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Protestano perché in Qatar le donne hanno meno diritti degli uomini, i lavoratori migranti sono tuttora alla mercé dei loro datori di lavoro nonostante alcune riforme introdotte dal governo, i comportamenti omosessuali sono puniti col carcere, la libertà di organizzazione sindacale per gli immigrati non esiste, la libertà di espressione è limitata; e perché anche la libertà di bere birra è fortemente ridotta. Ma nessuno protesta per le limitazioni draconiane a una delle principali libertà dell’essere umano: la libertà religiosa. Scorrete pure le homepage di Amnesty International e di Human Rights Watch, le due più grandi organizzazioni che si occupano di diritti umani, che espongono titoli sul Qatar: troverete molte cose sui lavoratori migranti, sui “detenuti per sodomia”, sul sistema del tutore maschio per le donne. Ma nemmeno una riga sulla questione della libertà religiosa. Eppure ci sarebbe materia.
Libertà religiosa inesistente
In Qatar, paese dove l’islam è religione di Stato, e...
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