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La lotta di Trump per il free speech sta sfuggendo di mano

Di Mattia Ferraresi
26 Marzo 2025
La giusta battaglia dell’amministrazione Usa contro gli eccessi woke inizia ad avere effetti collaterali preoccupanti. Il caso Khalil e il paradosso di un governo che per affermare la libertà rischia di calpestarla
Trump Musk
Il Ceo di Tesla e capo del Doge, Elon Musk, con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump (foto Ansa)

Non c’è bisogno di indossare il cappellino rosso MAGA per nutrire profonde perplessità sulla condizione ideologico-culturale in cui versano le università americane. L’Economist, tanto per citare un organo che più establishment non si può, da anni critica in modo tambureggiante la deriva woke e illiberale che nei campus degli Stati Uniti ha trovato la sua manifestazione più compiuta. La grande operazione che l’amministrazione Trump sta mettendo in atto per costringere – con la minaccia di chiudere i rubinetti dei fondi federali, ma è soltanto l’inizio – le istituzioni ad abbandonare i precetti woke, a stralciare i corsi su diversity, inclusion, and equity e a liberarsi delle ossessioni identitarie può legittimamente essere considerata promettente e meritoria, e si può perfino arrivare a concedere che quest’opera di correzione degli eccessi del sistema inevitabilmente avrà effetti collaterali che vanno digeriti nel nome della restaurazione del free speech, il grande mantra trumpian-muski...

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