
L’Onu impara dall’islam: «I diritti sessuali sono diritti umani»
Mentre Venerdì di Repubblica di settimana scorsa si scandalizza alla notizia di un Club malesiano di donne musulmane, le cosiddette «obbedienti», che incita a farsi «prostitute dei nostri mariti per soddisfarli e non essere tradite», l’Onu stabilisce che non ci devono essere limiti alle peripezie sessuali. Ora «i diritti sessuali sono diritti umani». L’annuncio sarà fatto il 25 e 26 luglio in occasione della Giornata dei giovani. Per l’evento sono stati stampati migliaia di opuscoli.
Questa volta, però, in aggiunta ai classici richiami alla contraccezione, con tanto di disegni e spiegazioni su come proteggersi da bambini indesiderati o partner malati, il vademecum va oltre. Sugli opuscoli, preparati per l’occasione dall’associazione Planned Parenthood, il sesso libero da qualsiasi ostacolo diventa una rivendicazione da far valere davanti agli Stati che ledono questo nuovo «diritto umano al piacere sessuale».
«Sviluppate campagne militanti – si consiglia – scrivete lettere ai parlamentari, usate gadget… cercate sponsor come guide religiose o gruppi noti». E guai se scuole o genitori parlano di astinenza, perché bisogna «porre fine ai programmi che la insegnano». Le linee guida consigliano anche come tenere a bada quegli impiccioni di mamma e papà nel caso vogliano ostacolare la sessualità dei figli. Non sia mai che qualche vecchio autoritario vieti loro di fare quel che pare e piace in casa. Perché in quel caso il ragazzo, oltre a evitare «l’interferenza di genitori e parenti nelle decisioni sulla propria sessualità» di cui «nessuno deve fermare l’espressione», deve cercare di «denunciare la lesione del diritto».
Ma l’Onu non mette solo in guardia i ragazzi dai genitori. Tiene così tanto alla loro libertà che, al contrario «degli status sociali e delle religioni discriminanti», sprona la gioventù a «candidarsi… a cercare di entrare dentro il Ministero dell’Istruzione… a istituire corsi nelle scuole e negli ospedali che ripercorrano le indicazioni qui apprese. E a combattere insegnanti e corsi che non rispondono ai principi qui scritti».
E visto che ancora molte legislazioni sono retrograde in materia, mentre si cerca di «eliminare le norme, le politiche e le usanze di chi crede nella differenza di genere e pensa che certi orientamenti sessuali siano più normali di altri» e si prova a «rimuovere le leggi che coinvolgono le decisioni di adulti per l’accesso ai contraccettivi, aborto o ogni altro servizio alla sessualità», si spiega pure come conviene raggirare i divieti. Per esempio: «Se nel vostro paese ci vuole il consenso ad abortire sotto una certa età, si può provare a falsificare il documento». Dove l’aborto ha limiti importanti si sprona invece a usare un farmaco, che serve normalmente per l’ulcera, per farsi venire le contrazioni e abortire di nascosto. Lo dice bene una delle storie di ragazzine incinte raccontate nelle pagine della guida: «Sono andata in farmacia, ho finto che il farmaco fosse per la nonna. Ci voleva la ricetta, ho finto di averla dimenticata. Gli ho detto che appena la nonna sarebbe stata meglio l’avrei fatta venire». Sempre meglio comunque «non far sapere ai genitori di un’eventuale gravidanza».
Infine, per chi vuole evitare le tante fatiche del sesso libero resta sempre quello fai-da-te che, si legge, serve pure al «governo di sé». Senza mai esagerare con quest’ultimo ovviamente. Altrimenti come campa più la Planned Parenthood che, vendendo contraccettivi e sostenendo i programmi abortivi, solo in America fattura un miliardo di dollari l’anno?
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