…ma le strade portano ancora a Roma

Di Emanuele Boffi
01 Febbraio 2001
La locomotiva d’Italia circola su un sistema viabilistico inadeguato. Ogni giorno a Milano si muovono cinque milioni di metri quadrati di metallo. La soluzione? Meno auto, più treni e strade. Ma non basta la politica del bastone e della carota. Perché se le le rotaie delle Fs e le strade dell’Anas portano (solo) a Roma…

Milano è la conferma che il filosofo Zenone aveva ragione quando affermava che la tartaruga avrebbe raggiunto la meta prima di Achille. E il problema del traffico implica altri rompicapo quali smog, rumore e parcheggi. Due i nodi da sbrogliare: le strade e le auto.

Le auto: il bastone e la carota
Ogni giorno in città circolano quasi un milione di auto, significa 5 milioni di metri quadrati di metallo ambulanti. Sono numeri che la città non è in grado di reggere. Rendere tutti i semafori intelligenti e tutte le vie più scorrevoli potrebbe alleviare il problema ma non risolverlo. Il numero delle auto che circolano è superiore alla capacità della città di contenerle. Occorre diminuire la quantità di auto “dentro” la città. Per far questo la politica è una sola: quella del bastone e della carota. Bastone: rendere salatassimi tutti parchegi a pagamento e dar inizio al “road price”. Per road price, sistema già in uso in altre città europpe e statunitensi, si intende una tassa che si paga all’entrata della città. Come se si entrasse in autostrada. Questi due “stratagemmi”, se applicati con rigore, dovrebbero scoraggiare i pendolari a usare l’auto. Ma anche carota, cioè potenziamento della rete dei trasporti pubblici. Servono treni da ogni dove ogni 10, 15 minuti (e non uno ogni ora) e aumento delle linee metropolitane (Parigi e Londra ne hanno una quindicina). Solo offrendo un servizio più competitivo di quello dell’auto si può pensare di convincere quei 4 milioni di cittadini che vivono nel bacino milanese (50% della popolazione lombarda) a lasciare a servirsi dei mezzi pubblici.

Le strade: la storia infinita
Tutte le strade portano a Milano. E non è un bene. Infatti, da un lato, ogni giorno il traffico si blocca ai limiti della città per ore, dall’altro, passano per Milano anche coloro che in città non si devono fermare. Ma per andare da est a ovest, e viceversa, nei pressi della città ci si deve passare. E al casino dei pendolari milanesi si aggiunge il casino dei pendolari extramilanesi. Si è calcolato che circa il 30% degli automobilisti che passano nel Milanese non hanno come meta il Capoluogo.

Fs e Anas
Occorre tener lontane le auto dalla città. Servizio pubblico più efficiente e strade extracittadine più scorrevoli. Ma il dato di partenza non è allegro: sul territorio lombardo è localizzato solo il 9% della rete stradale nazionale e il 9,5% di quella ferroviaria. Eppure alle Ferrovie dello Stato e all’Anas nulla si muove. E mentre in Italia ci son voluti 6 anni per mettersi d’accordo su che tracciato far prendere al treno che da Torino porterà a Milano in 40 minuti, in Spagna e in Germania hanno costruito 2mila km di ferrovie. Non solo, ne hanno già progettati altrettanti. E quando la Regione Lombardia chiede ad Anas e Fs di darsi una mossa queste gli rispondono picche. Perché? Perché non tutte le strade della Lombardia portano a Milano, qualcuna, lo dice anche il proverbio, continua ad arrivare solo a Roma.

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