha permesso al presidente francese di sconfiggere la favorita Marine Le Pen, gli errori del Rassemblement national, la sterilità del “metodo consociativo” di Parigi e Berlino. Rassegna ragionata dal web
Il presidente francese Emmanuel Macron in cabina elettorale a Le Touquet-Paris-Plage, 7 luglio 2024
Il presidente francese Emmanuel Macron in cabina elettorale a Le Touquet-Paris-Plage, 7 luglio 2024 (foto Ansa)

Su Huffington Post Italia la giornalista Chaterine Cornet dice: «La destra non riesce ad entrare ed istituzionalizzarsi».
Come si è visto in una serie di recenti elezioni dalla Polonia nel 2023 alla Gran Bretagna del 2024, quando la destra maggioritaria non riesce a trovare un rapporto tra la sua ala più radicale e quella più moderata, perde. Con la variante spagnola dove la destra è stata sconfitta perché non ha saputo costruire un legame tra le forze conservatrici di tendenza centralistica e quella autonomiste (baschi e catalani).
In Francia oltre alla mancanza di un legame tra conservatori radicali e moderati (mancanza aggravata dalla mossa affrettata del rapporto di Rn con Éric Ciotti) il Rassemblement national, come osserva la Cornet, ha perso anche perché non ha saputo presentare un personale politico con qualità istituzionali e di governo: naturalmente nel voto ai partiti contano le capacità propagandistiche, l’attivismo, la fedeltà politica, ma alla fine o hai un’immagine di g...

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