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L’unico diritto negato per cui nessuno protesta contro il Qatar

Di Rodolfo Casadei
22 Novembre 2022
Al paese organizzatore dei Mondiali di calcio va di moda rinfacciare di tutto, tranne il soffocamento della libertà religiosa. Eppure ci sarebbe materia
La mascotte dei Mondiali di calcio in Qatar
La’eeb, la mascotte dei Mondiali di calcio 2022 in Qatar (foto Ansa)

Protestano perché in Qatar le donne hanno meno diritti degli uomini, i lavoratori migranti sono tuttora alla mercé dei loro datori di lavoro nonostante alcune riforme introdotte dal governo, i comportamenti omosessuali sono puniti col carcere, la libertà di organizzazione sindacale per gli immigrati non esiste, la libertà di espressione è limitata; e perché anche la libertà di bere birra è fortemente ridotta. Ma nessuno protesta per le limitazioni draconiane a una delle principali libertà dell’essere umano: la libertà religiosa. Scorrete pure le homepage di Amnesty International e di Human Rights Watch, le due più grandi organizzazioni che si occupano di diritti umani, che espongono titoli sul Qatar: troverete molte cose sui lavoratori migranti, sui “detenuti per sodomia”, sul sistema del tutore maschio per le donne. Ma nemmeno una riga sulla questione della libertà religiosa. Eppure ci sarebbe materia.
Libertà religiosa inesistente
In Qatar, paese dove l’islam è religione di Stato, e...

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