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A sud del Rio Grande, il fiume che segna il confine fra gli Stati Uniti e il Messico, ci sono 33 stati indipendenti, quasi tutti latini (ispanofoni o lusofoni come il Brasile) più alcuni stati caraibici anglofoni. Ma il 3 settembre scorso se ne sono trovati solo nove disposti a condannare congiuntamente, «in maniera inequivoca e assoluta», il mandato di arresto contro Edmundo González Urrutia, il candidato dell’opposizione al quale il regime chavista venezuelano ha rubato la vittoria nelle elezioni presidenziali del 28 luglio scorso.
Secondo Argentina, Costa Rica, Ecuador, Guatemala, Panama, Paraguay, Perù, Repubblica Dominicana e Uruguay, «detto mandato d’arresto cita diversi presunti crimini che non sono altro che l’ennesimo tentativo di mettere a tacere il signor González, ignora la volontà popolare venezuelana e costituisce una persecuzione politica. In un paese dove non esistono separazione dei poteri né garanzie giudiziarie minime e dove abbondano le detenzioni arbitrarie, conda...
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