
La preghiera del mattino (2011-2017)
L’ultima di Repubblica? Il Corvo di Vatileaks agiva nell’ombra «per avviare un’operazione di trasparenza»
Il Correttore di bozze non ama inseguire le letture dietrologiche. E non basta mica una soffiatina qualsiasi a far tremare le sue certezze, tanto meno se proveniente da fantomatiche fonti anonime. Eppure un poco ha barcollato quando nell’edizione odierna di Repubblica l’ottimo Marco Ansaldo gli ha propinato la versione di un tizio che si spaccia per il Corvo di Vatileaks, e però poi precisa di essere in verità un «ex corvo», e rivela inoltre che i corvi in Vaticano sarebbero non uno ma venti, tutti ovviamente animati dalla premura di «difendere il Papa», e soprattutto spiega che lui, in quanto corvo anonimo, ha fatto quel che ha fatto rimandendo nell’ombra al solo scopo di avviare in Vaticano una «operazione trasparenza»… Ecco, di fronte a tutto questo popò di scomode verità, anche la convinzione più granitica inizia a sgretolarsi. Ah – sospira il Correttore di bozze – bei tempi gli anni Sessanta, quando i Corvi erano quattro e cantavano Ragazzo di strada! Com’è che oggi invece sono diventati venti e parlano tutti come Nuzzi? Non c’è più religione.
CORVI E CORVETTE
«Il maggiordomo del Papa, Paolo Gabriele, non è l’unico corvo del Vaticano. I corvi sono tanti. Più di venti persone, tutte legate alla Santa Sede. Siamo donne e uomini, laici e prelati».
Un ex Corvo intervistato da Marco Ansaldo, la Repubblica
OTTIMO LAVORO
«Se abbiamo fatto uscire i documenti dall’Appartamento del Papa, con l’aiuto di Paolo Gabriele, è stato per compiere un’operazione di trasparenza nella Chiesa».
IN QUALCHE MODO BISOGNERÀ PUR RIEMPIRLI I GIORNALI
«Ora, dopo la rinuncia di Benedetto XVI al pontificato, e alla vigilia del Conclave, il caso Vatileaks continua a tenere banco. E per noi è venuto il momento di tornare a parlare».
CORVO EMERITO
In epoca di Conclave i corvi tornano a volare? «Io sono un ex corvo».
SONO MR WOLF, DIFENDO PAPI
Cioè? «Non ci sono più Papi da difendere o verità da far emergere».
PURE OMOFOBO
Nel rapporto (la “relatio” commissionata da Benedetto XVI sul caso, ndr) c’è la storia della lobby gay… «Verissima. Altroché. Potrei fare nomi e cognomi di cardinali e monsignori, di vescovi e funzionari. Dai piani alti della Segreteria di Stato a dicasteri di prima fila».
IN MISSIONE PER CONTO DI DIO
Si è parlato di molte persone che stessero dietro al corvo: cardinali, laici, donne e uomini a contatto quasi quotidiano con Benedetto. Chi sono i mandanti dell’operazione Vatileaks? «Noi abbiamo parlato, come ha fatto il maggiordomo, con la stampa. Ma se di mandanti si può parlare sono altre le sfere che vanno cercate. Ben più alte. Molto più vicine al pontefice di quello che siamo noi».
QUESTO AVREBBE POTUTO DIRLO NUZZI
Ci sono altri documenti oltre a quelli già emersi? «Sì».
NUZZI, MA SEI PROPRIO TU?
Potrebbe uscire un altro libro di Gianluigi Nuzzi basato sulle carte? «Sì».
FESTA GRANDE IN AUTOGRILL
«So solo che il libro “Sua Santità” non contiene tutti i documenti in possesso di Nuzzi, ma che ce ne sono altri».
TRASPARENTE COME UN NIDO DI CORVI
«Abbiamo pensato che rendere noto quello che succedeva nella Curia potesse essere un modo per sollevare l’opinione pubblica su determinati temi. Scatenando un’operazione di pulizia che avrebbe portato alla trasparenza».
VA BÈ
«Abbiamo cercato di aiutare il Papa».
LIBERI DI SVOLAZZARE
La sua rinuncia è quindi una sconfitta o una vittoria? «È una sfida. Alla Chiesa cattolica e alla Curia, perché facciano bene. E per realizzare quello che a lui non è riuscito: una Chiesa libera, forte e trasparente».
INVECE CHE AI GIORNALI
«Per una Chiesa capace di tornare a parlare ai fedeli».
PIÙ CHE CORVI, PIATTOLE
Quando verrà eletto il nuovo Papa voi corvi che farete? «Rimarremo al servizio della Chiesa e del pontefice. Continuando a spiegare, ove sarà necessario, certe dinamiche».
A CHI LO DICI
«Ma spero che non ci sia più bisogno dei corvi per parlare al mondo».
QUESTA È UNA MINACCIA
Missione compiuta? «Dipende da chi sarà il Papa eletto, da quale fazione verrà votato, e da chi sarà alla testa della prossima Segreteria di Stato».
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