Macron si traveste da Zelensky ma il suo storytelling vacilla

Di Mauro Zanon
17 Marzo 2022
Il presidente francese si fa fotografare in felpa e barba sfatta nei palazzi dorati dell’Eliseo e non incide sulle sorti della guerra. E si scopre che avrebbe venduto armi a Mosca durante l'embargo
Emmanuel Macron
Emmanuel Macron in un particolare di una delle foto postate sui social dalla fotografa ufficiale dell’Eliseo, Soazig de la Moissonière

Parigi. Lo storytelling macronista in stile Barack Obama sta mandando in solluchero i grandi fogli del progressismo europeo e le groupie dell’inquilino dell’Eliseo. L’ultima trovata del presidente francese, Emmanuel Macron, e dei suoi consiglieri per la comunicazione, è una serie di scatti, diffusi sui profili social della fotografa ufficiale dell’Eliseo, Soazig de la Moissonière, in cui il capo dello Stato indossa la felpa delle forze speciali francesi (il logo presente sulla felpa, Cpa 10, è l’acronimo della compagnia speciale di paracadutisti Commando Parachutiste de l’Air 10) e un paio di jeans, ha la barba di tre giorni e i capelli stropicciati, e dall’interno del salon doré del palazzo presidenziale gestisce i “dossier caldi”, a partire dalla crisi in Ucraina.

Una messa in scena per scimmiottare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che a differenza di Macron, tuttavia, non sta sotto i soffitti dorati e pacifici dell’Eliseo, nell’Ottavo arrondissement di Parigi, ma tra il fango e le macerie della guerra in Ucraina, braccato dalle truppe russe di Vladimir Putin che si avvicinano sempre di più alle porte di Kiev.

Macron “zelenskyzzato”

Alcuni inizialmente si sono chiesti se fosse un fake, e invece il tentativo di “zelenskyzzare” la sua immagine, atteggiandosi a leader di un paese in guerra, è tutto vero. Non è la prima volta, va detto, che Macron si fa immortalare con indumenti decontractés, per trasmettere l’immagine di un presidente cool, moderno e al passo coi tempi. Ma le sue pose da “mediatore in felpa” stanno facendo storcere il naso a molti a Parigi, anche perché, nonostante la narrazione di certi giornali sulle telefonate Eliseo-Cremlino, il presidente francese ha ottenuto ben poco dal punto di vista diplomatico.

Anzi, proprio nulla, visto che il capo del Cremlino ha fatto sempre il contrario di quanto annunciato in pompa magna dalla presidenza della Repubblica francese, che lo scorso 28 febbraio, per esempio, si vantava ingenuamente di aver convinto Putin a «preservare i civili».

Quelle armi vendute alla Russia durante l’embargo

Alle figuracce diplomatiche, mascherate in parte dalla solita comunicazione social aggressiva e accattivante, si sono aggiunte in questi giorni le rivelazioni del sito Disclose.ngo, secondo cui la Francia, dal 2015 al 2020, ossia in pieno periodo socialista, con François Hollande presidente, e macronista, avrebbe venduto segretamente armi alla Russia, nonostante l’embargo imposto dall’Ue in seguito all’annessione della Crimea da parte di Mosca nel 2014, all’autoproclamazione delle repubbliche separatiste pro-russe di Lugansk e Donetsk e all’abbattimento dell’aereo della Malaysia Airlines da parte di un missile russo.

Stando a quanto emerso dai documenti confidenziali consultati da Disclose, Parigi ha rilasciato almeno 76 licenze di esportazione di materiale bellico in Russia dal 2015 fino al 2020, per un importo totale di 152 milioni di euro. Queste esportazioni riguardano principalmente telecamere termiche destinate ad equipaggiare più di 1.000 carri armati russi, sistemi di navigazione e rilevatori a infrarossi per aerei e elicotteri da combattimento dell’aviazione russa.

I principali beneficiari di questi contratti sono le società Thalès e Safran, di cui lo Stato francese è il principale azionista. Il gruppo Thalès, secondo le informazioni di Disclose, ha fabbricato per l’esercito russo delle camere termiche chiamate “Catherine Xp”. «Integrata a un carro armato, la camera Catherine permette di intercettare bersagli umani in piena notte e un veicolo nel raggio di una decina di chilometri», dettaglia Disclose.

La “clausola del nonno”

Safran, dal canto suo, ha consegnato a Putin delle camere a infrarossi di tipo “Matis Std”. Thalès ha inoltre equipaggiato 60 aerei da combattimento Sukhoi Su-30 con il suo sistema di navigazione Tacan, il suo schermo video Smd55s e il suo visore Hud. Il colosso aerospaziale ha anche consegnato il suo sistema di navigazione Tacan per equipaggiare alcuni caccia Mig-29.

Il portavoce del ministero della Difesa francese, Hervé Grandjean, si è difeso dicendo che «la Francia ha permesso l’esecuzione di certi contratti stipulati prima del 2014 in base alla cosiddetta “clausola del nonno”», che consente di rispettare «un contratto concluso prima dell’annessione della Crimea» e proseguire «le consegne di equipaggiamenti acquistati prima del luglio 2014». Il problema, come sottolineato da Disclose, è che questi equipaggiamenti potrebbero essere utilizzati in questi giorni anche per ammazzare dei civili ucraini. 

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