L’Onu ha fatto scoppiare un’epidemia di colera ad Haiti e ora non trova i soldi per fermarla

Di Redazione
20 Marzo 2017
Gia 10 mila persone sono morte da quando nel 2010 i peacekeepers nepalesi hanno portato la terribile malattia sull'isola. L'Onu ha chiesto scusa ma su 400 milioni di aiuti ne sono stati raccolti due

Se negli ultimi sette anni sono morte di colera quasi 10 mila persone ad Haiti, e altre 800 mila si sono ammalate gravemente, è colpa dell’Onu. A dicembre le Nazioni Unite hanno ammesso di essere «moralmente responsabili» per la diffusione della più grave epidemia moderna della terribile infezione batterica. La repubblica del Mar dei Caraibi è uno dei paesi più poveri del mondo, ma il colera era stato debellato prima che l’Onu arrivasse sull’isola per aiutare la popolazione a riprendersi dal devastante terremoto del 2010.

L’EPIDEMIA. I fatti sono ormai noti: nel 2010 i 454 membri del contingente del Nepal, alcuni dei quali malati di colera prima di partire, hanno permesso che gli scoli sanitari finissero nelle acque del fiume Meille. Subito decine di infezioni sono venute alla luce e a distanza di sette anni ancora l’epidemia non è stata fermata. L’Onu ci ha messo sei anni prima di dichiararsi responsabile, anche se l’organizzazione si è fatta scudo dietro l’immunità diplomatica per non incorrere in denunce legali.

9 MILIONI SU 400. L’Onu ha però promesso di farsi perdonare investendo 400 milioni di dollari per risolvere il problema, peccato che i soldi non arrivino. Il “Nuovo approccio” per debellare il colera finora ha raccolto solo 2 milioni di dollari e solo sei dei 193 membri dell’Onu (Inghilterra, Cile, Francia, India, Liechtenstein e Corea del Sud) hanno contribuito. Altri, come il Canada o il Giappone, hanno donato rispettivamente 4,6 e 2,6 milioni di dollari per combattere la malattia ma non al fondo Onu, temendo che i soldi possano finire sprecati. Tra tutto, appena il 2 per cento della somma promessa è stata raccolta.

DUEMILA NUOVI CASI. Il successore di Ban Ki-moon, António Guterres, ha chiesto a tutti i paesi di impegnarsi di più per Haiti e secondo il New York Times potrebbe valutare di introdurre un sistema di contribuzione obbligatorio, vista l’eccezionalità del caso. Ancora però non c’è niente di certo e gli Stati Uniti non hanno accolto favorevolmente l’ipotesi. Secondo il dottor David Nabarro, che ha fatto moltissimo per fermare l’epidemia di Ebola nell’Africa occidentale, «il problema è che i donatori hanno bisogno di essere convinti che i soldi vengano utilizzati bene. La storia del colera ad Haiti non è affatto positiva». Mentre le discussioni al Palazzo di vetro vanno avanti, in due mesi (gennaio-febbraio) duemila nuovi casi di colera sono esplosi sull’isola.

Foto Ansa

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