Lottomatica i buchi della rete

Di Emanuele Boffi
12 Settembre 2002
Il Ministero ha risposto. La commissione c’è stata. Resta da verificare con quali criteri abbia agito. In attesa di vedere le carte scopriamo che la rete di Lottomatica... V puntata

L’onorevole Manlio Contento, sottosegretario alle Finanze che rispose in Parlamento alle domande di Tempi e di 51 deputati (cfr. Tempi n. 30), ha così risposto ai nostri “Compiti delle vacanze” (cfr. Tempi 31): «Le informazioni richieste, anche atteso il riparto di funzioni tra organi politici e quelli amministrativi, sono di stretta competenza dei “Monopoli”. Immagino che la risposta pervenga, quindi, direttamente dall’Amministrazione». Ai Monopoli di Stato, Diego Rispoli, incaricato dal direttore Giorgio Tino, ci informa che «tale commissione verificò nell’ottobre del 1999 le cifre dichiarate da Lottomatica. La commissione, era allora direttore generale Vittorio Cutrupi, era composta da dirigenti dell’amministrazione stessa». Ringraziamo il ministero dell’attenzione e rimandiamo alla settimana prossima, dopo aver preso visione dei lavori (che al momento della chiusura lunedì 9.09, non sono ancora in nostro possesso), la pubblicazione del documento. Nel frattempo pubblichiamo stralci da una lettera inviataci da un comitato di ricevitori e segnaliamo un interessante articolo pubblicato sul settimanale Borsa&Finanza.

Ho vinto? Forse no
Secondo quanto riferitoci da Stefano Frisone, vicepresidente del Co.na.ri (Comitato nazionale ricevitori), «la rete di Lottomatica non funziona». Racconta Frisone: «molti ricevitori ci hanno segnalato che quando si ha necessità di annullare un’operazione, il terminale di Lottomatica certifica l’annullamento sul terminale in ricevitoria ma poi manda il segnale dell’operazione al totalizzatore centrale. Questo significa che tale spesa, sebbene a noi in tasca non arrivino i soldi dell’utente, ci viene contabilizzata. Essendo le operazioni che effettuiamo sulla rete di Lottomatica molto onerose (giocate, ricariche telefoniche, pagamento bollo auto o del canone Rai) la perdita in termini economici è per noi notevole». Ma non solo: «per il gioco della Tris, gestito da Lottomatica per conto di Sarabet, annullare una giocata è molto rischioso. Infatti se l’operazione non avviene entro due minuti (potrebbe sempre cadere la linea), al ricevitore rimarrà in mano una scheda annullata ma nel totalizzatore tale giocata verrà contabilizzata. E se questa corrispondesse a una vincita? Come si potrebbe ritirarla?».

Come De Agostini ha fatto tombola
Perché la De Agostini non ha lanciato l’Opa su Lottomatica direttamente ma lo ha fatto tramite la società lussemburghese Tyche? È la domanda che si è posto Borsa&Finanza (n. 434, 31 agosto) spiegando come la società di Marco Drago abbia acquisito il 62,24% di Lottomatica. Scrive il settimanale: «Perché a lanciare l’Opa non è stata De Agostini? Domanda da un milione di dollari. Anzi, da 650 milioni di euro. Esattamente quelli raccolti dal gruppo novarese in fase di sindacazione del finanziamento ottenuto per l’Opa da Bnp Paribas, Lehman Brothers e Mediobanca. Ma le tre banche non erogano a Tyche, bensì all’altra newco appositamente costituita: la Fineurogames, che poi girò a Tyche 741,7 milioni di euro. Abbastanza per un’Opa costata 697,2 milioni, solo 29 in più di quelli ottenuti dalle banche. […] Due newco a cascata, la prima (Fineurogames) che si indebita e capitalizza la seconda (Tyche) e quest’ultima che, senza debiti e quindi senza problemi di ordine civilistico in materia di financial assistance, acquista la società preda (Lottomatica); infine la newco2 e la società acuistata che si fondono, si indebitano a loro volta con le banche e con i denari raccolti rimborsano la filiera dei finanziatori».

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