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«Questo non è un momento qualunque. L’Italia è la prima democrazia occidentale a essere governata, di nuovo, da un partito di matrice fascista». Così si apre, con il tonitruante peana allarmista sbattuto in premessa senza tanti giri di parole, il nuovo librino di M., che non è il figlio del secolo di scuratiana memoria, ma Montanari, Tomaso, rettore dell’Università per stranieri di Siena e ospite progressista strutturale dei salottini televisivi di La7.
Eccoci, timorosi, al cospetto di Libera università, uno di quei librini (si può dire “librino” senza che qualcuno si adonti, o sarebbe stato meglio/peggio indulgere nel tremendo “pamphlet”?) che pasturano e ruminano nel profondo nebbioso del fascismo-in-assenza-di-fascismo, genere letterario tra i più gustosi di cui il prima evocato Scurati è gran maestro e cerimoniere riconosciuto.
In tv a gridare alla censura
Verrebbe, essendo il professor Montanari, oltre che prezzemolino televisivo, anche storico, dell’arte ma comunque sempre storic...
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