La preghiera del mattino (2011-2017)

Lo spazio vuoto tra Salvini e la Boldrini

Camorra: Boldrini, non d‡ nulla, toglie e bastaOggi sul Corriere della Sera appare una lunga lettera dello scrittore e giornalista Marcello Veneziani. Si tratta di un articolo non animoso, ma schietto che è stato intitolato “Cultura laica troppo timida. Non sa difendere la famiglia”.
Prendendo spunto da recenti casi di cronaca (l’abolizione della festa del papà e della mamma in una scuola romana, del presepe, del crocifisso, l’introduzione di termini come “genitore 1 e 2”), Veneziani nota che esiste un orientamento generale che è definito «politically correct e si unisce a un galateo lessicale, tra parole che si possono dire e altre che sono vietate, se non ricorrendo a giri di parole sul tipo del “diversamente abile”».

SALVINI E BOLDRINI. Ad esempio, scrive Veneziani, pochi giorni fa c’è stato uno scontro tra Matteo Salvini e Laura Boldrini sulla questione dei campi rom. Il primo ha chiesto di raderli al suolo, la seconda si è scandalizzata, ma poi ha chiesto la stessa cosa. «La contesa era dunque solo sul verbo usato: da una parte c’era il gergo dell’autenticità nella sua brutale rozzezza e dall’altra il frasario ipocrita del politically correct. Ma la questione vera sul come procedere dopo è stata elusa. Chi non si riconosce in questo codice e nella sua retorica viene squalificato come sessista o razzista, omofobo o integralista (deplorato se tiene alle tradizioni nostrane, tollerato se invece proviene da altre tradizioni).
La questione, per Veneziani non è squalificare «chi aderisce a questo catechismo correttivo» o porre la questione «in termini confessionali, come una difesa della fede cristiana». La questione è la «libertà». Cioè come si possa all’interno di una comunità umana «esprimere sensibilità divergenti, senza cadere in alcuna accusa di fobia».

INTEGRALISMO E BASIC ISTINCT. Oggi esiste una «cultura egemone» che la fa da padrone nei media, nelle scuole e nelle università e che è rimasta «l’unico punto di coesione delle culture politiche e civili radical o di sinistra. Annovera svariati testimonial, anche nelle istituzioni, a partire dalla già citata presidente Boldrini». Il problema, nota lo scrittore, è che non esiste – o almeno, «non è visibile» – il suo controcanto sulla sponda opposta: Dov’è, infatti, «una cultura civile e politica che promuova e tuteli il valore personale e comunitario della famiglia, della religione, delle consuetudini e delle tradizioni nostrane? Perché ciò che è stata comune visione e pratica di vita condivisa per secoli o per millenni, che ha legato generazioni, viene di colpo rimossa, perfino vietata, senza che ci sia una cultura o una figura istituzionale o autorevole che ne difenda gli usi e ne motivi le ragioni? (…) Perché dovremmo lasciare all’integralismo fanatico o al rozzo basic istinct la difesa di questi modi di vita fondati sulla realtà civile e naturale?».
Il problema, dunque, è capire su quali «(condi)visioni regge il legame comunitario; se crolla, cosa può unire una società in preda agli egoismi liberati? Sono temi che riguardano la vita e la morte, l’amore e la malattia, i rapporti interpersonali e la bioetica, fino all’ideologia del gender».

UN PROBLEMA POLITICO. Il problema non è solo culturale, ma anche politico. Infatti, qual è l’area politica che oggi rappresenta tali istanze? Il fronte del politically correct «pervade gran parte del Partito di maggioranza, ad eccezione della minoranza catto-democratica, più la sinistra sparsa e l’ala libertaria del centrodestra. Ma non c’è — oltre Salvini e con maggior sobrietà e minore efficacia la piccola destra della Meloni — chi rappresenti su questi temi quel largo e profondo sentire. Soprattutto dopo la deriva anarcoide e tardo-libertaria di Forza Italia (è la pascalizzazione dell’ultimo berlusconismo)».
l’unica istituzione che rimane è la Chiesa, il Papa, la Conferenza episcopale: «Ma da un verso manca una cultura civile, laica, che traduca quel sentire in termini di civiltà e non solo confessionale. E dall’altro verso la Chiesa stessa risulta spesso irretita nella retorica dell’accoglienza che le impone di non considerare gli effetti reali e civili di certe aperture morali e umanitarie».
Per questo, è l’amara conclusione di Veneziani, «vaga nei cieli senza trovare dimora» la seguente domanda: «Perché ci si deve vergognare e nascondersi nell’esprimere il primato della famiglia, il rispetto delle religioni a partire dalla propria, l’amore per le tradizioni ereditate?».

Foto Ansa

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5 commenti

  1. whynot

    meno male. ma non è vero purtroppo……….

  2. Sebastiano

    “La pascalizzazione dell’ultimo berlusconismo”

    Questa frase da sola merita un 10 e lode a tutto l’articolo…

    1. Bartolomeo

      Il primo berlusconismo depascalizzato era invece qualcosa di ammirevole, ordinato, eticamente corretto, sensibili ai temi cari al cattolicesimo, onesto, alieno da simpatie neofasciste e razziste? L’intervento di Veneziani è veritiero quanto al gap immenso tra Boldrini e Salvini da colmare, ma terribilmente dietrologico sulle parole della Boldrini sui campi rom.

      1. whynot

        Cosa era???? Era Craxismo gangsteristico. ONESTO?? Ma povera italia. Meglio la pascale che voi. Siete anche più volgari.

  3. michele

    un giudizio netto, tutt’altro che “politically correct”, ma ahinoi veritiero.
    la questione è ancora quella: chi e come riempire quel vuoto..
    “secoli” fa ci fu un tentativo..si chiamava “movimento popolare”, poi ingoiato dal leviatano Tangentopoli..ma la speranza, piccola virtù come diceva Peguy, è tuttavia la più forte e tenace.

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