
Lo scontro Cina-Giappone per le isole Senkaku costa alla Nissan 400 milioni
Lo scontro sino-giapponese per il possesso delle isole Diaoyu-Senkaku costerà alla Nissan quasi 400 milioni di euro a fine anno. A tanto ammontano i danni per la celebre casa automobilistica di Yokohama dovuti al boicottaggio dei prodotti giapponesi in Cina, tra i quali sono finiti anche le auto, a seguito dello scontro diplomatico in atto nel mar cinese orientale. Nissan ha rivisto le sue previsioni sui ricavi di fine 2012 in Cina al ribasso di 40 miliardi di yen (pari a 390 milioni di euro) riducendole da 360 a 320 miliardi di yen. Il gruppo, pertanto, chiuderà l’anno con una perdita netta di circa 800 milioni di euro, incassando 3,1 miliardi e non 3,9 (un quinto in meno) come invece era stato inizialmente previsto.
BATOSTA. Nissan non è l’unico produttore giapponese di auto a pagare il conto delle rivalità tra il governo di Pechino e quello di Tokyo: anche Honda e Toyota, infatti, esportano auto nel paese degli odiati vicini. Ma Nissan è senza dubbio la casa automobilistica più esposta, vendendo il 27 per cento delle sue vetture in Cina, che a fine anno saranno 1 milione e 175 mila, pari a 175 mila in meno rispetto alle previsioni iniziali di 1 milione e 350 mila. A fine 2012, Nissan, le cui vendite sono già in forte calo anche in Europa e in America, produrrà 5,3 milioni di auto, ossia 300 mila in meno di quanto si aspettava. Ottimista però il numero due di Nissan: «In Cina stiamo vedendo segnali di graduale ripresa – ha commentato Toshiyuki Shiga, Chief operating officer – i clienti infatti stanno gradualmente tornando ai concessionari».
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1 commento
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allora aveva ragione marx… il denaro è lasovrastruttura da cui derivano le altre?